Il silenzio degli innocenti

Tacciono i sedici consiglieri provinciali che firmarono la mozione contro la realizzazione del rigassificatore.

Tace il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, che pure si è costituito come Comune dinanzi al Tar.

Non parla l’agguerritissimo onorevole Michele Cimino, che tutti ricordano ancora in un’impietosa battaglia contro l’impianto di rigassificazione di Porto Empedocle.

Persino l’onorevole Roberto Di Mauro, il cui partito in altri tempi definiva quel genere di impianti come “polvere da sparo pronta ad esplodere”, improvvisamente non ha più nulla da dire.

Dopo le rivelatrici dichiarazioni del presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, il quale ha revocato il mandato al legale, appena 48 ore prima dell’udienza nella quale avrebbe dovuto rappresentare l’Ente dinanzi al TAR, quasi tutti pare abbiano perso l’uso della parola.

Non una critica politica a D’Orsi, da parte di Zambuto & c.

Gli unici interventi – oltre a quelli di qualche partito politico -, le interrogazioni presentate dai consiglieri provinciali Gallo, Avarello, Spoto e Guarraci.

Paradossalmente, tra i pochi a chieder lumi, il consigliere Guarraci, notoriamente favorevole alla realizzazione dell’opera industriale.

Oltre ai quattro consiglieri, l’unico che ha parlato, e qualcuno dice troppo, è stato il presidente D’Orsi, al quale va il nostro ringraziamento per averci dimostrato di cosa è capace la nostra classe politica.

Quattro colpevoli – i consiglieri provinciali che hanno presentato le loro brave interrogazioni -, a fronte di una nutrita schiera di silenti innocenti.

Non scriviamo 5, includendo D’Orsi, sol perché questi ha comunicato che non risponderà più alle domande dei giornalisti.

Silenzio dunque anche per lui, salvo qualche preghiera nella qualità di “uomo timorato di Dio”, come dallo stesso affermato nella lacrimevole nota inviata alla stampa.

Che vogliamo fare?

Facciamo un processo politico agli unici “colpevoli” che ci sono rimasti?

Grazie Presidente D’Orsi, se non fosse stato per lei, non ci saremmo neppure resi conto di quanto anche gli “innocenti silenti” abbiano a cuore le sorti della collettività.

Tra le sue preghiere, ne includa pure qualcuna per quegli uomini “colpevoli” che hanno osato schierarsi contro le “direttive della Regione”, alle quali lei – così come dichiarato – ha saputo, da buon devoto, prontamente obbedire.

Che Dio possa aver pietà dei loro peccati!

Gian J. Morici

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