Ci sono casini e Casini. Casini dei quali la stampa avrebbe il dovere di interessarsi, magari ancor prima che vengano fuori proclami e comunicati, anticipando possibili scenari politici e ricadute sul territorio.
Già da tempo, avevamo anticipato possibili scenari politici che avevano come protagonista il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto.
Un sindaco “al di sopra dei partiti” – fu questo lo slogan utilizzato per la sua candidatura -, che dopo aver lasciato l’Udc di Cuffaro e aver trascorso un breve periodo trascorso assieme quelli che furono gli alleati che contribuirono alla sua elezione (liste civiche e centrosinistra) si consegnò alla casa del Padre – o se preferite del Papi -, sperando di poter sedere, se non alla sua destra, quantomeno alla destra dell’Angelino protettore.
Un vero fallimento, tanto per Zambuto, quanto per la città.
Il devoto (all’epoca alla Madonna) sindaco Zambuto, invocò qualche mese fa l’intervento di Padre Pio affinchè lo illuminasse.
Aperte le porte del Comune al Pd. Agrigentino (una sorta di Pdl senza la “L”), consumò un ulteriore passaggio: il ritorno a casa del figliol prodigo (o forse, prodigio).
Eccolo dunque semiufficialmente annunciare la lieta novella.
Più che “al di sopra dei partiti”, sembrerebbe un sindaco che saltella nei partiti.
Quella che un noto consigliere – ma prima ancora che consigliere, leader – del Pd di maggioranza, aveva definito fantapolitica, comincia a prender corpo.
Tra sindaci poco al di sopra dei partiti, assessori che preferiscono i campi al ruolo assessoriale e consiglieri leader, si consuma l’ennesimo inciucio.
O – come abitualmente definisce il noto consigliere, simili vicende- matrimonio.
Un matrimonio, le cui scene sono andate in onda sulla Rai, con la venuta di Casini a Messina e con uno Zambuto accanto a D’Onofrio, la cui conferma viene oggi data da qualche anticipazione del vice sindaco Massimo Muglia.
Casini, D’Onofrio, Muglia, Zambuto, Riccardo Gallo.
Un matrimonio piuttosto incasinato, considerato il fatto che tanto a livello regionale, quanto locale, pare fondato sul tradimento.
Se Lombardo ha tradito l’elettorato di centrodestra che lo aveva eletto, Zambuto ha saputo far di meglio.
Ha infatti prima tradito i suoi elettori “al di sopra dei partiti” e del centrosinistra, consegnandosi al Pdl, per poi tornare a tradire Papi e Angelini, grazie all’ennesimo ribaltone.
Da un casino all’altro, c’è da evidenziare come Lombardo abbia fatto marcia indietro sui rigassificatori – definiti in campagna elettorale “polvere da sparo pronta ad esplodere -, mentre Zambuto, quasi alla maniera di Ponzio Pilato, da un po’ di tempo preferisce lavarsene le mani.
Niente più proclami e posizioni politiche contro l’impianto.
Neppure dopo che uno smemorato presidente della Provincia, ha assunto posizioni poco chiare – se non come riferito in aula dal consigliere Roberto Gallo “inquietanti” – che avrebbero dovuto indurre il sindaco ad intervenire.
Silenzio assoluto.
La battaglia nelle sedi politiche istituzionali, è lasciata ai consiglieri provinciali Spoto, Avarello e Gallo – contrari all’impianto – e al consigliere Guarraci, il quale seppur favorevole all’opera industriale, chiede che tutto avvenga nella massima trasparenza.
Ha forse perso la memoria anche il nostro sindaco?
O forse memore di quando Pier Ferdinando Casini annunciò al Tg1 una mozione di sfiducia contro l’allora ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, «simbolo dell’inefficienza di questo governo, perché bloccava i rigassificatori, le centrali a carbone, le scelte di modernizzazione per l’Italia, guarda più a una possibile poltrona – vedremo poi se romana o palermitana -, che agli impegni assunti con l’elettorato?
Del resto, non sarebbe affatto facile prendere posizioni ufficiali contro dettami imposti dall’alto, considerate anche le nuove e ben diverse opinioni di Lombardo su rigassificatori e nucleare.
Ben lo sa D’Orsi, che dopo le dichiarazioni contrarie, ha dovuto rivedere il tutto, dando luogo ad una pantomima della quale sono ancora in molti a ridere.
Dopo la devozione alla Madonna e Padre Pio, a noi poveri cittadini, resta da sperare che rivolgendosi a tutti i Santi, Zambuto trovi la via del Parlamento, lasciando Agrigento ai casini di sempre ma con altri Casini in meno.
Proprio un bel casino.
Gian J. Morici
L’unica casacca che Zambuto può indossare per essere “AL DI SOPRA DEI PARTITI”, come amava (l’imperfetto è d’obbligo) ripetere fino all’ossessione, è quella dell’Akragas, fatto salvo qualche “rischio” di altro genere.