Dopo la scomparsa della settimana pirandelliana di cui non sono state avviate neanche le ricerche,sapevamo di non essere più attrezzati per rappresentare Pirandello.
Basti pensare che ad Agrigento da circa tre anni viene portato in scena “L’uomo la bestia la virtù” con la reiterata dicitura “nuova edizione”, quanto non addirittura con mixaggi e contaminazioni da altre opere pirandelliane che meriterebbero l’arresto immediato.
Non c’è che dire, siamo attrezzati per la farsa.
Non sapevamo invece di essere attrezzati per la tragedia. E sono una bella rivelazione queste “Donne di Ilio” che l’infaticabile e convincente Mariuccia Linder ha ridotto per la scena insieme alla regia di Vincenzo La Mendola. Un regista da tener d’occhio perché con la sua Associazione teatrale Lo Specchio di Aragona ha iniziato da un po’ di tempo ad inanellare precise e ricercate messe in scena di cui abbiamo dato notizia su questo giornale in occasione della Rassegna dell’atto unico pirandelliano organizzato dal Teatro Della Posta Vecchia. Dopo le nove donne pirandelliane e il Ciaula che scopre la luna, il duo Linder-La Mendola si rivela ancora una volta affiatato ed esibisce una sensibilità teatrale che nel suo piccolo non fa rimpiangere le recenti tragedie classiche che ci sono costate decine di migliaia di euro.. Un plauso va fatto alla “Esculapio” e al box office di Farruggia che si è “azzardato” a promuoverne la realizzazione.
Come fatto eclatante e coincidente della serata, il cronista nota che per il duo Linder-La Mendola al Baglio Sanfilippo c’era il pienone mentre a fondo valle sulla Piana di San Gregorio c’erano poche decine di spettatori per un “Empedocle” pochissimo pubblicizzato e per giunta, ci dicono, con Pino Caruso.
Se ci rammarichiamo per il concittadino Empedocle che si starà rivoltando nelle viscere dell’Etna, non potremmo immaginare più felice l’antimilitarista Euripide che ritrova nella città di Agrigento (notoriamente laboratorio politico da operetta), la serietà di una tragedia che gli storici,quelli veri, definiscono vero “laboratorio politico” dove il sentimento, il realismo, i mutamenti della storia (ma non i trasformismi),l’uguale disfatta dei vincitori e dei vinti, viene recuperata da un ensemble di attori che non fa rimpiangere nulla.. Non vogliamo fare dello sciovinismo ma semplicemente rimarcare come un manipolo di artisti nostrani abbia ripreso in mano e stia portando al meglio i propri percorsi creativi.
I nomi sono tutti da ricordare a cominciare da Mariuccia Linder e poi Dominga Graceffa, Marcella Rizzo, Vincenzo La Mendola, Valentina e Simona Russo Cirillo,Monica Graceffa, Graziana Lo Brutto, Lorena Morreale, Azzurra Agrò, Salvatore Preti,Giuseppe La Porta, Stefano Terrasi, il piccolo Astianatte Pietro Manna.. Scene e costumi di Vincenzo La Mendola, luci di Carmelo Alfeo, audio di Giusy Carubia.
Ci spiace ricordare che in platea erano assenti i signori Bush e Ahmadinejad, i presidenti della Corea del Nord e della Birmania, i capetti e caproni centroafricani e via digrignando.
Le Troadi euripidee bisognerebbe farglielo vedere ogni sera prima di andare a nanna, come ottimo calumet della buona notte. La loro notte.
Diego Romeo