Per l’albero arriva l’immunità parlamentare?
Il Senatore Lello Ciampolillo (M5s) ci ha ormai abituato con le sue battaglie, che puntualmente affronta in Parlamento: dalla lotta per la liberalizzazione delle Cannabis alle battaglie Vegan, dal no al TTP alla “disobbedienza civile” che lo ha visto opporsi al Decreto Ischia (è stato uno dei senatori che non ha votato) giusto per elencarne alcune.
L’ultima ribellione del Senatore riguarda la singolare protesta attraverso la quale è riuscito a salvare un albero destinato ad essere abbattuto.
Il Fatto
Siamo in Puglia, patria del Senatore Ciampolillo.
Nel Luglio 2017, dopo un monitoraggio nella zona compresa tra Ostuni, Ceglie Messapica e Cisternino, vengono identificati 19 alberi infetti dalla Xylella.
La procedura vuole che vengano eradicati gli alberi malati e tutto ciò che si trova nel raggio di 100 metri, senza se e senza ma.
La data prevista è il 10 Aprile.
L’agricoltore Giuseppe Scarafile, proprietario di uno degli alberi, non accetta il verdetto finale e riesce momentaneamente a procrastinare l’infausto evento.
Intanto a giugno l’area viene nuovamente classificata “infetta” e le regole cambiano: adesso si devono estirpare solo le piante malate.
L’intervento dell’Osservatorio…
l’Osservatorio fitosanitario sanziona l’agricoltore dissidente e lo diffida a procedere.
Il controintervento del Senatore…
Scarafile è tuttavia più astuto ed in data 22 ottobre comunica agli ispettori di aver ceduto (in comodato gratuito) il suo terreno al Senatore Ciampolillo.
Il 9 novembre, quando la Regione in osservanza alle direttive europee, ordina all’Arif Puglia (Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali) di abbattere l’ulivo, arriva a sorpresa la prima diffida del parlamentare, che intima di denunciare chiunque entri nel “suo” terreno.
L’Osservatorio relaziona
Il 4 dicembre, l’Osservatorio si limita ad inviare un’informativa alla procura di Brindisi, in cui segnala ai Carabinieri forestali ed alla Procura, di non aver potuto abbattere l’albero che in base “alle analisi molecolari di conferma” è stato classificato come infetto.
Nell’informativa si legge “Perdurando il ritardo nell’estirpazione dell’olivo infetto e con l’approssimarsi delle stagioni di attività del vettore del batterio, potrà verificarsi un’ulteriore diffusione del patogeno inizialmente sulle piante ospiti presenti nei terreni confinanti e successivamente nel restante territorio con seri pregiudizi per l’ambiente. Restando in capo al proprietario e al comodatario la responsabilità per l’eventuale diffusione del batterio anche nei territori circostanti”.
Ciampolillo non demorde
A nulla valgono le segnalazioni dell’Osservatorio.
Ciampolillo, in barba alle disposizioni di abbattimento previste per lunedì scorso, presenta una nuova diffida, spiegando che l’albero non va abbattuto perché “presenta un aspetto sano e fisiologico, in assenza di alcun segno di disseccamento”.
Il Senatore poi aggiunge “Questo ulivo, campionato nel Luglio 2017, dimostra come il batterio non sia la causa dei disseccamenti, essendo ancora oggi la pianta in perfetto stato vegetativo”.
I dubbi
- Secondo l’Onorevole Ciampolillo anche la Commissione di inchiesta della Camera avrebbe accertato che non vi è legame fra il disseccamento e l’azione del batterio.
- La colpa sarebbe riconducibile alle condizioni ambientali ed in particolare al “grave stato dei terreni , in gran parte causato dell’uso indiscriminato di fertilizzanti chimici e pesticidi”.
- Infine, segnala l’Onorevole “sempre ammesso che sia il batterio la causa del disseccamento degli alberi, quell’ulivo dovrebbe essere oggetto di studio, non certo di abbattimento”.
La reazione di Grillo
Grillo ha condiviso un post del Senatore “paladino dell’ambiente” che recita “ Ho depositato questa mattina una diffida per impedire l’abbattimento dell’ulivo della contrada di Termetrio a Cisternino. Un ulivo risultato positivo a Xylella Fastidiosa oltre un anno e mezzo fa e ancora oggi perfettamente verde. Testimone, forse per alcuni scomodo, della non corrispondenza tra la presenza di Xylella e il disseccamento, nonché della possibilità di convivere con il batterio e di preservare quindi il nostro prezioso patrimonio olivicolo. A detta dell’illustre comitato scientifico della Regione Puglia e degli stessi ricercatori del Cnr di Bari, il batterio si manifesta nelle piante non oltre un anno dal suo insediamento. Ma ad oggi, contro ogni previsione, l’ulivo in questione non solo è vivo e vegeto ma non presenta alcun segno di disseccamento. E come lui tutti gli ulivi che si trovano nei paraggi. Un caso quindi tutt’al più da studiare, non certo da eliminare. Se a questi signori interessa il futuro dell’olivicoltura pugliese, quella di qualità, che produce uno degli oli migliori al mondo, non si potrà che percorrere insieme la strada della ricerca, com’è mia intenzione fare e come ormai dovrebbe indicare il buon senso. Vorrei infine ricordare ai fautori delle ruspe che qui stiamo rischiando di barattare l’inestimabile valore ambientale, paesaggistico e culturale di questi territori con la vana promessa di un guadagno per pochi. È mia intenzione procedere in tutte le sedi opportune per fare fare chiarezza e chiedere giustizia”.
Conclusioni
Considerate le vecchie inchieste che hanno visti coinvolti numerosi esponenti eccellenti, tra cui il colonnello della Forestale, Giuseppe Silletti, nominato commissario straordinario per l’emergenza Xylella e responsabile di due piani di intervento recanti il suo nome; Antonio Guario, ex dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari; Giuseppe D’Onghia, dirigente del Servizio Agricoltura area politiche per lo sviluppo rurale della Regione Puglia”; Silvio Schito, dirigente dell’Osservatorio fitosanitario regionale di Bari, Giuseppe Blasi, capo dipartimento delle Politiche europee ed internazionali e dello Sviluppo rurale del Servizio fitosanitario centrale; Nicola Vito Savino, docente universitario e direttore del centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura Basile Caramia” di Locorotondo; Franco Nigro, micologo di Patologia vegetale dell’Università di Bari; Donato Boscia, responsabile della sede operativa del Cnr dell’istituto per la Protezione sostenibile delle piante; Maria Saponari, ricercatrice del Cnr dell’istituto per la Protezione sostenibile delle piante; Franco Valentini, ricercatore dello Iam di Valenzano (Bari), c’è da chiedersi quanto sia stato costruito a tavolino e se la nocività ambientale non sia altro che una squallida strategia del sistema di dominio, non solo una conseguenza industriale del capitalismo.
Ci auguriamo pertanto che il Senatore Ciampolillo, continui ad opporsi pacificamente contro questo scempio istituzionale, ma soprattutto contro l’ennesimo attacco alla vita che puntualmente viene criminalizzato da chi detiene per conto terzi il potere locale.
Grazie senatore Ciampolillo,siamo tutti con te,non serve abbattere le piante,è una follia assurda e incomprensibile,un giorno si chiederanno come è stato possibile questo scempio che oggi solo l’ignoranza ottusa e cieca sta permettendo contro ogni evidenza scientifica!