La verità viene a galla (come gli scarichi fognari). Arnone tace? E Zambuto?

Dopo oltre un mese di aspre polemiche sull’inquinamento marino del mare di San Leone, apprendiamo (ma noi tutti lo sapevamo già) della falla dichiarata da Girgenti Acque al pennello dei Padri Vocazionisti.

Un’estate all’insegna del mare “sporco” ma non inquinato – come definito dal sindaco Zambuto -; di gargarismi da parte di un originale consigliere comunale che ha voluto sostituire le proprie capacità gustative alle analisi chimico-batteriologiche; di conferenze stampa che hanno visto la partecipazione del Comune, quasi a far da sponsor alla società che gestisce gli scarichi fognari; di conferenze durante le quali un consigliere, vestiti i panni del sindaco putativo, replicava a giornalisti ed editori, dando loro degli ubriachi e degli ignoranti.

Sorvoliamo su comunicati stampa, nei quali non venivano lesinati insulti di ogni genere, fino a muovere gravissime accuse a giornalisti e politici, che, a dire del consigliere Arnone, avrebbero fatto parte di una lobby affaristico-politica, che voleva il male della città e del sindaco Zambuto.

E adesso? Dinanzi l’evidenza dei fatti, Arnone tace?

Non siamo più tutti ubriachi? Non c’è più una lobby affaristico-politica? Dove sono finiti i criminali che si ipotizzava scaricassero cisterne di acque fognarie in mare, per danneggiare l’immagine del sindaco?

Lasciamo il consigliere a fare i suoi gargarismi marini, che non è il caso di continuare a sprecare byte per un soggetto che non vedeva ciò che tutti avevano sotto gli occhi e che, ancor peggio, ha fatto di tutto affinchè anche altri non potessero vedere, per rivolgere la nostra attenzione a una ben diversa figura: la massima autorità sanitaria locale. Il sindaco Zambuto.

Perché Zambuto chiedeva ai giornalisti di non scrivere del mare inquinato, degli sversamenti di reflui fognari in mare?

Non aveva forse visto quella enorme chiazza nera a 150 metri dalla riva di Maddalusa?

Nessuno lo aveva informato?

Eppure, molti bagnanti e quasi tutti coloro che possiedono una barca a San Leone, avevano visto quanto accadeva nei pressi di quella boa rossa.

Le foto della “macchia”, fatte a più riprese (8 – 10 – 11 agosto), venivano regolarmente postate su facebook, ma politici, ambientalisti di primo piano e amici degli ambientalisti, riuscivano, impegnandosi alacremente, a non veder nulla.

Cosa indica quella boa rossa nelle vicinanze del molo di San Leone, posta esattamente dove si trova la presunta falla? Chi l’ha messa lì? Un mistero tutto agrigentino, poiché sarebbe impensabile sia stata messa ad indicare la perdita e ancor più impensabile ritenere che sia stata posta lì da addetti ai lavori.

Altrimenti, si dovrebbe ipotizzare che qualcuno sapesse e facesse finta di non saper nulla. Un fatto gravissimo che richiederebbe l’intervento da parte dell’Autorità Giudiziaria.

No, certamente sarà stata messa lì da qualcuno che ha voluto segnalare l’esistenza di un tesoro nascosto dai pirati e il cui punto esatto aveva appreso da una antica mappa rinvenuta in una bottiglia, trovata lungo la spiaggia del Caos.

Già, qui è tutto caos…

E il sindaco?

Zambuto pare ami trascorrere altrove le proprie giornate di mare; quindi cosa volete ne sappia di quanto accade a San Leone?

Zambuto ignora perfino quanto chiesto da un consigliere comunale in merito alle autorizzazioni allo sversamento di liquami fognari; del rispetto delle leggi in materia; della richiesta a poter conoscere il numero del decreto dell’Assessorato Regionale Territorio Ambiente, con il quale si autorizza lo sversamento, e la relativa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Ignora anche gli accertamenti e la denuncia presentata dalla Capitaneria di Porto.

La “massima autorità sanitaria locale”, sa soltanto che i giornalisti non devono scrivere che il mare è inquinato.

Bene, se tutti avessimo seguito i consigli del sindaco Zambuto, se non ci fossero stati giornalisti e politici appartenenti a non si sa quale lobby (e questo è un argomento certamente meritevole di maggiori approfondimenti), che si sono intestarditi – qualcuno direbbe perché ubriachi – a voler far luce sull’accaduto, della falla, non si sarebbe saputo nulla e il mare di Maddalusa avrebbe potuto continuare ad essere “sporco” ma non inquinato.

Ben vengano le “lobby” se i risultati sono quelli di portare a conoscenza dell’opinione pubblica, ciò che altri vorrebbero venisse taciuto.

Ben vengano pure gli “ubriachi”, quando i sobri non riescono a vedere ciò che hanno a un palmo dal naso.

Aspetteremo adesso la prossima estate, per parlare nuovamente di quella cloaca a cielo aperto che da vent’anni è San Leone?

E la “massima autorità sanitaria locale”, non ha responsabilità alcuna nel non aver ricercato le vere cause dell’inquinamento, nel non aver accertato eventuale possesso e liceità di autorizzazioni allo sversamento in mare ai sensi di legge?

Nessuna responsabilità da parte del Comune, nell’aver organizzato una conferenza stampa nel corso della quale la titolarità a produrre documenti, l’aveva soltanto la società che gestisce gli impianti?

Quali interessi aveva il Comune nel partecipare a una conferenza – paragonata da Arnone a un “matrimonio” -, che aveva come unico scopo quello di legittimare l’operato della Girgenti Acque?

Chi non ricorda quando, in tempi e con gestione diversa da quella attuale, gli ambientalisti proiettarono una ripresa subacquea per far vedere a tutti una falla del pennello a mare e la fuoriuscita di liquami fognari?

Come mai, in questa circostanza, oltre a non aver prodotto un proprio filmato, si voleva impedire venisse presa visione dai giornalisti di una ripresa effettuata da altri?

Dopo quanto accaduto, basterebbero le sole scuse da parte di chi ha il dovere di vigilare e garantire che non venga messa a rischio la salute dei cittadini; o come sarebbe opportuno e doveroso andrebbero individuate e punite eventuali responsabilità?

Gian J. Morici

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