Parole & Segni
A cura di Nuccio Mula
Castelvecchi Editore pubblica i saggi di un criminologo, Stefano Re, e di un “personal life coach”, Lorenzo Ait, da singoli e in coppia in due straordinari volumi che informano ed allertano sulle più varie tecniche di
“MINDFUCKING”
Prosegue fra consensi e ristampe l’eccezionale successo di due capolavori della saggistica divenuti veri e propri manuali per difendersi da tutti gli strateghi, i mercenari e i furbastri specialisti nel “fottere la mente”
Stefano Re: “Mindfucking – Come fottere la mente”
454 pagine, V edizione, maggio 2009, Euro 22, 00
Alberto Castelvecchi Editore Srl, Roma –
Stefano Re, Lorenzo Ait: “Mindfucking II – Nuove istruzioni per fottere la mente”
307 pagine, I edizione, novembre 2007, Euro 18, 00
Alberto Castelvecchi Editore Srl, Roma www.castelvecchieditore.com
Quando ti ritrovi davanti agli occhi e tra le mani dei libri che avresti voluto scrivere proprio tu, e, solo a sfogliarli preliminarmente alla lettura, come è naturale, come fai sempre, per di più t’accorgi che questi sono scritti come tu avresti deciso di scriverli, è un vero e proprio “tsunami” di sensazioni che ti colpisce, ti avvince, ti esalta, ti stende: e se anzitutto, in un decimo di secondo, ti scopri a provare un’istintiva, immensa invidia per chi l’ha fatto prima di te (e persino senza sentire il dovere d’avvisarti), nei minuti che seguono subentra un provvidenziale “mix” di razionalità e di ragionevolezza che ti riconcilia con i normali tragitti del cogitare, per impagabili preliminari di gratificazione che ti stimolano scelte e tempi di priorità, in tal senso inducendoti a far piazza pulita di tutti gli altri “livres de chevet” e ad iniziare un “countdown” all’esaurirsi del tempo, e cioè quando l’incombere della notte impone un “reset” della passata quotidianità per garantire almeno un’ora di godimento intellettuale ed emotivo allo stato puro proprio dinanzi a quelle preziose pagine. Non sempre mi accade di sorprendermi a soppesare ed a centellinare tale insperata fortuna, “rara avis” per un critico sistematicamente ingozzato di pubblicazioni d’ogni tipo e valenza, ivi comprese quantità industriali di proposte che, già ad un primo impatto, più che “new entries” con regolare permesso di soggiorno tra gli scaffali della mia biblioteca si rivelano insperati ed utili ausili per la raccolta differenziata; ma, vivaddio, di eccezioni che arrivano anche a sfrattare dagli scaffali suddetti, per garantire loro un posto d’onore, autori e libri di qualità (veicolati subito nelle file interne, in attesa di occasionale riesumazione) ancora oggi, e per fortuna, me ne arrivano: come nel caso di questi volumi che, nelle mie preliminari, doverose investigazioni da potenziale recensore presso le varie Case Editrici, ho subito “fiutato” come straordinari, richiedendoli alla Castelvecchi ed ottenendoli subito, grazie all’encomiabile, rara sensibilità e professionalità del collega Alex Pietrogiacomi, responsabile del loro Ufficio Stampa. Ma andiamo subito al sodo, e vedrete che sodo, ragazzi. Dovunque ci troviamo, nell’ambiente di lavoro o in famiglia o tra amici, al bar come a scuola, c’è sempre qualcuno che sta tentando di manipolare la nostra mente. Quando la volontà cede e le difese crollano, quando (con le buone o con le cattive) si ottiene da noi quello che non volevamo fare o dire, allora la mente è “fottuta”: e “Mindfucking” è, appunto, il termine che, nel gergo degli “addetti ai lavori sporchi”, indica questa consegna incondizionata del cervello nelle mani del nostro interlocutore. Di norma non ci rendiamo conto di quanto profondo e quotidiano sia questo fenomeno, al punto che l’ “Homo Sapiens” è considerato l’essere ricettivo per eccellenza ai condizionamenti; e in tal senso esistono da sempre delle vere e proprie strategie per ottenere questi risultati, da quelle che subiamo (e applichiamo) istintivamente a quelle più raffinate e scientificamente organizzate, metodi messi a punto in secoli di sperimentazione sul campo, dall’Inquisizione agli interrogatori della Cia e del Kgb, dagli imbonitori televisivi ai guru della “New Age”, dagli addestramenti militari all’influenza di pubblicità e media. Il “Mindfucking” fra le nostre mani e dinanzi ai nostri occhi è, per l’appunto, l’allucinante ed acclarante “summa” di quanto sopra: e cioè uno studio, ampio e rigorosissimo, su tutto ciò che non avreste dovuto sapere (ma che vi viene provvidenzialmente monitorato, scansionato e decriptato) sulla parte più oscura e cinica della società e del potere, una sorta d’ enciclopedia di tutti i modi e i mezzi con cui è possibile modificare la percezione della realtà, disciplinare gli individui, ottenerne un asservimento mentale, spirituale, economico, politico o sessuale, ed al tempo un autentico manuale d’autodifesa, di sopravvivenza e di resistenza “attiva”, differenziata per settori e vessatori, supportata da un amplissimo apparato documentario di studi e sperimentazioni, nonché dai diari di sopravvissuti ad esperienze estreme quali “lager”, “gulag” ed i più vari campi di prigionia di mezzo mondo. Facilmente accessibile anche ai profani di psicologia e sociologia, “Mindfucking” non si limita a darvi la mappa dei condizionamenti cui la mente umana può venire sottoposta, ma vi insegna anche le più efficaci strategie per contrastarli. E per darvi una rapida idea dell’affabulante spessore di questo volume, vero “best-seller” della saggistica, richiestissimo da studiosi ed appassionati dell’argomento, tant’è da essere stato riproposto, ad oggi, e nell’arco di soli sei anni (dal 2003 al 2009) in ben cinque edizioni, eccone un breve riassunto, che inizia, fra epifanie di consapevolezze e di mutazioni, “guardando nell’abisso” di una realtà ingannevole nel suo proteiforme manifestarsi attraverso “ingranaggi” d’isolamenti e legami, controlli sociali ed attacchi emotivi, ipnosi, pressioni e torture, manipolazioni del “comunicare” (ergo del “mettere in comune”, cristallino o capzioso che sia), deprivazioni, sottomissioni, dissonanze, reclusioni e aggressioni, condizioni, paradigmi e condizionamenti vari che, al progettare / subire il “mindfucking”, si ramificano tentacolarmente in diversi contesti, noti od imprevedibili: gli interrogatori coercitivi di polizia e nei vecchi e nuovi regimi, le tecniche di rieducazione politica, le programmazioni mentali nelle diverse dimensioni del recludere (dal carcere ai campi di prigionia), per approdare anche all’ambito religioso o pseudotale di culti e sette, ai diversi “gruppi di terapia” sui controlli delle emozioni tra prestidigitazioni di mitologie salvifiche e conclamate imposture, ai contesti militari, paramilitari e / o dichiaratamente terroristici, per poi dipanarsi a 360 gradi su tutte le altre possibili od inimmaginabili diramazioni del “mindfucking” più apparentemente “normale” e quotidiano (attraverso i media, sul lavoro, nelle relazioni personali, nella cultura, “ovunque”; ma il volume non si limita a tali constatazioni, peraltro esemplarmente compendiate e schematizzate, laddove va a soffermarsi adeguatamente (e doverosamente) anche sui differenziati “elementi di difesa” e persino sulla gestione oculatamente ragionata d’un “mindfucking consensuale”. Il giovane e dottissimo autore, Stefano Re (Milano, 1970), laureato in Scienze Politiche, si è affermato con un’alta professionalità in Criminologia applicata tramite anni di studio e lavoro sul campo, occupandosi, nello specifico, di omicidi sessuali e seriali, analisi della scena del crimine, previsione del comportamento, criminogenesi, analisi criminologica dinamica dei centri urbani, gestione della crisi e modalità specifiche di intervento preventivo e repressivo, firmando anche “Femdom” (Castelvecchi, 2005) e, assieme ad un altro brillante studioso, ancor più giovane di lui, Lorenzo Ait, “Mindfucking II – Nuove istruzioni per fottere la mente, indispensabile manuale pratico del vero Mindfucker” (Castelvecchi 2007), di cui adesso andiamo “naturaliter” ad occuparci, trattandosi, ed in tutta evidenza, di una diretta prosecuzione concettuale di questo primo saggio, ancorché in assoluta peculiarità d’impostazione/redazione ed anche di obiettivi/propositi da condividere, traguardare e travalicare.
Ed infatti questa “seconda lezione”, dopo il grandissimo successo di “Mindfucking”, scatta, è vero, dagli stessi blocchi di partenza, e cioè dall’oggettiva, documentabilissima e documentatissima coscienza del fatto che la nostra società è strutturata apposta per mandarvi il cervello in pappa, prendersi il vostro spirito critico, farci lo zucchero filato ed ottenere la vostra resa incondizionata; ma ha un preliminare d’intesa (che diviene anche imperativo categorico dell’allertare) tanto imprevisto quanto efficace e coinvolgente. In altre parole ed in sintesi, preavvisano gli Autori, se siete d’accordo godetevi lo spettacolo della vostra narcosi; ma forse non lo siete, ed ecco, allora, “Mindfucking 2”, che vi introdurrà non solo nell’aula accademica di “Mindfucking 1”, ma direttamente nella palestra e nella pratica del “Mindfucking” difensivo e offensivo, con tanto di esercizi per evitare di farvi fottere ancora e, quando necessario, per contrattaccare decisamente, da vincenti e con ottimi aiuti, in ogni situazione, dal lavoro alle relazioni sociali, dalla comunicazione alle relazioni intime.
Il volume inizia con un amplissimo cogitare di Stefano Re sugli assiomi, i modelli, le strategie, le tecniche di controllo della comunicazione, per poi passare ai fatti (e che fatti!) nella seconda sezione, a cura del citato Lorenzo Ait (Roma, 1980), formatore, laureato in Scienze della Comunicazione, Master in Programmazione Neurolinguistica; uno studioso e “allenatore” che, oltre a scrivere con esemplare ed irresistibile chiarezza al pari di Stefano Re (per Castelvecchi ha pubblicato anche “Trenta e lode senza studiare”, 2007, che recensirò volentieri poiché, al di là della titolazione provocante, sarà tutt’altro che un manuale di rifondazione vincente di radicate asinologie), si è persino infiltrato in sette esoteriche e gruppi di pensiero per studiare il controllo mentale e la coercizione, senza peraltro tralasciare le altre sue polivalenti attività di saggista, conferenziere, “personal life coach” di alcuni personaggi dello sport e dello spettacolo, ed ovviamente di coordinatore di seminari ed incontri sulla gestione delle emozioni, sulla comunicazione ed, in specie, sul “Mindfucking”.
Questa la sintesi del lavoro di Ait: regole, scopi, strategie e persino “Tao” d’un “Mindfucking” da giocare per tramutarci, ovunque e comunque, da burattini a burattinai; “Mindfucking” anzitutto con / contro noi stessi, che nella maggior parte dei casi siamo i nostri veri, spaventosi ed apparentemente invincibili nemici, e poi in famiglia, in società, tra gli amici, al lavoro, nel rapporto di coppia, nei confronti d’ogni comunicazione persuasoria (meglio conosciuta come “pubblicità”), della politica, della religione ed in varie “situazioni estreme”: in sostanza, due esemplari “manuali d’autodifesa” che dovremmo tenere tutti e sempre a portata di mano, per diventare vincenti con pazienza ed acume, ma, attenzione, grazie alla “task force” scientifica di due autentici e qualificatissimi specialisti, e cioè senza farci “fottere” più da nessuno, ivi e in specie compresi quei troppi professionisti della millanteria, magari travestiti da “maestri” e da “guru”, che, imperando sulla disperazione e l’ignoranza, continuano a “predicare” male ed a “fottere” bene identità, coscienze e portafogli.Nuccio Mula