L’area c’è ma la convenzione no. Il cimitero per i bambini non nati, perché abortiti spontaneamente o con l’Ivg, l’interruzione volontaria della gravidanza, si trova dentro il camposanto di Piano Gatta. Il terreno è stato assegnato dal Comune all’associazione “Difendere la vita con Maria”, diretta da Paco Arnone. “L’ente ospedaliero non firma però la convenzione con la mia associazione e così i feti non ci vengono dati e non possiamo seppellirli a Piano Gatta- dice Paco Arnone – I responsabili a cui ci rivolgiamo ci dicono che devono essere mandati a Siracusa per gli accertamenti necessari. Capisco che bisogna fare accertamenti sugli aborti spontanei, per comprenderne la causa, ma non comprendo perché vengano fatti anche sui feti abortiti”. Una battaglia che l’associazione di Paco Arnone conduce da diversi anni. Fu il sindaco Piazza a firmare la convenzione tra il Comune e l’associazione cattolica agrigentina per assegnare un area del nuovo cimitero da destinare ai bambini non nati. Due anni fa sono state assegnate all’associazione di Paco Arnone due aree, una nel cimitero di Porto Empedocle e un’altra in quello di Agrigento. Ma non basta: i bambini non nati devono essere consegnati dalla struttura ospedaliera e per questo occorre che i responsabili firmino una convenzione con l’associazione “Difendi la vita con Maria”. Ogni sabato al san Giovanni di Dio sono da quattro a cinque le donne che fanno richiesta di aborto. Paco Arnone da tempo chiede che i feti gli vengano consegnati per dargli sepoltura. “Finiscono tutti in un centro di Siracusa e non so cosa succede dopo. Secondo la legge i familiari potrebbero fare richiesta per avere i corpicini e quindi seppellirli. Ma la gente non conosce questa legge e non fa alcuna richiesta. Né il personale dell’ospedale informa la famiglia che compilando quattro moduli può richiedere il feto abortito spontaneamente. Noi abbiamo diffuso dei depliant per informare su questo diritto. Ma gli ostacoli poi per realizzarlo sono tanti”, spiega Arnone. Nella Regione Lombardia, la giunta Formigoni ha disposto, nel gennaio 2007, che gli embrioni e i feti abortiti non devono più essere smaltiti dagli ospedali. Se la genitrice lo richiede possono essere sepolti privatamente. Altrimenti devono obbligatoriamente essere cremati e portati nei cimiteri. Al XX consiglio comunale di Roma è stata avanzata una proposta analoga. Agrigento è stata però la prima città italiana in cui tale idea è maturata e la notizia fece molto scalpore in Italia. Il DPR n. 285/90 stabilisce che “per la sepoltura dei prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane complete e dei feti che abbiano presumibilmente compiuto 28 settimane di età intrauterina e che all’ufficiale di stato civile non siano stati dichiarati come nati morti, i permessi di trasporto e di seppellimento sono rilasciati dall’unità sanitaria locale”. Inoltre “a richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche i prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane”.
(*EDB*) Elio Di Bella