Potrebbe essere la nuova esclusiva proposta di una colazione unica nel suo genere, da ricordare al ritorno delle vacanze. Basta un breve giro nella centralissima via Atenea, una sosta per far colazione ai tavolinetti di un bar, per scoprire come la “magnifica Agrigento”, alla tradizionale colazione a base di caffè, cappuccini, brioche, granite e cornetti, aggiunga, senza pagare alcun supplemento, ingredienti unici nel loro genere: polvere, incantevoli panorami di sporcizie varie, calcinacci che cadono o finiscono in strada a seguito di piccoli lavori edili, rumore e smog da autocompattatori che in orari ritenuti indecenti in altre città civili, raccolgono cartoni e quanto altro vien messo fuori dai commercianti.
Due passi lungo la strada principale della città, stando ben attenti ad evitare buche che mettono a rischio anche gambe e caviglie di ben allenati montanari, per potersi godere una doccia di acque sporche scaraventate in strada da “poco attenti” operai alle prese con la ristrutturazione di qualche alloggio.
Inutile lamentarsene e chiedere il rispetto delle più elementari norme di legge e di buonsenso.
La 686? Qui, più che legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, verrebbe scambiate per numeri da smorfiare e giocare al lotto.
Un operaio con scarpe antinfortunistiche ed elmetto, verrebbe immediatamente scambiato per un marziano.
Del resto, a cosa serve l’elmetto se l’oggetto che può finir giù viene buttato o lasciato cadere dall’alto proprio da “distratti” operai dei piccoli cantieri?
Considerato che è un vero terno al lotto, riuscire a percorrere tutta la via senza incappare neppure in un piccolo incidente, ad indossare scarponcini ed elmetti antinfortunistici dovrebbero essere gli incauti passanti che, a loro rischio e pericolo, decidono di transitare lungo il “salotto cittadino”.
Se fare due passi in città richiede doti da equilibrista, ancor più ne richiedono il fare politica. Prova ne sia l’intensa attività del sindaco, Marco Zambuto, impegnato nel doppio, triplo e quadruplo salto mortale per evitare inchieste e avvisi di garanzia che, come il vento che provoca il crollo di seicenteschi palazzi, potrebbero buttar giù buona parte della classe politica agrigentina.
Ma a Zambuto non mancano né il coraggio, né le doti da equilibrista. Anni di esperienza, hanno fatto di lui un funambolo della politica di grande talento.
Un passato da consigliere comunale con la Democrazia Cristiana, rieletto con il partito dei Cristiani Democratici Uniti; segretario provinciale dell’UDC; eletto sindaco di Agrigento col supporto dei Democratici di Sinistra, dell’UDEUR e di tre liste civiche; approdato al PdL di Silvio Berlusconi; ritornato all’UdC di Casini, è già pronto per l’ulteriore cambio di casacca che dovrebbe – il dovrebbe è obbligatorio visti i trascorsi – vederlo accanto al “demolitore” (PD) Matteo Renzi.
Se solo Renzi decidesse di portarlo con lui, considerato lo stato in cui versa la città di Agrigento, possiamo esser certi che nel lavoro di “demolizione” non potrebbe trovare migliore alleato.