Testo e foto di Diego Romeo
Costretto a dimettersi da direttore artistico del Teatro di Ferrara ad opera di una giunta di destra, Moni Ovadia viene applaudito in una Agrigento retta da una Giunta di destra che più destra non si può. La sua rappresentazione “Assassinio nella cattedrale” , classica lotta tra potere temporale e spirituale di Thomas Eliot, ha coinciso ( per caso o per necessità) con un potere spirituale prettamente umano che viene disatteso nell’assistenza , ope legis, dei malati psichici. Una “disattenzione” che il Responsabile Regionale del Codacons Trasparenza Enti Locali, Giuseppe Di Rosa ha voluto evidenziare con una protesta di due giorni dinanzi l’entrata del Teatro-Municipio agrigentino. Così gli spettatori che entravano a vedere l’assassinio dell’arcivescovo di Canterbury, Tommaso Beckett mentre celebrava messa ad opera dei sicari di Enrico II Plantageneto, prendevano atto che anche ad Agrigento si perpetrava un assassinio lento e ingrato di diversi malati psichici che non trovano riparo, protezione e assistenza. E poiché col teatro non si scherza e non gioca a favore di questa o quell’altra egemonia, farebbe bene la Giunta Miccichè a imparare quanto prima la lezione impartita da Eliot e perché no, da una Fondazione Teatro esclusivo appannaggio notoriamente di un CdA di destra che certamente non vuole perdere la faccia per questa colpevole disattenzione del sindaco che è medico e capo della sanità “giurgintana”. Una disattenzione aggravata dalla insostenibile leggerezza di altre istituzioni e di altri media che navigano sotto la linea di galleggiamento delle lobby cittadine. Lobby notificate e certificate da una rotazione di ben 44 assessori cui fu costretto, suo malgrado, l’allora sindaco Marco Zambuto nei suoi 6 anni di reggenza a palazzo dei Giganti. Altro particolare vorremmo far notare al lettore. Sono ormai famose le parole che Eliot mette in bocca a Enrico II Plantageneto: “Chi mi libererà da questo prete turbolento”? Ebbene, questa frase è diventata ammantata metaforicamente di profezie e avvertimenti nefasti. Quando il dramma fu rappresentato nel 1935 per la prima volta, adombrò la nascita del nazismo. Oggi possiamo consultarci nel dire che la richiesta del Plantageneto Enrichetto secondo è stata utilizzata “In codice” per manovre politiche e colpi di Stato cruenti e incruenti. In altre parole cosa voleva dire il saluto di commiato (storicamente accertato) di Henry Kissinger ad Aldo Moro in visita negli USA:”Lei la pagherà cara”? Ma senza andare troppo lontano ci fu ad Agrigento un arcivescovo che pagò caramente la definizione “Agrigento fiore appassito dai petali calpestati”. Dopo un anno, S.E. Montenegro fu trasferito “promoveatur ut amoveatur”. E che dire del questore Emanuele Ricifari che mise un po’ d’ordine nella “disordinata Agrigento” e in una intervista assestò un duro colpo ad un cronista seriale con la frase “Consiglierei mia figlia di non mettere piede a san Leone”. Ancora suscita molteplici perplessità il trasferimento dopo appena otto mesi di reggenza del questore Ricifari. E adesso cosa potrà accadere se non si applicano le leggi per una umanità derelitta? .