
Avete letto il titolo e vi siete stupiti. Il redattore di questo articolo deve essere un personaggio ben strano se unisce il nome di un famoso fotografo di guerra ad un atroce (e misterioso…) delitto ancora oggi in via di esplorazione giudiziaria.
Che relazione, infatti, vi può essere tra un fotografo – cui si devono alcune tra le ritrazioni più cruente dell’ultima guerra mondiale – e gli spari che conclusero la vita del Presidente siciliano Mattarella?
Robert Capa, per intenderci, è colui che riuscì a cogliere l’attimo in cui un miliziano era stato colpito ed ucciso durante la guerra civile di Spagna (vedi foto sopra).
La foto del partigiano caduto per la libertà fu, per decenni, l’icona più rappresentativa della lotta giusta e pubblicata da tutti i giornali del mondo.
Quella foto era un falso storico. Non solo non poteva essere stata scattata nel luogo in cui si assumeva vi fosse stato un combattimento (Cerro Muriano, al nord di Cordoba nel 1936 non vi era stato nessun confronto in armi), ma neppure poteva essere stata ripresa con il formato di pellicola inseribile nella macchina fotografica Contax 1932 che Capa usava.
Neppure il nome del fotografo era vero, visto che egli era di origine ungherese e si chiamava Endre Ernő Friedmann.
Quella foto, però, fruttò a Capa un successo enorme e diritti d’autore direttamente proporzionali a quella fama mondiale.
Ma la foto del miliziano morente era un falso costruito ad arte perché riprendere l’esatto istante in cui un uomo viene ucciso, anche in tempo di guerra, è qualcosa di quasi impossibile. Sicuramente lo era in un tempo in cui non esistevano i telefonini e le macchine fotografiche si chiamano reflex con ricarica di pellicola a solfuro d’argento.

Ecco, la macchina fotografica reflex che ritrasse l’attimo successivo all’esecuzione del Presidente Mattarella era una di quelle.
Era tra le mani della famosissima fotografa Letizia Battaglia, eroina del racconto per immagini delle atrocità commesse a Palermo da “Cosa Nostra”.
La foto dell’esatto momento in cui il Presidente Mattarella spirava tra le braccia del fratello, dopo essere stato colpito dal sicario, diventò il simbolo della feroce brutalità del terrorismo mafioso.
Lo è ancora oggi ai nostri occhi dopo quasi mezzo secolo.
Però, la Storia ama giocare con i paradossi per raccontarsi in Verità. Mentre la foto di Capa era un falso storico, la foto della Battaglia era un incredibile vero.
La Battaglia si era trovata in una piovosa mattina di domenica, nella solitaria via Libertà di Palermo e – sempre per caso – aveva la sua inseparabile reflex al collo a pochi istanti dal momento in cui il killer aveva esploso i colpi.
La Battaglia, fotografa dell’antimafia militante, è morta senza mai confessare chi le disse di trovarsi in quel luogo quella mattina.
Se lo avesse fatto, non saremmo ancora a chiederci dopo – quasi mezzo secolo – chi è perché si volle l’assassinio di Mattarella. Perché è questo che accomuna Robert Capa e Letizia Battaglia nel gioco storico del racconto per immagini: il caso non esiste. Soprattutto in Sicilia…
Lorenzo Matassa