Cominciamo dal fatto che prima di scrivere la mia lettera della scorsa settimana ho tentato invano di parlare con la dirigente scolastica Sciacchitano, la quale una prima volta mi ha fatto riferire dal Coll. Scolastico che non c’era e successivamente, dopo che lo scrivente gli aveva fatto recapitare un biglietto con le motivazioni della visita, rifiutava espressamente di ricevermi. Allo stesso modo la stessa non ha ricevuto diversi genitori che le chiedevano spiegazioni in merito alla formazione delle classi. Mi pare che tra i compiti di una dirigente scolastica ci sia proprio quello di ricevere e dialogare con i genitori.
Apprendo dalla risposta della stessa su momenti che le classi in questione sono venute su da sole, nel senso che si sono formate da sole man mano che la stessa riceveva le iscrizioni. Ma guarda che coincidenze!!!! Risulta agli atti che bambini (di cui non posso fare il nome per ragioni di privacy) iscritti all’ultimo minuto sono stati inseriti espressamente nella 1° A (quella buona per capirci).
Legittime sono pure le raccomandazioni che spesso fanno i genitori che il proprio figlio possa essere messo assieme a questo o quel compagnetto, ma sempre a condizione che questo si possa fare e che non vada ad incidere, come è successo, sulla complessiva buona riuscita della composizione delle classi.
Ma mi domando, una dirigente scolastica degna di questo titolo, quando ha visto che le classi “spontaneamente formate” erano palesemente squilibrate aveva o no il dovere di riequilibrare le stesse anche nel numero. Ribadisco che la 1° C ha undici alunni (controllare per credere), questo dovuto al fatto che diversi genitori si sono ritirati i figli.
La risposta poi, data al settimanale “Momenti” della Sig.ra Sciacchitano è ancora più sconcertante del fatto in se della discriminazione, difatti afferma che a causa della mia lettera di denuncia si perderanno posti di lavoro e quindi facevo meglio a stare zitto, specialmente nella qualità di sindacalista che a maggior ragione dovrebbe tutelare i posti di lavoro. Se questa non è una sorta di ricatto o peggio di ritorsione per aver denunciato una vicenda che era peraltro sotto gli occhi di tutti?
Rispondo intanto alla “Sig.ra” che io da sindacalista sono abituato a tutelare i diritti dei lavoratori e non altro. Ella sa bene che nella sua scuola nessun insegnate rischia di perdere il posto di lavoro, tuttalpiù potrebbe perdere la sede di lavoro ed andare a svolgere il proprio lavoro in un altra scuola o in un altro comune. Un insegnante sa benissimo che non ha il diritto di insegnare nel comune di propria residenza quella è solo una eventualità. Lo sa bene anche mia moglie che in dieci anni di insegnamento non ha mai insegnato a Ribera e che come tante altre colleghe ogni giorno viaggia anche per oltre 100 Km per raggiungere la propria sede di insegnamento. E poi basterebbe suddividere il totale dei bambini che formano le tre classi in numero uguale per ciascuna sezione e non si perderebbe proprio nessun insegnante. Quindi anche la sua ipotesi è sempre finalizzata alla ritorsione, al puerile tentativo, peraltro abbastanza evidente, di mettermi contro alcune insegnanti perdenti sede. Ma con grande rispetto per le insegnanti, sull’argomento aggiungo che tra le insegnanti e i bambini preferisco senz’altro tutelare comunque i bambini, anzi da dirigente scolastica ella ha l’obbligo di salvaguardare prioritariamente il bene degli alunni su quello delle insegnanti.
E’ giusto poi informare che tali episodi purtroppo avvengono anche in altre scuole, così come in questi giorni mi hanno segnalato numerosi genitori di bambini e ragazzini che frequentano altre scuole e che mi hanno letteralmente tempestato di telefonate per testimoniarmi la loro solidarietà sulla vicenda. Comunque, la diffusione di questo fenomeno và arginato. Lancio un appello a tutti genitori, bisogna cambiare modo di ragionare dobbiamo capire e far capire l’importanza dell’integrazione, che non è un sacrificio, ma anzi un’opportunità di crescita sana per i propri figli.
Posso senz’altro affermare che la don Bosco ha degli ottimi insegnanti e rivolgendomi sempre alla Sig.ra Sciacchitano, mi risulta che non sembra apprezzarli molto, almeno non si direbbe dal comportamento e da come si dice che tratti i lavoratori della sua scuola, pertanto ci risparmi queste falsa difesa degli insegnanti al solo fine di metterli contro lo scrivente.
Per quanto riguarda l’epiteto di VIP rivolto ai genitori degli alunni della 1° A nella mia lettera, è abbastanza evidente che era un modo per sottolineare ancora di più la vicenda. Non penso, ma questo un lettore di media intelligenza lo sa, che a Ribera possano esserci persone che si sentano in qualche modo “VIP”. Se ho offeso qualcuno chiedo comunque scusa.
Vorrei infine fare una riflessione ad alta voce: non è ne la prima volta, ne penso purtroppo sarà l’ultima che accade una cosa di questo genere in una scuola riberese o di qualunque altro posto. Ma non era meglio discuterne con i genitori e gli insegnanti, quando questi hanno tentato di farlo, sollevando il problema? Che assumere un comportamento da “PATRUNA DI LU PASTIFICIU”?? O è stato meglio dire un cumulo di bugie alla stampa ed ai genitori. Minacciando e ricattando chi ha sollevato un semplice problema. Io è questo che censuro, l’atteggiamento ed il comportamento hanno superato di gran lunga l’importanza del fatto in se. La scuola è di tutti e non è proprietà privata …….
Concludo.
Reitererò la richiesta di rifare le classi in modo asettico e in egual numero per ciascuna classe, in modo che non si perda nessuna sede. Ma vista la gravità delle risposte della Sig.ra Sciacchitano pubblicate su momenti della scorsa settimana, dal tono palesemente ricattatorio, sono altresì costretto a chiedere sia al dirigente provinciale che al dirigente regionale della P.I. di inviare un’ispezione straordinaria sui metodi ed i comportamenti della dirigente scolastica, suggerendone l’allontanamento cautelativo dalla scuola.
Eugenio Bartoccelli
ono una riberese che non vive piu a ribera da 31 anni ma seguo le vicende del mio paese grazie a fb.devo congratularmi col genitore di questa bella lettera,io come lui sarei uscita allo scoperto e avrei fatto valere il diritto della scolar…esca e il dovere che ha un dirigente scolastico verso questi bambini.anche mia sorella per telefono in lacrime ha lamentavo tutto cio che ha vissuto questo genitore e malgrado nessuno le ha dato ascolto.sono anch’io un insegnante elementare che purtroppo non insegna ma che ho esperienze di insegnamento e queste cose faceva male quando vedevi discriminazioni che facevano le colleghe.devo dire che ai miei tempi c’era gia il nepotismo ed ad emergere erano sempre gli stessi .in classe l’alunno bravo e intelligente era solo il figlio del dottore,avvocato e farmacista,mentre il figlio del povero operaio era solo un alunno che non aveva la valenza importante, se apprendeva o no era problema della famiglia.questa è una piaga molto antica.basta con le discriminazioni ,genitori ci sono delle leggi per la tutela del bambino e fateli valere !in bocca al lupo e con l’amaro in bocca dico che mi dispiace che ancora a ribera succede tutto questo….saluti