Il “cessate il fuoco” raggiunto a Gaza è senza dubbio una conseguenza della strenua resistenza del popolo palestinese, del vasto movimento di solidarietà internazionale e del conseguente isolamento politico di Israele.
Comprendiamo e rispettiamo la soddisfazione espressa dal popolo palestinese, sottoposto al genocidio, allo sfollamento, a inaudite sofferenze, per aver ottenuto lo stop dell’aggressione a Gaza, il ritiro parziale degli occupanti, l’entrata degli aiuti, la liberazione di circa duemila prigionieri.
Tuttavia dobbiamo dire, dal punto di vista marxista-leninista, che il piano di “’pace” di Trump, sostenuto da Netanyahu, è un tentativo di imporre una “pax imperialista” continuando a negare i diritti fondamentali del popolo palestinese, in primo luogo il diritto all’autodeterminazione, avallando la politica coloniale sionista e il genocidio.
Non a caso il piano non prevede nulla di certo sull’instaurazione di uno stato palestinese e nemmeno tiene conto delle risoluzioni ONU sulla fine dell’occupazione israeliana. Si tratta dell’applicazione della linea dei sionisti che sostengono la “Grande Israele”, secondo cui non ci dovrà mai essere uno Stato palestinese.
Porre i palestinesi di Gaza in un protettorato diretto da un consiglio presieduto da Trump e con la presenza di Blair (sponsor di British Petroleum), per controllare un governo di “tecnocrati” graditi a Israele, riflette il totale disprezzo per il popolo palestinese.
Nel piano sono evidenti gli interessi economici dei monopoli finanziari interessati alla ricostruzione di Gaza (la “Riviera” trumpista) e il supersfruttamento dei proletari che vi lavoreranno.
Il piano è per Gaza, e non dice nulla sulla Cisgiordania. Le “garanzie” di non annessione della Cisgiordania non impediranno in alcun modo il proseguimento e l’estensione degli insediamenti illegali e delle violenze dei coloni sionisti, come già sta avvenendo.
Inoltre, il piano salva momentaneamente il criminale Netanyahu e il suo governo genocida sionista e fascista, che continua a bombardare in Libano.
Nella sua essenza il piano di Trump serve a rinforzare il dominio USA nella regione mediorientale.
Va infatti afferrato che “fin dalla sua fondazione, Israele è stato un ariete per gli imperialisti occidentali in Medio Oriente, in particolare per l’imperialismo USA, svolgendo un ruolo importante nell’opprimere ulteriormente i popoli e nell’assicurare il controllo imperialista e il saccheggio delle risorse della regione.
Il genocidio in Palestina e gli attacchi al Libano, alla Siria, allo Yemen e, naturalmente, all’Iran, tra gli altri, dimostrano l’aggressività non solo di Israele, ma anche degli stati, specialmente l’imperialismo statunitense, e dei monopoli che lo sostengono per soggiogare il Medio Oriente e mantenere la loro influenza” (dalla “Risoluzione di Partiti e Organizzazioni europei della CIPOML”, pubblicata sul nostro sito).
La fretta dei leader degli stati UE e NATO di dichiararsi pronti a firmare un piano redatto da coloro che hanno favorito e attuato il genocidio dimostra la loro ipocrisia, quando affermano di sostenere i diritti del popolo palestinese, e la loro complicità.
Fra i governi che si sono distinti nel saltare sul carro del piano Trump, c’è quello di Meloni, che continua a sostenere in mille modi lo stato sionista e si prepara a inviare truppe militari nella forza di “stabilizzazione” che sarà dispiegata a Gaza, per gli interessi di ENI. Questo mentre mira ad approvare il Ddl 1627 che equipara l’antisionismo all’antisemitismo per impedire la critica e la lotta contro le politiche genocidiarie e criminali di Israele.
Ad avvantaggiarsi con il piano Trump non sono i palestinesi, ma gli USA, la Turchia di Erdogan e i regimi arabi reazionari, come Qatar e Egitto, che hanno sempre fatto dei palestinesi una pedina di scambio e ora si presentano come “garanti” del processo di pace.
Nonostante il piano di “pace”, la situazione in Palestina rimane instabile e le tensioni alte. La contraddizione fra potenze imperialiste e popoli dei paesi dipendenti e coloniali non potrà essere risolta con simili mezzi, ma solo inasprita.
La sola via che conduce alla liberazione dallo sfruttamento, dall’oppressione nazionale, dalla miseria, dalla reazione, è la via della rivoluzione e del socialismo!
Occorre mantenere alta l’attenzione e la denuncia su quanto avviene in Medio Oriente, continuare le mobilitazioni a sostegno della lotta di liberazione del popolo palestinese.
Ribadiamo che la solidarietà con il popolo palestinese non può conciliarsi con la collaborazione con l’imperialismo statunitense, la NATO e l’UE, sostenitori di Israele.
È tempo di costruire un fronte di lotta, con la classe operaia in testa, in ogni paese e a livello internazionale, per sconfiggere la politica di guerra e saccheggio imperialista , sviluppare la solidarietà internazionale tra gli operai e i popoli oppressi.
Solidarietà al popolo palestinese nella sua lotta per la libertà e l’indipendenza!
Rottura di ogni legame con Israele!
Continuiamo a denunciare e combattere il sionismo, che è una forma di colonialismo e di razzismo!
Fuori tutti gli imperialisti dal Medio Oriente!
11 ottobre 2025
Organizzazione per il partito comunista del proletariato