Di ora in ora si moltiplica il numero dei Sindaci e dei Presidenti delle province che alzano la voce contro la manovra del governo che diminuisce notevolmente i trasferimenti di finanziamenti dello Stato centrale verso gli Enti Locali. Ad Agrigento il nostro Sindaco Marco Zambuto e il presidente della provincia Eugenio D’Orsi che ne dicono ? La nostra città e la nostra provincia sono state messe a dura prova dalla mancanze di risorse e lo saranno ancora di più nei prossimi mesi. Una delle province più povere d’Italia ha visto aumentare notevolmente i costi di servizi come acqua e rifiuti e i Comuni per fare cassa hanno aumentato notevolmente il gettito derivante dalla multe agli automobilisti, ma in questa terra tartassata e sempre più impoverita i massimi responsabili della cosa pubblica non intendono esporsi contro Berlusconi e Bossi, non intendono scontrarsi con i loro leader. “Agrigento al di sopra dei partiti” evidentemente era concepita come una città che sta sulla luna. L’anno prossimo ad Agrigento ci saranno le elezioni e Zambuto ha bisogno del sostegno di Angelino Alfano. Lo ha criticato lo scorso anno perché l’ex ministro della giustizia non ha trasferito ad Agrigento i soldi necessari per pagare i servizi che il Comune organizza per il funzionamento del Tribunale e quel comunicato gli è costato caro. Non intende ripetere adesso lo stesso errore. Che il popolo si arrangi. Lo stesso D’Orsi: scongiurata la soppressione della provincia di Agrigento, ci sarà ancora la possibilità di ricandidarsi alle prossime elezioni e quindi meglio evitare scontri con il partito di riferimento, con Mpa di Lombardo e Di Mauro. L’opposizione a Roma tuona contro l’ennesima martellata ai dipendenti pubblici e ai pensionati, ma ad Agrigento avrebbe più di un motivo validissimo per esprimere con azioni più esplicite e di forte protesta politica e sociale contrarietà per i provvedimenti annunciati e dare voce alla rabbia dei ceti medi e bassi contro questo decreto che affama il popolo. In altri tempi anche la Chiesa locale faceva sentire la propria voce in difesa dei poveri e dei disgraziati che pagheranno sempre più di tasca propria servizi ospedalieri, servizi sociali, tasse, ecc. Ma scongiurato il pericolo di pagare l’Ici e rimasti intoccabili tutti i tradizionali privilegi della Chiesa italiana, anche i Vescovi siciliani tacciono e ringraziano il governo che continua a garantire sovvenzioni alle scuole private e quant’altro. Ancora una volta, come accade spesso di recente, è la società civile che ad Agrigento, si fa sentire. Si moltiplicano i gruppi di dissenso. Nascono movimenti spontanei che chiedono più pulizia, più sicurezza, più diritti. Sui social-network e in altre sedi lontane da quelle del potere tradizionale la gente scrive e parla contro queste nuove tasse e contro il malaffare locale che affossa sempre di più il nostro territorio e i suoi abitanti. Una protesta che ci auguriamo si trasformerà in scelte politiche nuove che serviranno a mandare a casa questi nostri attuali amministratori così lontani e dai reali problemi della gente comune.
Elio Di Bella
non sarebbe meglio se Di Bella chiarisse, a noi lettori, cosa desidera che l’opposizione agrigentina organizzi per ” esprimere con azioni più esplicite e di forte protesta politica e sociale contrarietà per i provvedimenti annunciati e dare voce alla rabbia dei ceti medi e bassi contro questo decreto che affama il popolo.”?
In attesa, rimaniamo convinti che ” il popolo ” sceglierà ” l’opposizione ” quando avrà una concreta alternativa politica, proposte elettorali convincenti e già concordate, su scelte economiche e fiscali