L’Italia, Paese di mandolini, pizza e spaghetti. Sì, ma anche patria del calcio e della mafia.
Eppure, potrà sembrar strano, mentre in tutto il mondo non passa giorno senza che i giornali pubblichino notizie o inchieste su calcio-mafia – basta guardare le news di Google.com -, in Italia pare che il fenomeno sia inesistente.
Persino su Wikipedia, si trovano notizie sulla mafia bulgara del calcio, su quella russa, americana, tutte le mafie, tranne quella italiana.
E sì che di malaffare, scommesse, partite comprate, rapporti tra ultras e criminalità organizzata, si è detto tanto da poter scrivere un’enciclopedia.
Ma nel nostro Paese, nessuno ha il coraggio di mettere direttamente in relazione l’enorme business del calcio con gli interessi della mafia.
Nel mondo del football, non mancano neppure le ingerenze della mafia cinese, che vede in uomini come Henry Fok e Stanley Ho, esponenti delle triadi interessati al mondo calcistico.
Già nell’immediato dopoguerra, molti membri di Cosa Nostra, migrati negli USA, fecero fortuna facendo i bookmaker clandestini.
Scommesse sui cavalli, sugli incontri di boxe, persino sulle partite di golf, ma – in particolar modo tra gli italiani – anche grosse scommesse sulle partite di calcio.
Finanche il leader libico, il colonnello Muammar Gheddafi, nell’attaccare la Fifa, ha usato parole come “mafia mondiale” e “organizzazione corrotta”.
Eppure, se Cosa Nostra americana, Triadi (cinese), Yakuza (giapponese), mafia russa, albanese, bulgara etc, si dividono la torta del calcio-mafia, Cosa Nostra italiana, Camorra, ‘Ndrangheta e Sacra Corona Unita, in compenso non vengono mai citate.
Che abbia ragione Berlusconi quando afferma che la nostra mafia non è tra le prime al mondo?
Beh, se così fosse una speranza l’abbiamo. Grazie al ddl anti-intercettazioni, la mafia made in Italy potrà rafforzarsi e riconquistare quel ruolo di primo piano che certamente merita…