Grande successo di pubblico ieri all’Ordine degli Architetti:
professionisti provenienti da ogni parte della provincia sono intervenuti ad un incontro/dibattito sulle procedure da adottare per la corretta applicazione del Piano Casa, recentemente sbloccato dal decreto emanato dell’Assessorato Regionale delle Infrastrutture lo scorso 7 luglio.
Durante l’incontro – aperto ai professionisti dell’area tecnica, agli imprenditori edili ed a tutti gli operatori del settore – è stato presentato anche il volume “Guida al Piano Casa” di Elio Caprì, che ha coordinato i lavori.
“Abbiamo voluto offrire agli addetti ai lavori un’occasione di confronto e di dibattito sulla corretta applicazione del Piano Casa, che definisce i criteri per riconoscere gli interventi di bioedilizia, seguendo i quali i cittadini potranno demolire e ricostruire la loro casa, fruendo dei premi di cubatura previsti dalla legge – ha spiegato Rino La Mendola – .Ricordiamo, in tal senso, che gli interventi di demolizione e ricostruzione possono prevedere aumenti fino al 25 per cento del volume esistente, con obbligo di utilizzare le tecniche costruttive della bioedilizia.Il suddetto limite è incrementato sino al 35 per cento, qualora nella ricostruzione siano adottati sistemi che utilizzino fonti di energie rinnovabili che possano garantire l’autonomia energetica degli edifici. Ricordiamo che sono previsti anche interventi di ampliamento degli edifici sino al 20% del volume esistente, anche se talvolta sono di difficile esecuzione dal punto di vista strutturale, per le prescrizioni introdotte dalla nuova normativa sismica, entrata in vigore dopo il terremoto che lo scorso anno ha colpito l’Abruzzo”.
A relazionare sono stati, tra gli altri, Salvatore Falsone, Capo Gabinetto dell’assessorato regionale Infrastrutture e mobilità, per il quale “l’incontro è momento che serve a evitare che ci possano essere letture o interventi difformi l’uno dall’altro, dando nuovo impulso e possibilità applicativa del sistema normativo: la legge è stata fatta per superare momenti di criticità economica, abitativa e per l’esigenza di riqualificare il tessuto urbano”, e Sebastiano Di Francesco, dirigente Utc di Agrigento-Settore Pianificazione urbanistica e gestione del territorio per cui “l’iniziativa si è rivelata utile per sciogliere diversi dubbi applicativi: il libro è ben fatto – ha detto – e ci sono anche dei formulari e quindi è molto utile”. Al dibattito erano presenti i rappresentanti degli Ordini e dei Collegi professionali di Ingegneri, Geologi, dottori agronomi e forestali, Geometri, dei costruttori, degli ambientalisti e di Inarsind Sicilia.
Per Giovanni Noto, consigliere regionale Ordine dei Geologi: “Il Piano casa sicuramente è un’opportunità di sviluppo come ribadito più volte, ma dal punto di vista professionale dobbiamo mostrare un pò di disappunto: il mancato recepimento di emendamenti proposti che si traduce in riconferma di rischio reale per chi va a realizzare nuove costruzioni. Non è stato preso in considerazione adeguatamente neanche il rischio sismico: riteniamo necessario un adeguamento della legge”.
Polemico Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente, secondo il quale il “Piano casa è un’occasione perduta e le sue norme inefficaci: i risultati dicono che le richieste sono poche centinaia. Abbiamo bisogno, invece di un intervento strutturale, di manutenzione e sostituzione di un patrimonio edilizio ormai vecchio”.
Giulio Saieva, dell’Ordine degli Ingegneri:”Vogliamo che professionisti e cittadini abbiano la possibilità di applicare una norma senza avere incertezze sulla corretta interpretazione: l’auspicio è che vengano emanate linee guida che diano possibilità i interpretare in maniera univoca e che possa essere una legge al servizio dei cittadini: così com’è in Sicilia ci pare difficile”, di pare analogo anche il presidente provinciale dei Geometri, Vincenzo Bellavia e Germano Boccadutri, presidente provinciale dei dottori agronomi che ha detto: “Reputiamo sia momento di sviluppo economico e sblocco dell’edilizia urbana e rurale: ci consente di amalgamarci con le altre professioni dell’area tecnica e di rispettare l’ambiente in genere, ma occorre applicabilità univoca, che non venga lasciata all’interpretazione del singolo”.
Numerosi sono stati gli interventi dal pubblico per chiarire alcuni passaggi della legge.
I lavori sono stati conclusi da Rino La Mendola, che ha definito il dibattito proficuo per due ordini di motivi: per una corretta applicazione della norma sul territorio provinciale e per stimolare le istituzioni preposte affinché strumenti importanti come la “delocalizzazione” ed il “fascicolo fabbricato” siano ripresi con una legge successiva.