Agrigento, 17/09/2010 – La battaglia dei lavoratori incomincia con i precari della scuola – dichiara il responsabile dipartimento lavoro IDV di Agrigento Emanuele Lo Vato - , per chi non si fosse accorto delle conseguenze nefaste dei disaccordi della triplice, basta vedere quello che sta avvenendo con la disdetta fatta dalla Confindustria, dell’accordo nazionale siglato nel 2008. Al suo posto entrerà in vigore per i metalmeccanici, tranne che per la Fiom, quello siglato nell’ottobre 2009. Per la Fiom l’unico contratto valido resterà quello del 2008. Sono queste scelte che stanno facendo crollare l’interesse nei sindacati, sono i cambiamenti delle regole (sempre a discapito dei lavoratori) che spingono molto spesso ad abbandonarli, è per questo che noi dell’Italia dei Valori continueremo ad occuparci di lavoro e dei lavoratori, perché crediamo nel sociale. Pertanto denunciamo come priorità i modi di fare scuola, con metodi di sovraffollamento di alunni e con scarsità di personale docente ed ATA, un nostro esposto è già partito in proposito nei giorni scorsi sulla legge 626/94.
Chiediamo una verifica sui futuri “ESUBERI” richiesti da varie aziende. Perché esuberi – continua Lo Vato -, vuol dire un personale in eccesso, e oramai è visibile anche ai ciechi che tutti questi esuberi non vi sono. Basti vedere i tempi di differimento reali che ci sono in Telecom. Basti vedere gli esuberi o gli incentivi concordati con il personale alle Poste, dove, quando si va in un ufficio si sa quando si entra ma non quando si esce. Idem per le Banche, per l’Enel/ Gas, si toglie personale e si chiede agli utenti di leggere la lettura del contatore.
Oggi i tagli sono serviti a fare solo del precariato. Sono serviti solo per ridurre i costi del lavoro. Con una differenza, che prima ad operare era un operatore con delle certezze per il proprio futuro, oggi è solo un precario.
Gli esuberi Telecom dal 2000, anno in cui ha avuto inizio la mobilità fino al 2005 sono stati 21707 per l’ INPS il costo di queste procedure sono stati di 650 milioni di euro, con un conteggio approssimato per difetto ( effettuato solo per tre anni previsti per il centro nord, escludendo il quarto anno per le regioni del sud, senza calcolare la mancata contribuzione che l’ INPS avrebbe percepito se i lavoratori avessero lavorato per altri 3 o 4 anni ancora).
I vari cambiamenti nel mondo lavorativo dal 2000 hanno avuto un’accelerazione vertiginosa, che non sempre ha prodotto quello che ci si aspettava. Ricordiamo ad esempio l’accordo sul “Lavoro precario-inserimento”, “Lavoro precario – apprendistato”, “Lavoro precario – somministrazione di lavoro (ex interinale)”.
Pertanto noi dell’Itaia dei Valori – conclude Lo Vato – continueremo a difendere i “ PRECARI “ in quanto pensiamo che il precariato debba essere un modo per coprire piccoli periodi lavorativi di un’azienda, non essere una risorsa per essa a discapito del mondo lavorativo, e dei lavoratori.
“A TEMPO DETERMINATO FACCIAMO SOLO IL PRECARIATO.”