
La sorte del singolo individuo è irrilevante rispetto a quell’interesse che per qualcuno può determinare la condizioni di molti.
Sono le parole di Antonio Dal Cin, considerato un eroe dei tempi moderni, per il suo coraggio, la sua determinazione, la sua lotta per la giustizia, la battaglia contro l’amianto, per il riconoscimento dei diritti di tutte le vittime.
La sua storia è diventata un esempio per altre vittime dell’amianto e per chi lotta per il riconoscimento dei propri diritti.
Da sempre sottolinea l’importanza della bonifica dell’amianto e della tutela della salute dei lavoratori, specialmente di coloro che sono esposti a sostanze pericolose.La sua è l’ennesima condanna a morte certa, ma è stato risarcito con circa 20mila euro. Questo vale la vita di un uomo, un fedele servitore dello Stato, una Vittima del Dovere.
Di seguito pubblichiamo la risposta che ha dato a chi ha scritto pubblicamente nella sua pagina facebook testuali parole:”Caro Antonio io abbandono tutto non posso permettermi l’appello. Ha vinto la falsità, non dico altro.
Pubblichiamo la risposta di Antonio Dal Cin, affetto da “asbestosi pleurica”, una patologia cronica, incurabile, progressiva ed irreversibile causata dall’inalazione di fibre di amianto, che può portare a complicanze gravi, inclusa la morte.
Le sue parole invitano tutti a riflettere: “l’altro volto dell’amianto: da killer spietato e silenzioso a business, tra morte e sofferenza c’è chi viene sconfitto ancor prima di avere giustizia”.
A volte le falsità sono due: “l’ingiustizia che combatti e chi promette di renderti giustizia, ma in realtà pensa solo a fare cassa”. Peccato che nel mezzo ci sono persone gravemente malate e superstiti di vittime innocenti. Lo specchietto per le allodole della cosiddetta assistenza gratuita, che in realtà non esiste e non è mai esistita. Qualche volta accade anche che vieni vigliaccamente tradito, nell’indifferenza assoluta. L’ho chiamata “la fabbrica dei biscotti”, perché sia la sofferenza che la morte di amianto rendono tantissimo. Così nascono gli industriali con la toga e qualche “show-man”, ormai in preda al protagonismo assoluto, circondato da persone in cerca di un attimo di gloria. Tutto si complica quando il narcisismo patologico supera la mania di protagonismo. La realtà è un’altra e meriterebbe innanzitutto rispetto assoluto. Non ho mai visto nessuno realmente esporti in prima persona. Togati, presidenti di varie associazioni, si sono sempre limitati a fare convegni. Credo di essere stato l’unico a denunciare fatti e circostanze che altrimenti sarebbero rimasti nascosti agli occhi del mondo. L’ho fatto quando ero in servizio nella Guardia di Finanza e non ancora affetto da asbestosi. Le conseguenze sono state devastanti, anche per la mia famiglia. Incredibilmente, sono diventato un nemico dello Stato. Immediatamente isolato, negli ambienti militari mi avrebbero voluto nell’elenco dei suicidati, mentre oggi sono in quello di chi ha sacrificato la vita per il Paese. Sono stato colpito in modo plateale, affinché tutti abbiano a comprendere cosa succede a chi osa andare controcorrente, ancor più se si turbano equilibri a molti zeri, come avvenuto. Non importa se ho agito in nome del bene sacro della vita, se ho salvato anche una sola persona dal mio stesso atroce destino, o se ne ho salvate migliaia. Non importa se chi salva anche una sola vita, salva l’intera umanità. Non si può e non si deve assolutamente sfuggire al sistema. Ciò comporta l’impossibilità di avere giustizia. Le Istituzioni diventano invisibili. Gli appelli restano inascoltati, perché certe verità non possono essere assolutamente condivise. L’attesa è che l’amianto faccia il suo corso, perchè chi non si limita a combattere la malattia e affronta gli untori di morte e chiama lo Stato alle sue responsabilità, non può essere ascoltato e prima muore e meglio è per tutti. Ma non è ancora finita, perché sono vivo e non mi arrendo. Continuo a fare informazione sul rischio morbigeno per esposizione all’amianto ed insisto sulle responsabilità, comprese quelle di uno Stato che storicamente si è dimostrato connivente con chi in nome del progresso e del profitto, consapevolmente, ha determinato una strage senza fine. Contestualmente, ho capito che non è ancora finita, perché loro non dimenticano e non lasciano nulla in sospeso o di incompiuto. Questo il motivo per cui a chi andavo bene non sono più andato bene e ha preso le distanze, quasi fossi già morto, non prima di avermi meschinamente tradito , accontentando chi ha deciso cosa, come e quando.
Concludiamo con la risposta di chi gli ha scritto: ” Antonio Dal Cin concordo in tutto, hai detto la verità”.