Caro direttore, confido voglia pubblicare questa mia lettera che racconta dei disagi a cui i residenti di Caldare, una piccola frazione del comune di Aragona (Agrigento), vano incontro quotidianamente nella completa indifferenza di chi preposto a risolverli.
Come altri 1000 cittadini ho firmato una petizione, consegnata al Sindaco di Aragona, affinché, l’ufficio postale di Aragona Caldare non chiudesse definitivamente. Paradossalmente, però, il Sindaco ci deve ancora delle risposte, egli ha si ricevuto le nostre firme ma, in quanto a risposte non ne ha proprio date.
Per tutto il mese di Agosto l’ufficio postale di Aragona Caldare è rimasto chiuso per ferie. Noi residenti della piccola frazione, siamo sdegnati. Già l’ufficio postale, da alcuni mesi, eroga il suo servizio solamente nei giorni di sabato e lunedì, adesso, per tutto il mese di agosto è rimasto chiuso e nessun cartello informativo ha avvisato l’utenza della chiusura per ferie. Speriamo riapra i battenti a settembre.
Non scrivo a titolo personale bensì, mi faccio portavoce di un nutrito gruppo di residenti che sono con me presenti nel redigere questa lettera, tra i disagi lamentati sottolineiamo la mancanza di liquidità per il pagamento mensile delle pensioni. Con frequenza capita come riferito dai pensionati, con me presenti, di recarsi presso l’ufficio per ritirare la pensione e sentirsi dire che non ci sta liquidità quindi, ritornare un altro giorno. Capite bene quali i disagi per le persone anziane che, sfidando sia gli acciacchi dell’età e i problemi di salute che il caldo estivo o il freddo invernale, si recano allo sportello per non combinare nulla.
Scrivo la presente perché, le uniche risposte le abbiamo avute grazie all’interessamento della stampa che, purtroppo, con nostro dispiacere, dobbiamo registrare essersi, successivamente, disinteressata della faccenda. Avevamo, infatti, rilasciato delle interviste a una testata giornalistica che si era fatta carico di dare visibilità al nostro problema chiedendo delle risposte alle autorità e aziende interessate. Inutile dire che a quelle nostre interviste non c’è stato alcun seguito.
La speranza è che la presente possa avere un seguito e, sia il Sindaco che l’azienda poste si sentano in dovere di dare alla comunità di Caldare – non certo cittadini di serie B – delle risposte.
Chiediamo, ugualmente, al Sindaco e l’amministrazione comunale di fare qualcosa per Caldare e i suoi residenti consegnandoci, ad esempio, una piazza degna di questo nome – attualmente non ne ha più la dignità – senza buche, marciapiedi rotti, erbacce e con un arredo urbano decoroso.
Chiediamo al Sindaco, ancora una volta, che si spenda per il mantenimento del nostro piccolo presidio postale, affinché continui ad erogare i suoi servizi alla comunità e, ci dia delle risposte sulle firme raccolte e che da parecchi mesi egli conserva, vogliamo sperare con cura.
Il Sindaco faccia qualcosa per non far cadere nell’abbandono e nel degrado la nostra frazione perché, attualmente, Caldare è morta.
Grazie!
Caldare 1 settembre 2010
Attilio, un cittadino indignato
Che vergogna! l’altro giorno recandomi alla stazione un piede mi è andato a finire nello spazio tra le grate metalliche di un tombino, ubicato nella piazza principale di Caldare, e per poco ci scappava la frattura. La piazza fa veramente pena. Speriamo i nostri politici si decidano a fare qualcosa ma soprattutto speriamo che la gente impari ad alzare la testa chiedendo ciò che gli spetta per diritto.