Una recente sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) per la Regione Siciliana ha stabilito che il Ministero dell’Interno deve risarcire integralmente i familiari di una vittima di mafia, Michele Amico, assassinato nel 2003 per essersi opposto al racket delle estorsioni.
Questa decisione è stata definita dagli avvocati della famiglia – Salvatore Ferrara e Umberto Giuseppe Ilardo – come una pagina significativa di civiltà giuridica e dignità alle vittime innocenti della criminalità organizzata, che ripristina la credibilità delle istituzioni e la dignità delle vittime.
Il CGA ha condannato il Ministero a dare piena esecuzione a una precedente sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta, riconoscendo a due familiari un assegno vitalizio di poco più di mille euro al mese, con un pagamento retroattivo di oltre 300.000 euro a partire dal 2016.
“Il collegio presieduto dal presidente Giovagnoli, estensore Sebastiano Di Betta, ha denunciato con fermezza quello che abbiamo sempre sostenuto: il ministero ha utilizzato il formalismo burocratico come arma per negare diritti già riconosciuti con sentenza passata in giudicato”, sostengono i legali.
La sentenza del CGA ha chiarito concetti fondamentali:
Costringere le vittime della mafia a percorsi legali infiniti per ottenere benefici che spettano loro per legge viola i principi costituzionali sull’efficacia della giustizia e la ragionevole durata dei processi.
L’amministrazione non può giustificare il mancato pagamento appellandosi a difetti di specificazione o imprecisioni del cittadino, soprattutto se causati da moduli ministeriali incompleti.
Il riconoscimento dello status di vittima innocente – ha affermato Il Cga – che non si esaurisce in una somma di elargizioni, ma rappresenta il segno tangibile del legame e del sostegno che lo Stato deve ai cittadini colpiti dalla violenza criminale.
Gli avvocati sperano che questa sentenza rappresenti una svolta e spinga le amministrazioni a onorare i diritti delle vittime senza ricorrere a ulteriori, e inutili, contenziosi.