Io se fossi Conte – e non vorrei esser lui che così come gli altri non mi piace – sarei consapevole dei miei errori.
Se fossi Conte, non avrei chiuso gli stadi lasciando gli italiani a non poter più fare gli allenatori. Se io fossi Conte, non starei ancora a farmi criticare, non avrei più fatto decreti lasciandomi attaccare anche dai preti. Avrei fatto come Salvini, tutto chiuso, tutto aperto, metà chiuso, metà aperto, in modo da non poter sbagliare. In qualche modo io l’avevo detto
Se fossi lui, avrei detto come Mussolini, Giolitti o chissà chi altri, che non è difficile governare gli italiani, è inutile! Se fossi Conte avrei fatto come il comune di Lund in Svezia che non ha chiuso niente, ma per evitare che la gente vada al parco ha cosparso l’erba con qualche tonnellata di letame di pollo. Avrei anch’io cosparso le vie di letame lasciando tutti liberi di uscire.
Se io fossi Conte, consapevole dei miei errori, adesso correrei ai ripari. Andrei da Mattarella e rassegnerei le dimissioni. Lascerei Salvini a poter chiedere e ottenere il potere assoluto, ma dopo aver riaperto il Papeete Beach, bevuto qualche mojito e ballato Fratelli d’Italia tra lo sculettar delle cubiste. Lascerei a Renzi l’Europa di Ginevra e la bellezza del Devid di Maichelangelo.
Ma se fossi lui, prima di andare da Mattarella, lasciando che quei due affondino l’Italia e dopo un po’ di migliaia di morti accusino l’Oms, e chissà chi, scappando per altri lidi, incontrerei l’opposizione. Incontrerei la Meloni e Berlusconi. Li incontrerei per essere sicuro che non mi giochino il tiro mancino di non prender parte al gioco del “liberi tutti”, non affondando anche loro con Matteo1 e Matteo2. Eh sì, vorrei esserne certo perché questi son più intelligenti e sembrano contrari a prendere il mio posto in questo momento.
Se io fossi Conte, non penserei più a sparger letame come fa il comune di Lund in Svezia, lascerei ai Matteo il governo e mi sentirei a posto con la mia coscienza. Che tanto gli italiani nella merda così li metton già…
Gian J. Morici