“La processione di ieri sera con i portatori che ancora una volta si sono caricati sulle loro spalle la pesantissima vara con il simulacro di San Calogero è un grande esempio di devozione, fede e amore per questa festa”. – Lo ha detto Lello Casesa, devoto portatore da diverse generazioni. “Non c’è nessuna polemica e nemmeno un gesto provocatorio in quello che è avvenuto ieri sera – ha aggiunto Casesa. I portatori avendo trovato il cancello della chiesa dell’Addolorata, chiuso sono stati impossibilitati ad effettuare la manovra per posizionare il simulacro sopra il carro trionfale, così hanno deciso nonostante l’enorme stanchezza accumulata dalla mattina, con grande senso di responsabilità di riportare il Santo nel Santuario sulle loro spalle. Con una processione rispettosa delle antiche tradizioni, composta e permeata di grande religiosità”. La processione di ieri è un ritorno al passato a tradizioni antiche. Da notizie storiche (cf. Sangermano “ Girgenti in Festa” 1902, numero unico) si narra di una processione notturna da parte dei portatori alla luce delle torce lungo la Via Maestra (Via Atenea). E’ la prima volta in questo secolo, che anche per la processione notturna San Calogero venga portato a spalla.
1 thought on “SAN CALOGERO A SPALLA”
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Perchè si parli di “ritorno alle tradizioni secolari” non basta che il fercolo del Santo sia portato, anche nella processione notturna, a spalla (e non sul carro trionfale) come si faceva un secolo fa (cf. Sangermano “ Girgenti in Festa” 1902, numero unico) occorre che, come da tradizioni secolari, ci si ricordi che si tratta di una processione religiosa e non del puro e semplice “trasporto” di una statua.
In buona sostanza la processione notturna – che è ben altra cosa da quella diurna (in cui il Santo viene “affidato” ai devoti portatori) non può fare a meno della componente religiosa (così come un secolo fa non prescindeva dal Clero e dalle Confraternite) e durante la stessa per le vie della Città, fino al ritorno in Santuario non può aversi solo ed esclusivamente (ed ossessivamente) la musica “zingarella” tanto cara ai portatori, ma come da consolidata – e mai messa in discussione – tradizione, pregnante di canti e pregliere che non facciano dimenticare l’autentica religiosità della festa.
E allora ?
Allora rendiamoci conto che il Santo è di tutti – nessuno può dire “il Santo è mio (………e me lo gestisco io).
Invece molti esternano liberamente anche se non c’erano al Santuario dell’Addolorata quando il fercolo alle 20.18 ha trovato inspiegabilmente il cancello chiuso (Marco Zambuto Sindaco, Edoardo Vaiana Presidente dei Portatori, Lello Casesa, ecc.). parla, anche troppo, e sproloquia qualche giornalista (che ha affidato l’inchiesta a ……Catarella e non a Montalbano di Andrea Camilleri) e non ha dubbi sul colpevole e gli intima di …chiedere scusa (una moda peppearnoniana contagiosa).
Tace il Vescovo (?). Don Franco, quale è la posizione della Chiesa sulla “processione” notturna?
Minimizza, oltre il dovuto, la Rettoria creando ulteriore sconcerto e confusione.
Bisogna in buona sostanza trovare un momento di sintesi, senza sterili contrapposizioni tra Santuario , Confraternita, Portatori e Fedeli affinchè la Festa di San Calogero sia intensamente ed autenticamente vissuta riproponendo anche momenti di tradizione e di fede, di religiosità e di spontanea e genuina devozione.