Ancora una volta un pugno di consiglieri comunali ha tradito il mandato ricevuto dagli elettori agrigentini. In otto in una sola serata hanno deciso di cambiare casacca. Sei di loro sono stati eletti nell’Udc e hanno deciso di mandare a quel paese il loro segretario nazionale Pier Ferdinando Casini per mettersi ( pensate un po’) a disposizione di Calogero Mannino, ex ministro andreottiano, che nel 1994 in piena tangentopoli e nel momento del collasso della prima repubblica gli agrigentini avevano mandato a casa. Torna così a Palazzo dei Giganti il potere democristiano, ci torna con Mannino, con Cuffaro. Torna il partito delle tessere, che ha visto l’abusivismo è si è voltato a guardare altrove, ha lasciato per decenni la città senz’acqua, ha portato la disoccupazione alle stelle e tutti gli altri guai che abbiamo pianto e continuiamo a piangere. Torna quella Dc che con Craxi trattava anche in Sicilia le tangenti e che ha avuto decine e decine di parlamentari inquisiti per mafia. Mannino e Cuffaro hanno lasciato Casini e hanno fondato il partito “Popolari per l’Italia di domani”. L’Italia di domani? Mannino e Cuffaro? E’ incredibile che sei giovani cattolici oggi decidano di farci tornare così indietro. Che ne è del movimento politico cattolico agrigentino? Davvero nessun rinnovamento è avvenuto in questi anni nella coscienza del partito che anche nella nostra città dichiara di essere d’ispirazione cristiana? E cosa pensano la chiesa locale e l’arcivescovo di queste scelte del mondo politico strettamente cattolico? Lo diciamo perché il loro capogruppo Peppe Gramaglia ha spesso fatto riferimento a questa appartenenza ideologica. Ricorda spesso le sue battaglie per avere fondi per la mensa per la solidarietà e per garantire il latte ai bambini delle famiglie bisognose. Pensavamo che dopo tangentopoli tanti democristiani avrebbero aperto gli occhi e che avrebbero guardato avanti, aiutando l’intero movimento cattolico agrigentino a liberarsi da un passato pieno di compromessi e di errori e avrebbero coraggiosamente aperto le finestre per fare entrare aria nuova e freschezza. Ma eccoli invece tutti e sei tornare a scegliere un passato condannato dalla storia e anche dalla Chiesa, un passato dove non mancavano uomini politici che si definivano cattolici e che dopo le orazioni trattavano mazzette, favorivano gli affari di Ciancimino e lasciavano solo Falcone. E’ un triste giorno questo per la storia del movimento politico cattolico agrigentino. La speranza, ma molto poca, è che la base del mondo cattolico locale non si riconosca in questa sciagurata decisione.
Elio Di Bella
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Non mi risulta che un politico abbia un vincolo di mandato, che mannino sia stato condannato per corruzione o concussione ne che sia stato andreottiano.
MI CHIEDO QUANTI IDEALI HANNO CALPESTATO QUESTI CONSIGLIERI.-
MA SE MANNINO E CUFFARO SONO IL DOMANI CHI HA VENTI ANNI DEVE ASPPETTARE UN ALTRO SECOLO.-
RISPONDETEMI PER FAVORE: MA MANNINO E CUFFARO OLTRE CHE ONNIPOTENTI ADESSO
VESTONO L’ABITO DELL’IMMORTALITA’?
SE QUESTO E’ IL FUTURO MI DISPIACE IO PASSO