Nonostante Agrigento abbia un Santo Patrono (San Gerlando) e un Santo (San Calogero), che, se non stessimo parlando di Fede, potremmo definire un concorrente del primo, vista la venerazione che gli agrigentini hanno per il loro Santo nero, grazie alla politica, potremmo trovarci ad inserire un ulteriore Santo protettore, che pare potrebbe trovare molto consenso tra i fedeli, o perlomeno, tra quelli appartenenti a una certa categoria: San Tibaldo di Mont-Morency.
Alcuni di voi, si staranno già chiedendo perché proprio San Tibaldo, che non è neppure un un italiano, essendo stato un monaco cistercense nell’abbazia di Vaux-de-Cernay, in Francia nella prima metà del 1200.
La risposta è semplice: San Tibaldo di Mont-Morency, è il Santo Patrono della Carboneria e dei cospiratori.
A darci l’idea di adottare un altro Santo, le dichiarazioni sempre più frequenti di molti politici agrigentini, che, ogniqualvolta sono oggetto di critiche o di attenzioni “poco gradite”, denunciano complotti, cospirazioni, lobbies politico-affaristico-enonsisacos’altro, che hanno un unico obiettivo: distruggere il malcapitato di turno!
Purtroppo, il più delle volte, il povero malcapitato non fa nomi, non cita fatti, non indica interessi. Insomma, non dà alcuna indicazione su chi, come e perché ha ordito il complotto.
Ad eccezione di un soggetto che, mischiando diavoli e acqua santa, ha fatto i nomi dei congiurati, il resto rimane una vaga accusa campata all’aria, ma sufficiente a giustificare il triste momento del povero malcapitato.
Poche luci e tante ombre, che non svelano il condizionamento delle lobbies economico-finanziarie-politiche etc, ma utili ad una strategia del sospetto e del vittimismo quasi “neorealistica”.
Se a carattere nazionale, basta essere critico nei confronti di Berlusconi, per essere “un comunista” – poco importa se tu faccia il magistrato, il giornalista, l’arbitro o l’imbianchino e magari sei un nostalgico di Benito Mussolini -, a carattere locale, vista l’impossibilità di reperire anche un solo “comunista” con cui fare un paragone, sei un “congiurato”.
Ennesima testimonianza sulla potenza delle lobbies agrigentine e sull’esistenza del “complotto”, le dichiarazioni del Presidente della Provincia Eugenio D’Orsi.
Nel corso della conferenza stampa per la presentazione del primo Report sulle scuole della Provincia di Agrigento, il Presidente ha parlato del ‘blitz’ effettuato ieri dagli ufficiali della Guardia di Finanza all’interno della Provincia che, su ordine della Procura della Repubblica di Agrigento, hanno aperto un’inchiesta sulla gestione dell’Ente Provincia.
Primo punto del discorso: la grande meraviglia su come sia trapelata la notizia del blitz.
Secondo punto: il clamore dato alla notizia da parte di qualche organo d’informazione (in una città fatta di silenzi, anche questo stupisce).
Terzo: la serenità e la consapevolezza di aver lavorato nel rispetto delle regole.
Quarto: la certezza dell’esistenza di un progetto in danno di questo presidente da parte di lobby – non meglio identificate -, perché l’operato dello stesso dà “fastidio”.
A completare il quadro, dopo aver espresso la massima fiducia sull’operato della giunta e dei dirigenti, una precisazione degna di nota:…potrei dire che in ogni caso, il Presidente dà un indirizzo politico, che viene poi posto in essere dal dirigente che ha il compito di valutarne la fattibilità, ma io non intendo dirlo…
Come dire: l’eventuale colpa non sarebbe mia, ma di chi mette in atto ciò che io chiedo, ma questo io non intendo dirlo, anche se l’ho detto…
Cosa dire poi della meraviglia del Presidente dinanzi al fatto che sia stata così roboante la richiesta dei controlli da parte delle Fiamme Gialle piuttosto che l’azione che questa amministrazione da due anni sta portando avanti?
Forse perché alla Guardia di Finanza e alla Procura poco importa dell’ “importante azione amministrativa” e magari sono più interessati a eventuali reati?
Cospirazione?
Fermo restando che riteniamo non spetti nè a noi, nè a nessun altro se non alla magistratura, esprimere giudizi di sorta, ci sembra un po’ difficile che si apra un’inchiesta in virtù di cospirazioni di non si sa ne chi né come.
Ma tant’è, ancora una volta il politico di turno ci propina la soluzione bella e pronta.
Vista l’abbondanza di “cospiratori” che offre la città, non è il caso che la Chiesa locale, nella persona del suo massimo rappresentante, offra anche a questa categoria di fedeli il loro Santo Protettore?
San Tibaldo di Mont-Morency, Santo Patrono della Carboneria e dei cospiratori, e…di buona parte degli agrigentini, dai giudici alle forze dell’ordine, a tutti coloro che hanno una propria mente per pensare…
Gian J. Morici
Premesso che stimo tutti i “cospiratori”, se per cospiratore intendiamo colui che mette a nudo defaillance di un sistema (e di un personale) politico quanto meno inadatto a gestire il territorio, per non dire altro, ritengo pure che i “cospiratori” locali siano troppo pochi, rispetto alle reali esigenze.
Detto questo, se ci rifacciamo alla storia, al limite senza andare troppo indietro nel tempo, qualsiasi cospiratore degno di questo nome aveva un’alternativa da proporre allo “status quo”, un diverso modo di pensare e di agire, dei valori, degli ideali che lo rendevano simpatico, gradito alla gente comune, in grado di fare “proselitismo” e, quanto meno, di instillare speranza in una popolazione oppressa o semplicemente malgovernata.
C’era una grande tensione ideale, insomma, alla base della “nobiltà del cospirare”. C’erano certamente i motivi per cospirare, quelli non mancavano mai, e non mancherebbero oggi, dalle nostre parti.
I “cospiratori”, insomma, escono fuori bene dai libri di storia, soprattutto quando riescono a divulgare o a raggiungere, almeno in parte, i propri obiettivi.
In una democrazia avanzata, però, chi sono o dovrebbero essere i cospiratori? A mio avviso sono coloro che dicono le cose come stanno, che non hanno paura, che hanno un progetto, una visione chiara, nuova e diversa della vita politica e amministrativa. Ed è proprio per questa ragione che ho affermato, in premessa, che i bravi cospiratori sono proprio pochi, dalle nostre parti: abbondano di più i cospiratori da quattro soldi (alla “ti cci levi tu, ca mi cci mettu iu…”), i cospiratori animati da sentimenti per nulla nobili o romantici e molto più squallidi e pragmatici.
Di questi “cospiratori di serie B”, che poi costituiscono il rovescio della medaglia rispetto allo scadentissimo personale politico nostrano (anche se non sarebbe corretto generalizzare, quindi W le eccezioni…), la nostra terra non sa proprio che farsene.
E, in una ipotetica preghiera a San Teobaldo di Montmorency (carbonaro anche lui, date le scarsissime tracce che se ne riscontrano…), c’è solo da chiedergli che, almeno tra i cospiratori, possiamo sperare di averne di “buoni”…
Con stima e riguardo,
Leo R.