Questa mattina 11 maggio il sindaco di Agrigento Marco Zambuto ha inviato al Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, la seguente lettera:
“Come è a tua conoscenza, da alcuni anni, la fornitura idrica nella città di Agrigento viene assicurata, specialmente nei periodi di massima magra, anche grazie all’acqua dissalata prodotta dall’impianto ubicato nella vicina costa del comune di Porto Empedocle per circa 100 litri al secondo, che la Regione Siciliana ha finanziato per consentire di avere la disponibilità di un quantitativo “aggiuntivo” di acqua nei periodi di emergenza. Per tale finalità è stato stipulato apposito contratto tra quest’Amministrazione e la società che ha provveduto alla costruzione dell’impianto. Considerato che detto contratto triennale, per come sostenuto dagli uffici comunali, va in scadenza il 14/05/2010, ti prego di fissarmi un incontro urgente per discutere i problemi connessi ed evitare che si possa determinare una diminuzione nella fornitura dell’acqua potabile alla Città, specie nell’imminenza del periodo estivo.”
Di seguito ha poi interessato del problema anche l’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, l’A.T.O. idrico di Agrigento, le società Girgenti acque e Siciliacque, oltre al Prefetto di Agrigento, a cui ha inviato la nota che di seguito si riporta:
“Con nota prot. n. 26976 del 04/05/2010 il Dirigente del settore lavori pubblici di questo Comune ha comunicato, a seguito della scadenza del relativo contratto di gestione, che dal 14/05/2010 si fermerà l’impianto di produzione di Porto Empedocle che assicura alla città di Agrigento una disponibilità di 100 litri al secondo di acqua dissalata.
Mentre abbiamo intrapreso i contatti necessari col Presidente della Regione Siciliana per affrontare la complessa tematica della futura funzionalità del dissalatore e dei relativi costi gestionali che fino ad ora la Regione si è assunti, si chiede agli enti in indirizzo, ciascuno per la parte di propria competenza, di voler fornire immediate notizie allo scrivente circa gli adempimenti realizzati al fine di non far comunque venir meno alla città di Agrigento la quantità di acqua potabile che, in esecuzione dei vigenti accordi, va comunque assicurata.