ROMA, 4 nov. – “Chissà se quando ieri in un’intervista il ministro Nordio parlava di politica che “deve riprendersi i suoi spazi” pensava anche a casi come Cuffaro, politico di lungo corso, maestro di un certo modo di raccolta del consenso politico e raggiunto oggi da una richiesta di arresto per l’ennesimo possibile intreccio fra politica e affari, appalti truccati, nomine nella sanità in cambio di assunzioni e altri favori. La Sicilia è stanca di essere depredata da chi usa i soldi e i servizi pubblici per i propri affari. Tutto ciò domani forse non verrà nemmeno scoperto e punito perchè il vero obiettivo, anche dichiarato, della riforma costituzionale del governo è mettere la politica al riparo dalla giustizia. Ieri Nordio ha parlato di “primato della politica” ricordando il caso di un ministro che fu indagato, ha ricordato che l’ex premier Berlusconi è stato più volte processato e ha aggiunto che questa legge gioverebbe ai partiti, chiunque si trovi a governare. E’ un’ammissione in piena regola: questo stravolgimento della Costituzione serve a rendere la politica intoccabile dalle indagini della magistratura, che invece servono a tutelare i cittadini dal pericolo che i soldi pubblici e il potere vengano usati a vantaggio di pochi e a danno di tutti gli altri, cioè i cittadni stessi. Il disegno di Nordio e Meloni è chiaro: oggi la separazione delle carriere dei magistrati e la mordacchia dell’Alta Corte disciplinare, con quest’ultima e i due Csm pesantemente condizionati dai membri laici scelti dalla politica; domani i Pm sotto controllo del governo di turno. Sempre Nordio lo ha delineato bene questo disegno dicendo che il Pm deve essere solo il garante della legalità delle indagini della polizia giudiziaria, un’altra ammissione del passo successivo: togliere al Pm il potere di direzione e coordinamento delle indagini, consegnando questo ruolo a Polizia, Carabineri e Guardia di Finanza, cioè ai ministeri dell’Interno, della Difesa e dell’Economia. Ecco qual è il fine della Separazione della carriere: mettere la giustizia sotto le scarpe del governo e lasciare che agisca solo verso i comuni cittadini senza santi in paradiso”.
Lo affermano i rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato.