23 Novembre 2024
Home Lettera aperta di Elio Lanzillotti ai Presidenti di Legambiente WWF e Federparchi

4 thoughts on “Lettera aperta di Elio Lanzillotti ai Presidenti di Legambiente WWF e Federparchi

  1. Gentile sig. Federico.
    Non vi è dubbio che i parchi siano lottizzati, basta vedere i nomi di alcuni Presidenti e di alcuni direttori (specie dei direttori che guadagnano fino a 150.000 euro annui). Ma cosa c’entrano i lavoratori dei parchi? cosa c’entrano le guide professioniste o le cooperative giovanili, o gli operai con la lottizzazione politica e diciamolo pure delle associazioni ambientaliste…… Io accuso alcune grandi associazioni di aver abbandonato queste persone e per certi aspetti anche la loro missione statutaria.
    Per quanto Lei sia uomo di parte (leggo sul suo curriculum: Tra i fondatori e socio vitalizio di Mountain Wilderness, è socio onorario della stazione ornitologica del WWF Abruzzo e past president di Legambiente di Abbateggio) mi dica se è giusto WWF e Legambiente siano oramai delle vere e proprie aziende che operano anche nel campo industriale con bilanci di milioni di euro. Mi dica se è giusto che decine di dirigenti nazionali siano da venti anni sempre gli stessi poichè fanno i dirigenti per mestiere (nessuno vieta loro di lavorare per le associazioni, si chiamano funzionari o impiegati non dirigenti eletti). Forse un ritorno alle origini ed un ricambio generazionale non sarebbe male….trattandosi di volontariato.

  2. Condivido la sua analisi sulla deriva delle associazioni, che personalmente quando ci devono essere non ci sono mai. A questo proposito ecco una mia ultima lettera, che invece dimostra che “sanno quando esserci”.
    http://pollinokombat.asklepios.it/2012/11/lettera-ad-ermete-realacci-politico-ex.html

    Ma una domanda le vorrei fare… I tagli in che modo possono danneggiare i lavoratori dei Parchi? Personalmente non ho proprio idea di chi siano questi lavoratori che verranno danneggiati, perché personalmente per tutto quello che faccio nel mio parco e dintorni non ha mai ricevuto neanche un grazie.

  3. Che sia veramente conveniente ai cittadini e all’ambiente la “Green Economy”?

    LE LOBBY RINNOVABILI
    Ormai tutti ne parlano, tutti li pubblicizzano, tutti li installano.
    Sono i fenomenali, gli eccezionali, i miracolosi:

    PANNELLI FOTOVOLTAICI!

    La scoperta del millennio! La fonte rinnovabile che ci farà uscire dalla crisi mondiale! La panacea di tutti i mali!
    O no?
    Cerchiamo di analizzare questo miracolo tecnologico, questo prodigio della Scienza.
    Supponiamo di voler risparmiare un quantitativo di energia di 2.500 kWh/anno (che corrisponde al consumo medio annuo di un’unità immobiliare) con due ipotetiche soluzioni:
    la posa di uno strepitoso impianto FOTOVOLTAICO;
    la semplice e triste sostituzione di lampadine da 60W ad incandescenza con altrettante a basso consumo energetico da 11W.

    ANALISI ENERGETICA

    Nel caso di utilizzo dei mirabolanti PANNELLI FOTOVOLTAICI, nelle condizioni ottimali di esposizione a SUD ed inclinazione, sarà necessario installare circa 18 m2 di pannelli con un risparmio annuo di 2.500 kWh.
    FORMIDABILE!

    Analizziamo adesso la modesta sostituzione delle lampadine.

    Il consumo annuo di 15 lampadine ad incandescenza da 60 W è pari a:

    15 lampadine x 60 W x 10 ore di funzionamento giornaliero x 356 giorni = 3.285 kWh/anno.

    Nel caso in cui le sostituissimo con altrettante lampadine a basso consumo da 11 W avremmo:

    (15 x 11 W x 10 ore di funzionamento giornaliero x 356 giorni) = 603 kWh/anno.

    Il risparmio di energia sarebbe:

    3.285 – 603 = 2.682 kWh/anno

    Ma per alimentare le lampadine dobbiamo utilizzare l’elettricità prodotta da gas metano o dal petrolio, ossia una energia non rinnovabile e in quanto tale: PRIMARIA. Una energia che non torna più.
    Il vecchio rendimento del sistema elettrico nazionale era del 36%, l’attuale rendimento medio del parco termoelettrico secondo la delibera EEN 3/08 del 1/4/08 è del 46%.

    Il risparmio di energia primaria dei pannelli fotovoltaici risulta 2.500 kWh/0,46 = 5.435 kWh/anno.
    Il risparmio di energia primaria delle lampadine risulta 2.682 kWh/0,46 = 5.830 kWh/anno.

    Dal punto di vista energetico e, pertanto, di emissione in atmosfera di CO2, i due interventi si equivalgono, anche se quelle squallide lampadine ci fanno risparmiare, rispetto ai meravigliosi PANNELLI FOTOVOLTAICI qualcosa in più; circa 395 kWh/anno.
    Ma lampadine derelitte: non vi illudete!
    Avete vinto solo in primo confronto! Adesso vi vogliamo vedere sul piano dei costi!

    ANALISI dei COSTI

    Il costo dei divini PANNELLI FOTOVOLTAICI è circa di 16.000 € comprensivo di progettazione, direzione dei lavori, coordinamento in fase di progettazione, esecuzione ed installazione.

    Il costo di sostituzione delle miserabili lampadine è:

    15 lampadine x (8 €/lampadina) = 120 €

    Ipotizzando una durata delle lampadine di circa 6.000 h in vent’anni saranno necessari:

    (10 ore x 365 giorni x 20 anni)/6.000 ore) = 12,2 cambi di lampadine in 20 anni.

    Pertanto la spesa nei 20 anni sarà:

    (costo della prima sostituzione = 120 € x 12,2 sostituzione nei 20 anni successivi) = € 1.464

    Ohibò! I magnifici pannelli fotovoltaici costano (16.000-1.464) = 14.536 € in più delle NOIOSE LAMPADINE ed inquinano di più!
    Ma se qualcuno si accorgesse che i pannelli fotovoltaici sono una bufala; a chi facciamo le nostre s carissime consulenze?
    Come la prendono le banche che non possono più guadagnare sui convenientissimi mutui che stipulano per la loro realizzazione? E i produttori di pannelli? E i cinesi?
    Ma si!
    Diciamo che sono fonti rinnovabili …e poi, in fin dei conti, i tetti neri sono più alla moda.

    CONCLUSIONI

    Il breve esempio mostra come non funzioni l’equazione: ENERGIA RINNOVABILE uguale risparmio energetico.
    Una corretta politica ambientale DOVREBBE in primo luogo essere orientata alla riduzione degli spechi energetici che, nel presente esempio, sono stati realizzati con la sostituzione di lampadine che consumano tanto con altre che consumano poco.
    E dal punto di vista sociale?
    La politica energetica del FOTOVOLTAICO farebbe arricchire sia i produttori dei carissimi pannelli, sia le banche che erogano i mutui per eseguire gli interventi, e ciò con i soldi che la collettività pagherà come TASSA nella bolletta energetica.
    La riduzione degli sprechi, invece, CREEREBBE lavoro in ITALIA, porterebbe a maggiori abbattimenti dell’inquinamento atmosferico e ridurrebbe significativamente i costi energetici degli utenti.
    Per esempio: la sostituzione, in un edificio di 130 m2, della caldaietta esistente con una a condensazone costa circa 3.630 € e riduce la spesa energetica di 10.903 kWh/anno!
    Lascio a voi il calcolo del risparmio ottenibile con l’utilizzo di lampadine a LED.

  4. mi piacciono le idee ragionevoli che sono state espresse, speriamo che portino a qualcosa

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