Non è passata inosservata la notizia secondo la quale il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, andrebbe ad ingrossare le fila dei casiniani dell’ultima ora.
Un consiglio comunale quello di questa sera, nel corso del quale non sono mancati colpi di scena, né toni accesi.
Tra i primi interventi, quello del consigliere dell’Udc, Giuseppe Gramaglia, che ha annunciato il passaggio in blocco di tutti i consiglieri comunali dell’Udc, nel nuovo movimento politico che fa capo a Mannino.
Ai sei consiglieri udicini, si aggiunge il consigliere Principato che, eletto in una lista in appoggio a Zambuto, lascia lo stesso per passare anche lui con Mannino.
Ulteriore cambiamento dichiarato nel corso della seduta, quello del consigliere Giuseppe Raccuia, eletto tra le file dell’MpA di Roberto Di Mauro, che si è dichiarato indipendente “non riconoscendosi più nelle posizioni del partito”.
Non sono mancati toni polemici e a volte anche duri, tra il consigliere Gramaglia e il consigliere Arnone.
Gramaglia, durante il suo intervento, aveva criticato le scelte del leader dell’Udc, Pierferdinando Casini e del governatore Lombardo, che avrebbero dato luogo ad un ribaltone, consegnando la Sicilia al centrosinistra, nonostante l’elettorato avesse votato per un governo regionale di centrodestra.
Arnone, dal canto suo, nel fare il plauso a Lombardo, anche per le nomine assessoriali, ha tenuto a precisare come il passato di Mannino, nonostante le assoluzioni ottenute, sia quantomeno discutibile sotto il profilo etico, andando ancora oltre nei giudizi espressi sull’ex governatore Cuffaro.
Gramaglia, ha ricordato ad Arnone come ben diversi erano i suoi comportamenti quando si chinava dinanzi a Cuffaro per andare a chiedere i finanziamenti per le riserve gestite dai suoi amici. Nel sottolineare come, a differenza di Arnone, che vive facendo il consigliere da tanti anni, Gramaglia vive del suo lavoro e non ha necessità di fare politica per garantirsi di che vivere, ha posto l’accento sui vari rapporti intrattenuti da Arnone con molti esponenti di altri partiti, dai quali adesso vorrebbe prendere le distanze.
Non è mancato ad Arnone alzare ancor più i toni, ricordando a Gramaglia che lo stesso risultava vincitore di un concorso con un unico candidato: Gramaglia.
Una seduta consiliare che ci si sarebbe potuti risparmiare e non solo a causa delle accuse di “carattere politico”, ma anche per altri aspetti.
Nel corso di un ulteriore intervento del consigliere Arnone, in merito ali problemi d’inquinamento marino e ai pennelli a mare, lo stesso ha difeso la liceità di detti impianti, ricordando come i reflui fognari di Agrigento per buona parte non arrivino al depuratore e pertanto, l’unico modo di risolvere il problema, sarebbe allo stato quello di sversare i liquami in mare grazie ai pennelli, nonostante questi non abbiano le autorizzazioni allo scarico.
Del fatto, sarebbe a conoscenza anche la Capitaneria di Porto, che comunque non potrebbe far nulla, posto che non si può impedire alla città di liberarsi dei suoi scarichi fognari.
Se ne deduce pertanto, che poiché per decenni abbiamo scaricato in mare illegalmente le nostre fogne, potremo continuare a farlo fin quando non si trovi una soluzione diversa.
Scopriamo così, che al di là di qualche scarico abusivo, a San Leone, chi scarica abusivamente le proprie fogne in mare, è sempre stato il Comune che ora sarebbe legittimato da decenni di illeciti.
Una consuetudine, che nel tempo pare sia diventata diritto.
Ma cosa accadrà in consiglio dopo il passaggio dei consiglieri dell’Udc e di Principato con Mannino?
Considerato il numero dei fuggitivi, i manniniani potrebbero diventare il primo partito al Consiglio comunale di Agrigento.
Se a loro si aggiungono i consiglieri del Pdl e coloro i quali non si troveranno a condividere le scelte di Zambuto, ci si rende conto che il sindaco potrà fare affidamento su un esiguo numero di consiglieri disposti a seguirlo in quella che sembra un’avventura finalizzata a un seggio parlamentare.
Non è difficile dunque ipotizzare un autunno caldo per il sindaco di Agrigento, che dovrà fare i conti con una maggioranza in Consiglio che non è certo dalla sua parte.
Se la situazione agrigentina era già disastrosa, con queste premesse non ci si può certo illudere che qualcosa possa migliorare. Anzi, tutt’altro.
Intanto, Zambuto, come già avvenuto in precedenza quando si consegnò al Pdl, pochi mesi dopo essere stato eletto con l’appoggio del centrosinistra, continua nel suo assoluto mutismo, rinviando evidentemente il momento dell’ufficializzazione del suo passaggio e demandando ad altri ogni intervento pubblico in merito.
A dispetto del nome, la politica di Palazzo dei Giganti non sembra poi svettare così in alto.
Il re è nudo, ma è l’unico che non se ne accorge.
Gian J. Morici
Parlare di concorsi a palazzo dei giganti, è come parlare di corda a casa dell’impiccato. arnone, se continui così, zambuto lo riesci ad affondare tu da solo