DISCRETO CONTINUO
Opere di Szymon Oltarzewski
a cura di Eleonora De Filippis
Complesso di vicolo Valdina – Camera dei Deputati
Piazza di Campo Marzio, 42 – Roma
Apertura al pubblico: lunedì-venerdì
dalle ore 11.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso)
dal 19 al 27 novembre 2025
(Inaugurazione su invito: 18 novembre 2025 ore: 17.00)
La mostra “Discreto Continuo. Opere di Szymon Oltarzewski”, a cura della storica dell’arte Eleonora De Filippis, è la prima grande personale dello scultore polacco Szymon Oltarzewskia Roma. La mostra, promossa dalla Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei deputati e dall’Ambasciata della Repubblica di Polonia ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Cultura italiano.
La mostra presentasette opere gran parte delle quali realizzate site specificin marmo statuariodi Carrara.
Nella prima sala del Cenacolo del complesso di vicolo Valdina, saranno esposte cinque sculture velate il cui leitmotiv è l’ispirazione al mondo antico. L’artista interviene su dueopere antiche di origine ellenistica, divenuti simboli e modelli della tradizione scultorea, come lo “Spinario capitolino” e i“Lottatori”e sutre opere-simbolodi Antonio Canova, il grande protagonista del Neoclassicismo:“Le tre grazie”, “Amore e Psiche” e “Venere italica”.Opere simboliche, veri e propri archetipi,che Oltarzewski riproduce fedelmente in scala ridotta mediantel’uso di calchi antichi,per poi ricoprirle con dei panneggi. I panneggi non sono però un esercizio virtuoso che accarezza, suggerisce le forme sottostanti, ma uno strumento dal forte significato simbolico. Il panno le copre, le nasconde, le protegge. Il gesto di Oltarzewskiè quindi un gesto rivelatore e introspettivo, la materia dello scultore rivela sempre una vita interiore. Attraverso le opere di Oltarzewski, l’osservatore riflette, indaga, scruta i dettagli significanti delle opere del passato, brevi scorci di bellezza, di grazia e di equilibrio.
L’intenzione di Oltarzewskiè ben lungi dall’imitazione delle mirabili invenzioni virtuose di Stefano Maderno o di Giuseppe Sanmartino , quanto piuttosto rivela la necessitàdi rappresentare il rapporto tra passato e presente e – ancora – tra elementi autonomi, indipendenti, discreti, ed elementi unici, continui. Queste opere, si muovono continuamente tra una dimensione “discreta” e “continua”. Opere che ad un primo sguardo rappresentano corpi “discreti” celano tuttavia un’altra presenza. Sono quindi solo apparentemente oggetti disgiunti, separati indipendenti tra di loro poiché allo stesso tempo rappresentano il concetto di “continuo”neiblocchi unici di materia. Il rapporto tra discreto e continuo è stato oggetto di innumerevoli disquisizioni filosofiche per lo più legate alla contrapposizione tra finito, positivo, ordinato, e infinito, negativo, caotico, disorientante, che tuttavia non esclude mai del tutto una possibile composizione armonica. La dualità tra discreto e continuo – sottolinea De Filippis –è legata anche al concetto di “paradosso”: una tesi che appare contraria alla verosimiglianza e che risulta poi sorprendente o incredibile.
Un video-intervista realizzato dalla curatrice accompagna il visitatore attraverso l’iter dello scultore, dalla scelta del marmo più adatto al rapporto con il robot che non sostituisce la mano dell’artista ma crea l’abbozzo, quello che un tempo il maestro affidava agli artigiani. Da lì Oltarzewski interviene mediante scalpello, frese, raspe, smeriglio e pomice per tirare fuori dal marmo le forme e i dettagli.
Nella sala della Sacrestiatroneggiano due sculture monumentali realizzate appositamente per questa mostra, due delle quattro virtù cardinali: Fortezza e Prudenzaispirate alle raffigurazioni dell’arca di Giovanni di Balduccio a Sant’Eustorgio a Milano. La Fortezza, che non si identifica con la forza fisica bensì con la perseveranza e il coraggio, è rappresentata da un grande cervello,sede del pensiero, il centro del comando. Il cervello umano è un organo che affascina molto Oltarzewski e che viene riprodotto con estrema accuratezza seppur reinterpretato e rimodellato. La Prudenza è guidata dalla saggezza e dalla razionalità che portano al discernimento tra bene e male e all’individuazione dei mezzi necessari a raggiungerlo. Oltarzewski la rappresenta mediante due cervelli sormontati su di una colonna, attributo della virtù.Le due opere che chiudono la mostra sono accompagnate daalcune fotografie scattate a Pietrasanta dalla statunitense GailScoffispirate al lavoro manuale,“polveroso” dell’artista polacco. Fortemente volute dalla curatrice,le opere della Skoffpongono l’accento sul fare scultura,sul magico processo che opera lo scultore per liberare l’idea dal prezioso marmorlunensis.
SZYMON OLTARZEWSKI
Szymon Oltarzewski è nato nel 1977 a Lesko, in Polonia. Virtuoso del marmo, Oltarzewski dopo una prima formazione in patria, scopre la scultura e il marmo e – con l’autostop – raggiunge Pietrasanta che diventerà la sua seconda patria. In Versilia, Oltarzewski studia le lavorazioni e le potenzialità del principe dei marmi, il marmo di Carrara, tanto amato dai grandi maestri del passato. Oltarzewski entra quindi in contatto con maestri del calibro di Igor Mitoraj, suo conterraneo, e Kan Yasuda collaborando con Kevin Francis Grey, Christian Lemmerz e Kobe. Del 2009 la sua prima mostra personale: “Non toccare” che lo fa conoscere al grande pubblico. Considerato tra le figure più interessanti del panorama artistico pietrasantino contemporaneo, artista curioso e versatile, Oltarzewski indaga la materia e le sue potenzialità. Nel 2016, espone presso l’Ambasciata di Polonia “Alientante e – l’anno successivo – realizza per il giardino dell’Ambasciata il rilievo in memoria di S.E. Stefan Przezdziecki, primo ambasciatore della Repubblica di Polonia in Italia, grande protagonista della cooperazione polacco-italiana.
GAIL SKOFF
Californiana, comincia a fotografare da adolescente. I suoi primi servizi sono in bianco e nero, foto di viaggi : Bali, sud america,Hawaii dove interviene mediante il colorea olio; una tecnica che porterà avanti per oltre 30 anni. Negli anni Ottanta grazie anche anche ai viaggi per lavoro di suo marito mercante di vino, inaugura le fotografie di alimenti vegetali, ritratti sensuali che lascia in bianco e nero. Gli anni duemila portano Gail ad accostarsi sempre di più all’architettura e all’arte antica: Pompei, Roma, Venezia. Nei suoi progetti recenti Gail si è concentrata sul lavoroi degli artisti. Nella rielaborazione dei loro atelier mediante fotomontaggi. Le sue opere sono presenti in molte collezioni nazionali e internazionali come la Bibliothèque national di Parigi, il San Francisco Museum of Modern art e lo Smithsonian American Art Museum di Washington D.C.Gail conosce Szymon Oltarzewski a Pietrasanta e rimane colpita dalle sue opere. Realizza quindi una serie di fotografie sul maestro e sui suoi lavori esposte in mostra.
ELEONORA DE FILIPPIS
Storica dell’arte e museologa, è curatrice di mostre e libri in Italia e all’estero. Ha coordinato numerosi progetti internazionali sulla valorizzazione e la promozione culturale in collaborazione con enti e istituzioni pubbliche e private tra cui ICOM, CNR, Ministero della Cultura e Musée d’Orsay. Membro di giuria del “Digital Art Prize” nato dalla collaborazione tra il Museo MAXXI e la TATE Modern, è stata Responsabile del Coordinamento scientifico di “Culturalia, il Salone per i Beni e le Attività culturali”. Per Banca Antonveneta – Gruppo ABN Ambro ha ricoperto il ruolo di Responsabile della Collezione d’arte realizzando la catalogazione completa della collezione e il catalogo ragionato della collezione. Ha collaborato con diverse testate italiane e straniere tra cui ADNKronos Cultura, Inside the Vatican, Nuova Museologia e Il Messaggero. Ha pubblicato con le maggiori case editrici italiane d’arte e ha al suo attivo la curatèla di oltre 30 mostre tra artisti moderni e contemporanei.