“D: Nei giorni scorsi è emerso il “caso” di cani malati, in degenza all’interno del locale al “Mercato Coperto” (leggi l’articolo). Cosa può dirci in merito?
R: “Per la convenzione che il comune di Aragona ha fatto con la LIDA, con il Ministero della Salute etc. etc. dunque, in ottemperanza a questo protocollo noi abbiamo dato in comodato d’uso dei Locali che servivano essenzialmente per la custodia di tutto il materiale occorrente alla gestione della struttura leggera. Va precisato che si è proceduto alla sterilizzazione di tutti i cani di questa struttura leggera (c/da Zoira ndr). Per cui per obbligo sanitario tutti i cani che sono stati sottoposti a sterilizzazione, dopo l’intervento devono obbligatoriamente essere gestiti ed hanno bisogno di un vero e proprio periodo di convalescenza in un ambiente chiuso. Così è stato per tutti i cani che sono stati sterilizzati. Nonostante le difficoltà economiche dell’ente si è proceduto anche a questa fase di sterilizzazione di tutti questi cani. Quindi questi locali sono serviti anche a questo. I rappresentanti della Lida si sono occupati della gestione in degenza di questi cani dopo la sterilizzazione. Recentemente, cosa che io non sapevo – sono stati lì curati alcuni cani che avevano delle patologie specifiche e per qualche giorno sono stati tenuti lì in quegli ambienti. Adesso, sono stati trasferiti dopo le cure e sono in trattamento farmacologico e dermatologico in un settore, in una parte apposita della struttura leggera. Devo ritenere che, alla luce anche di queste informazioni che sto dando, spesso, a prescindere dalla volontà di tutte le parti vengono fuori delle notizie o delle informazioni dove prevale soprattutto l’aspetto scandalistico che in realtà poi non esiste perché alla luce di quello che ho detto non viene fuori che i locali sono stati utilizzati anche per la degenza obbligatoria dei cani.
D: Cure di pochi giorni?
R: Sì delle cure particolari e già sono stati trasferiti (nella struttura leggera – ndr).
D: I locali li avete dati voi? Sono locali comunali o privati?
R: Si tratta di locali comunali che sono stati dati soprattutto per tutto il materiale occorrente che serviva anche in prefase di realizzazione del canile (di c/da Zoira – ndr). C’era depositato tutto il materiale che i volontari animalisti si erano impegnati a dare per la realizzazione più il mangime, le crocchette, le pedane e tutta una serie di materiali. Quindi questo prevedeva l’accordo che avevamo stipulato.
D: I locali che sono stati utilizzati dalla LIDA (“Mercato Coperto”), sono stati utilizzati da loro impropriamente o sono stati consegnati dal comune?
R: I locali sono stati consegnati con quella formula e con quella finalità. Dopo di che siccome poi la cura e la gestione diretta dei cani è in capo alla LIDA, per questo c’è questo protocollo d’intesa, loro, come dire, hanno utilizzato i locali per queste necessità per cui le responsabilità dell’amministrazione …
D: Voi non lo sapevate, non avevate autorizzato nulla?
R: devo dire che per me è stata una sorpresa perché in questo protocollo … noi agiamo per rispetto a un protocollo…
D: quando sono state effettuate le sterilizzazioni è stato acconsentito l’utilizzo di quel locale per i cani in cura e degenza?
R: io non lo so, voglio dire.., ecco quando parlo della separazione dei ruoli. Sapevo che è obbligatorio ed era utile fare queste sterilizzazioni per evitare l’aumento dei cani etc. etc. Abbiamo concordato poi con S. Elisabetta e l’Unione dei Comuni di fare le sterilizzazioni, con anche l’apporto dell’ASP. Dopo di che, ovviamente, credo che sia stata una scelta dei collaboratori della LIDA utilizzare i locali per la degenza dei cani. E, comunque, dei locali si dovevano trovare per la degenza dei cani.
D: Abbiamo capito che dei locali si dovevano trovare per la degenza dei cani, però, quei locali sotto il Mercato alimentare non è che fossero proprio il massimo..
R: E quali altri comuni (locali? – ndr), questi locali abbiamo dato alla LIDA non è che..
D: Voi avete dato questi locali per depositare materiali e mangimi per i cani. Se si trovano dei cani le ipotesi sono 2: gli è stato consentito o verbalmente o per iscritto; oppure lo hanno fatto di loro iniziativa senza alcun permesso. Come è andata?
R: L’amministrazione non ha dato nessun input per queste cose.
D: Che lei sappia neppure i caposettore o altri dirigenti hanno dato autorizzazioni, input o permessi?
R: Non lo so, nello specifico questo lo potrà dire il caposettore. Io con l’ASP abbiamo preso l’impegno – che abbiamo rispettato – delle sterilizzazioni. A seguito delle sterilizzazioni ci vuole di un periodo di degenza, ma non mi pare […] so che i cani adesso sono stati trasferiti nella struttura temporanea in un box dedicato esclusivamente a loro.
D:A seguito della presa d’atto di questa situazione, è intervenuta qualche autorità per controllare – nell’ambito delle proprie competenze?
R: credo che sia intervenuto l’ufficio. Ieri sono stato chiamato dal caposettore Bellanca e dai carabinieri che hanno appreso tutto l’intero iter, tutta la vicenda dei cani che sono in custodia al comune. Hanno preso atto di tutto il lungo iter e di tutti i gravosi impegni che l’amministrazione si è assunta. Periodicamente noi abbiamo ricevuto dei controlli su tutte le cose nelle varie fasi da parte dell’ASP e da parte dei NAS e da parte dei Carabinieri. Quindi, dico, che i controlli che vengono effettuati che ben vengano perché possiamo sempre dimostrare con l’operato ciò che riusciamo a fare, e nelle condizioni in cui lo facciamo.
D: Dove sono ricoverati i cani con leshmaniosi, ehlichia canis, rckettsia conori?
R: credo che si trovino in c/da Zoira. Un altro discorso che va estremamente sottolineato, è che questa forma di patologia dermatologica (riferendosi alla rogna demodettica ndr) non è trasferibile ne ad altri animali e ne agli uomini. Quindi, da questo punto di vista si è creato un allarmismo che è fuori luogo dal punto di vista dell’informazione.
D: Il protocollo d’intesa prevedeva una convenzione tra l’ente e un veterinario – come mai attualmente nessuna convenzione è attiva, visto che si ha a che fare con circa 120 cani?
R: Il protocollo d’intesa prevedeva tantissime cose, tra cui la realizzazione e la gestione della struttura che ha richiesto notevolissimi sforzi. Io vorrei ricordare il notevole impegno di risorse economiche, umane e realizzative che tutto ciò ha impiegato. Dopo di che noi non abbiamo avuto le ulteriori risorse economiche per completare e garantire al meglio la cura e la gestione dei cani. Tant’è che in maniera molto corretta e trasparente ho inviato una nota all’assessorato regionale e soprattutto al Ministero della Salute per informare che il comune si trovava in una situazione di estrema criticità economica, tant’è che alcune mensilità degli impiegati sono poi state pagate con notevole ritardo. E questa nota che voleva essere, come dire, la segnalazione della nostra criticità, è stata invece interpretata in maniera al solito strumentale e scandalosa, come se il comune non volesse ottemperare ai propri obblighi. E in virtù di questo per informazioni distorte abbiamo ricevuto la visita dei NAS, che ha avuto un esito di conferma della totale regolarità della struttura. Anche qui a volte non si vuole far passare il messaggio che il comune non ha tutte quelle risorse finanziarie per garantire al meglio la totale e complessiva gestione della struttura e dei cani. Se non riusciamo più a garantire altre piccole forme, poi quello diventa lo scandalo, ma se noi non abbiamo nel mese di dicembre 2011neppure i soldi per evitare di sforare il patto di stabilità, per le cose essenziali… Ora stiamo provvedendo alle spese di prima necessità con l’apertura dell’esercizio finanziario. Ecco poi passa la notizia semplicemente “I cani non sono curati”. Ma perché i cani non sono curati, perché manca a volte anche il minimo di disponibilità di risorse finanziarie…
D: Il consigliere Duccio Cipolla, nel corso di un’intervista disse: “So e l’ho potuto vedere che per questa struttura temporanea c’è un contratto di comodato d’uso, secondo me assurdo, poiché, è la prima volta che mi capita di leggere un contratto di comodato d’uso della durata di 1 anno con una penale di 10 € al giorno, per ogni giorno in più di utilizzo del canile stesso. Credo e mi sembra che si stia parlando di astrologia”. Il comodato d’uso “gratuito per 1 anno scadeva a novembre 2011 e i cani sono stati portati nella struttura leggera a settembre/ottobre 2011. Da dicembre 2011, il comune si è trovato a versare 10€ al giorno, ai proprietari del fondo. Cosa può dirci al riguardo?
R: Il contratto è normale, cioè, che per 1 anno il proprietario c’è lo da in comodato d’uso. Siccome qual è la discussione, che questa non è una struttura definitiva. Questa è una struttura temporanea che ha delle autorizzazioni particolari per la temporaneità, la cui finalità era quella di smantellare la situazione di contrada Tuberio e garantire una migliore vivibilità dei cani nell’attesa dei trasferimenti e delle adozioni. Cosa che sta avvenendo. Non va vista in un’ottica di permanenza e realizzazione definitiva.
D: Parliamo di un comodato d’uso gratuito per 1 anno, ma poi l’anno è scattato a due mesi dall’inizio dell’utilizzo (i cani vi sono stati portati a ottobre), quindi potremmo parlare sin da subito di affitto. Se questa situazione si protraesse per 4-5 anni sarebbero quasi 15.000€…
R: No, l’obiettivo è quello di azzerarlo nel più breve tempo possibile.
D: Nel protocollo d’intesa firmato tra comune e associazioni, è riportato che farmaci e cure dei cani, sono a carico del comune…
R: Ho avuto modo di dire che il sottoscritto nel mese di settembre ha inviato al ministero e agli altri organi più di una nota, illustrando la situazione di criticità dell’ente, ma non è stato colto quello che volevamo dire: soldi per i cittadini non c’è ne sono, come li troviamo per i cani? Quindi non possiamo continuare a garantirvi… Questo significava la richiesta di aiuti da parte del Ministero e dell’assessorato. In tutta questa vicenda noi a fronte delle richieste di finanziamento che abbiamo fatto, il ministero alla salute e l’assessorato, 1€ non c’è l’hanno dato. Quindi tutte queste sono state delle spese a carico del comune di Aragona. Quel passaggio della lettera che ho fatto è stato volutamente e strumentalmente mal interpretato perché si pensava che il comune volesse scrollarsi dai propri obblighi. In realtà era una richiesta dovuta al fatto che avevamo esaurito tutti i fondi e non riuscivamo più a pagare gli stipendi. Se tutto questo non è tenuto in considerazione, è chiaro che prevale l’aspetto scandalistico: “Non li curano…etc.”.
D: “Ad Aragona non è mai stata attivata un’organizzazione sulla legge 15/2000 cioè quella che riguarda l’istituzione dell’anagrafe canina per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo, perché il Comune è sprovvisto di un canile e di un ambulatorio per le cure degli animali”. Questo dichiarò il Comandante Miccichè nell’ottobre 2010. Oggi come stanno adesso le cose, cosa è stato fatto?
R: Il fenomeno si era concentrato in c/da Tuberio, e occorre focalizzare bene. C’è stato un soggetto particolare, la Gueli Ninfa che si è prestata, in maniera anomala ed eclatante, a raccogliere i cani. Dobbiamo anche sottolineare che c’è anche un forte senso di irresponsabilità di gente che anziché prendersi cura dei loro cani e crescerli in questo soggetto (Gueli Ninfa) trova poi il recettore finale di questo andazzo. Va sottolineato il fatto di una totale deresponsabilizzazione di gente che poi alla fine scaricano su una struttura a suo tempo abusiva. Quindi l’impegno del comune si è essenzialmente concentrato sullo smantellamento di questa situazione eclatante e sulla realizzazione di questa struttura leggera di c/da Zoira. Visto le risorse che abbiamo avuto e che abbiamo dovuto investire. Una volta che porteremo, come è avviata, a normalità questa situazione cercheremo di concentrarci sull’aspetto dell’anagrafe canina e di incominciare a lavorare anche a livello di prevenzione e di rispetto delle regole…”
A prescindere dunque dai doveri della Pubblica Amministrazione, non v’è dubbio che nella vicenda dei cani di Aragona, una maggiore sensibilità, cultura ed educazione dei cittadini, potrebbe aiutare a risolvere in gran parte un problema che, oltre ad spetti etici, riveste carattere economico in danno dell’intera collettività. Intanto, va sottolineato come tra ieri e oggi circa 30 cani hanno lasciato la struttura provvisoria, destinati alle adozioni.
Totò Castellana
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