Mentre ad Agrigento si commentano vicende di scambio di voti e di compravendita di voti, che riguarderebbero deputati regionali e amministratori locali, la pentita Perla Genovesi, l’ex assistente parlamentare del senatore del Pdl Enrico Pianetta, le cui dichiarazioni hanno dato luogo ad indagini sull’ormai classico giro di escort che orbita intorno al mondo politico, rivela una compravendita di candidature che sarebbe stata organizzata da un’agenzia pubblicitaria vicina al senatore Marcello Dell’Utri e a suo figlio.
Il senatore ha subito smentito le dichiarazioni della Genovese.
Secondo quanto dichiarato dalla donna, pur di assicurarsi una candidatura alle elezioni del 2006, gli aspiranti parlamentari avrebbero pagato cifre variabili tra i 100mila e i 150mila euro.
I soldi, versati alla società, secondo la Genovese, sarebbero invece andati a Forza Italia.
Ma i soldi, formalmente versati alla società per l’organizzazione della campagna elettorale, sarebbero andati a Forza Italia.
Cifre ben diverse da quelle pagate dei politici dell’agrigentino, che stando alle accuse e ai tanti ‘si dice’, dovendo pagare i voti e non la candidatura (almeno si spera), con pochi bigliettoni si sarebbero assicurati cospicui pacchetti di voti.
C’è da chiedersi se l’ammontare degli acquisti di voti, non rischi di superare le somme pagate per una candidatura che grazie ad un sistema elettorale che non consente di esprimere le preferenze, dà maggiori garanzie sul risultato finale.
Per conoscere più nel dettaglio i ‘listino prezzi’ di una competizione elettorale garantita, non dobbiamo che aspettare le prossime elezioni o l’esito delle indagini in corso.
A quel punto, sapremo se conviene più fare il deputato o l’amministratore locale.
” ……Cifre ben diverse da quelle pagate dei politici dell’agrigentino, che stando alle accuse e ai tanti ‘si dice’, dovendo pagare i voti e non la candidatura (almeno si spera), con pochi bigliettoni si sarebbero assicurati cospicui pacchetti di voti.” Caro Direttore sarei curioso di sapere se qualche politico dell’agrigentino l’ha querelato per questa frase che ho trascritto perchè se qualcuno non lo ha querelato allora è chiaro che tutti i politici dell’agrigentino secondo quanto lei dice, pagano i voti. Grazie Direttore ci faccia sapere.
“Cifre ben diverse da quelle pagate dei politici dell’agrigentino…”, è ovviamente riferito a quei politici del passato, o attuali, che sono stati, o sono oggi, indagati.
Ritengo assai improbabile una querela, tranne che qualcuno non vada in Procura a denunciare di essere lui stesso il soggetto che ha comprato dei voti.
Solo in questo caso, avrebbe titolo per presentare una querela.
La diffamazione, in diritto penale italiano, è il delitto previsto dall’art. 595 del Codice Penale ed è perseguibile su querela di parte.
Da ciò, si evince come solo l’interessato possa chiedere la tutela del bene giuridico che ritiene leso.
Ciò, a prescindere che risponda o meno a verità quanto pubblicato.
Ritiene ipotizzabile che a qualcuno venga in mente di far valere questo diritto?
Se ciò dovesse accadere, così come per eventuali altre vicende giudiziarie, sarò io stesso a tenere informati i lettori su eventuali sviluppi.
Cordialmente
Gian J. Morici