A comprenderlo, non ci vuole molto. Di possibili scossoni, sia a livello regionale che nazionale, avevamo già scritto, ipotizzando possibili sante alleanze con pezzi del Pd, dell’Udc, del Pdl.
Avevamo anche anticipato come Gianfranco Miccichè, non facesse mistero della sua possibile candidatura a Palazzo d’Orleans.
Ovvio del resto, che in nessun caso Miccichè accetterebbe di collaborare a formare un Governo regionale con Lupo o Cracolici.
Il berlusconiano di ferro, il fedelissimo di Dell’Utri, mai e poi mai potrà sedere accanto ai “comunisti” antiberlusconiani.
Non ci tiene proprio a passare per Bruto che pugnalò il padre.
E poi, quale migliore occasione per far suo quel trono che fu costretto a cedere nel 2008?
Se a questo aggiungiamo che la Sicilia è sempre stata il laboratorio sperimentale di ogni progetto politico, i giochi sono fatti.
Quale migliore occasione per mettere a regime la macchina per le prossime nazionali?
L’autore del 61 a 0, potrebbe prendersi la rivincita e togliersi qualche sassolino dalla scarpa e non solo con Lombardo.
In gioco c’è anche la leadership del Pdl in Sicilia.
Ma per arrivare a centrare l’obiettivo, dovrà fare buon viso a cattivo gioco dimenticando per un attimo una partita ancora aperta con chi non si è fatto scrupolo di scavalcare chi gli aveva fatto da padre putativo in Forza Italia.
Ma si sa, in politica tutto muta e tutto si supera.
Un “torniamo a volerci bene” in casa pidiellina, magari con qualche aggiustamento interno, potrebbe decretare la fine del baffuto governatore catanese.
Dipenderà da Berlusconi dare il via alla mattanza e provare la macchina prima che in pista debba scendere nuovamente lui.
E questo, Raffaele lo sa…