Il collettivo Food Of War (FOW) ha presentato con successo “Journey of Labels”, nell’ambito della 60. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia. Un progetto artistico poliedrico sviluppato dagli artisti colombiani Omar Castañeda, Hernán Barros e Andreina Fuentes Angarita, sotto il patrocinio di Arts Connection Foundation.
“Journey of Labels” comprende due video performance esposte a Palazzo Bembo, nell’ambito della mostra “Personal Structure” del Centro Culturale Europeo (ECC), e anche una serie di interventi pubblici e una campagna di comunicazione, pensate per invitare alla riflessione e generare dialogo sulla migrazione e sul complesso tessuto culturale che la accompagna.
La direttrice di Arts Connection Foundation e membro della FOW, l’artista Andreina Fuentes Angarita, ha spiegato che si tratta di un lavoro artistico che risponde al tema generale della Biennale “Stranieri ovunque” che “è emerso come una celebrazione della fusione culturale, cercando di umanizzare la figura del migrante”.
L’artista ha affermato che il progetto “cerca di approfondire le complessità della migrazione forzata, trascendendo i limiti convenzionali e gli stereotipi sociali. È un invito rivolto agli spettatori a sfidare lo status quo, a scrutare le basi stesse delle loro convinzioni e a confrontarsi con realtà radicate”.
Itinerario di viaggio
Così, “Journey of Labels” ha avuto luogo in vari punti di Venezia, dagli intimi ambienti privati ai vivaci spazi pubblici. La prima attività, denominata “Quando l’acqua è più sicura della terra”, si è svolta mercoledì 17 aprile nei pressi del Ponte di Rialto, con la partecipazione dei membri della prestigiosa organizzazione Refugees Welcome Italy, che hanno recitato poesie all’aperto e raccontato la loro personale esperienza migratoria.
Giovedì 18 aprile si è svolto il vernissage della mostra “Personal Structures”, dove le due opere di video arte di Food Of War, “Journey of Labels” e “Rabbit Revolutionaries”, sono state presentate in anteprima come ospiti speciali dello spazio che celebra i 20 anni del Miami New Media Festival e che sarà visibile al pubblico fino al 24 novembre. Durante l’evento, gli artisti Omar Castañeda e Hernán Barros hanno presentato la performance “Rabbit Revolutionaries”, distribuendo opuscoli con un codice QR (vedi qui) che consente l’accesso ai suddetti video.
Poi, nella mattinata di venerdì 19 aprile, FOW ha proseguito le attività performative con un’azione di guerriglia sul Ponte di Rialto, esponendo uno striscione gigante con l’immagine della campagna “Viaggio delle etichette”, con la frase in inglese “EXPAT, IMMIGRANT, REFUGEE?”, per ricordarci che siamo tutti stranieri in terre straniere.
Successivamente, nel pomeriggio, i visitatori dell’area Giardini hanno assistito alla reinterpretazione visionaria del Poema pubblico sulla migrazione di Alain Arias Misson: con l’aiuto di giovani studenti dell’università, vestiti con le iconiche maschere di coniglio del collettivo, Food of War ha scritto con lettere a grandezza d’uomo le frasi “I AM MIGRANT” e “I AM REFUGEE”.
Infine, sabato 20 aprile il Poema pubblico sulla migrazione ha invaso anche Piazza San Marco, questa volta con la partecipazione dei membri della ONG Refugee Welcome Italy, simboleggiando con l’arte tipografica la natura sempre presente ma fugace della crisi migratoria.
Con “Journey of Labels”, Food of War e Arts Connection Foundation tentano non solo di aumentare la consapevolezza sulle esperienze dei migranti, ma anche di ispirare un cambiamento significativo nel modo in cui la società percepisce e affronta la migrazione nel mondo contemporaneo.
Food of War è un collettivo artistico che utilizza la gastronomia come strumento per esplorare e affrontare questioni sociali e politiche. Fin dalla sua fondazione, il collettivo si è impegnato a creare opere d’arte che sfidano le percezioni convenzionali e incoraggiano il dialogo su questioni critiche nella società contemporanea.
Arts Connection Foundation è un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla promozione dell’arte contemporanea e al sostegno degli artisti emergenti a livello globale. Attraverso programmi educativi, mostre e collaborazioni internazionali, la fondazione con sede a Miami cerca di favorire l’apprezzamento e la comprensione dell’arte in tutte le sue forme.