Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella Segreteria Nazionale del PD ed Eurodeputata del Gruppo S&D, aderisce alla richiesta del Comitato Promotore per la costituzione di un’Area Marina Protetta a Capo Zafferano (PA), Sicilia.“Si tratta di un passo necessario per fornire al prezioso e delicatissimo ecosistema che caratterizza questa zona la dovuta protezione”, dichiara l’europarlamentare.Oggi i fondali di Capo Zafferano sono classificati come Zona Speciale di Conservazione per iniziativa dell’Unione Europea, che nel 2019 ha conferito questo speciale statuto al tratto di mare prospiciente il Parco di Monte Catalfano.Si tratta di un’area caratterizzata da uno degli ecosistemi più importanti e delicati del Mediterraneo, che custodisce una vasta prateria di Posidonia oceanica. Questa pianta acquatica, nota anche come “albero del mare”, è endemica del Mediterraneo e riveste un ruolo di primaria importanza ecologica, data la sua funzione chiave nel contrasto all’erosione costiera e la sua notevole importanza nel processo di produzione dell’ossigeno e di stoccaggio della CO2.“Il Monte Catalfano è esposto a fenomeni di dissesto idrogeologico, come frane e smottamenti che mettono a rischio la sicurezza delle comunità locali e la stabilità del territorio. Allo stesso tempo, l’ecosistema marino-costiero di Capo Zafferano è strettamente legato alla salute della prateria di Posidonia oceanica, che non solo rappresenta un rifugio vitale per molte specie marine, ma svolge anche un ruolo cruciale nella protezione della costa. Un approccio integrato di gestione del territorio e del mare è essenziale per salvaguardare la biodiversità, mitigare i cambiamenti climatici e garantire la sicurezza e lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali”, dice Corrado.“Episodi come quello del Bayesian, lo yacht che proprio in queste acque è affondato il 19 agosto dello scorso anno, non dovranno e non potranno più verificarsi”, aggiunge. “Lo scafo, lungo 56 metri, è ancora oggi a 50 metri di profondità di fronte a Porticello, con i serbatoi pieni di carburante e davanti a sé difficili procedure di estrazione. Una minaccia per l’intero ecosistema, cui sono già stati causati danni significativi”, conclude. |