Solo il 10,2% degli alunni della primaria e secondaria di primo grado fruisce di una mensa e meno di una scuola su 3 ha una palestra. Alla Regione più di 61 milioni di euro del PNRR per 107 interventi volti a potenziare l’offerta di mensa, tempo pieno e strutture sportive. In testa per numero di progetti Messina e Catania, ma la distribuzione degli interventi tra le province è disomogenea con il rischio di non colmare i divari
L’Organizzazione presenta il Rapporto “Scuole disuguali. Gli interventi del PNRR su mense, tempo pieno e palestre”, con un’analisi della distribuzione degli investimenti e degli interventi del PNRR a livello provinciale e chiede al Governo di definire e finanziare Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che garantiscano eque opportunità educative, a partire dall’accesso alla mensa e al tempo pieno nella scuola primaria, assicurando la gratuità del servizio mensa ai bambini in condizione di povertà
La scuola in Italia è attraversata da profonde diseguaglianze nell’offerta dei servizi educativi, che compromettono i percorsi di crescita di bambini, bambine e adolescenti, soprattutto nelle regioni del Sud e delle Isole, dove si continuano a registrare, nonostante i miglioramenti, livelli di dispersione scolastica tra i più alti in Europa[1]. Eppure, soprattutto in queste regioni, dove il bisogno è maggiore, le risorse e gli interventi del PNRR per l’istruzione già avviati – nonostante gli sforzi compiuti – non sono sufficienti a colmare i gravi divari esistenti.
Questo l’allarme lanciato da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro – che, in occasione della ripresa dell’anno scolastico, diffonde il Rapporto “Scuole disuguali. Gli interventi del PNRR su mense, tempo pieno e palestre”.
Il Rapporto approfondisce, in particolare, le diseguaglianze territoriali nell’offerta di spazi e servizi educativi a scuola – dalla mensa al tempo pieno e alle palestre – eanalizza, attraverso un confronto puntuale della distribuzione degli interventi e delle risorse a livello provinciale, se e in quale misura gli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) già avviati possano contribuire a ridurre i divari esistenti.
Dall’analisi di Save the Children su alcuni degli interventi relativi alla Missione Istruzione finanziati dal PNRR e già avviati, emerge una distribuzione disomogenea degli interventi tra le province più svantaggiate e la necessità di integrare le risorse del PNRR con altri investimenti per garantire livelli essenziali delle prestazioni per l’accesso alle mense scolastiche, e così al tempo pieno, nelle scuole primarie e secondarie di I grado, nonché la presenza di palestre scolastiche su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree del Paese dove la scuola rappresenta spesso l’unica opportunità per bambini, bambine e adolescenti di praticare attività sportiva.
Con il PNRR, la Sicilia ha avviato 107 interventi per mense, tempo pieno e palestre – di cui 55 per la costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di spazi mensa e 52 per il potenziamento delle strutture sportive – per un valore complessivo di circa 61,1 milioni di euro. Le città che hanno avviato un maggior numero di interventi sono Messina, con 22 progetti del valore di oltre 10,2 milioni di euro, e Catania con 19 del valore di più di 10,4 milioni di euro. Seguono le province di: Siracusa (13 progetti del valore di oltre 7,5 milioni di euro), Palermo (12 interventi del valore di più di 6,2 milioni di euro), Ragusa (10 progetti per 9,7 milioni di euro), Agrigento (9 interventi per un valore di 4,8 milioni di euro), Enna (8 interventi per un valore di oltre 4,3 milioni di euro), Trapani e Caltanissetta (entrambe 7 interventi rispettivamente per un valore di 4 milioni e circa 3,7 milioni di euro). Messina è la provincia che ha attivato il maggior numero di interventi per le mense rispetto al numero di studenti (3,3 interventi ogni 10mila studenti), mentre Siracusa registra il maggior numero di interventi per il potenziamento delle infrastrutture sportive rispetto al numero di scuole (3,6 ogni 100 scuole).
Con il PNRR, le regioni del Mezzogiorno hanno avviato 767 interventi del valore di 381 milioni e 932 mila euro, il Nord 428 interventi del valore di 345 milioni e 650 mila euro, e il Centro 213 del valore di 139 milioni e 340 mila euro.
Il PNRR, con un investimento complessivo di oltre 17 miliardi di euro destinati al Ministero dell’Istruzione e del Merito[2], rappresenta un’occasione unica per garantire uguali opportunità a tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti, soprattutto in territori dove la povertà minorile è più accentuata e le famiglie affrontano maggiori difficoltà economiche. A partire dalla mensa e dal tempo pieno o prolungato, servizi essenziali di contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, che in Sicilia è del 17,1%, seconda solo alla Sardegna (17,3%), rispetto ad una media nazionale del 10,5%: ad oggi, poco più di un bambino su due della scuola statale primaria ha accesso alla mensa (55,2%) e solo il 10,5% nella secondaria di I grado, con profonde differenze territoriali. Se nelle regioni del Centro e del Nord si concentrano le province con oltre il 50% di accesso al servizio da parte degli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado– con punte del 70% e oltre a Biella e Monza e della Brianza, fino al 91,3% della Provincia Autonoma di Trento – gran parte delle province del Sud sono sotto la media nazionale (che è del 36,9%, considerando sia scuole primarie che secondarie di I grado)[3].
In Sicilia accede al servizio mensa solo il 10,2% degli studenti della primaria e della secondaria di I grado, la percentuale più bassa tra tutte le regioni italiane, rispetto alla media nazionale del 36,9%. L’11,1% degli alunni della primaria (poco più di uno su dieci) usufruisce del tempo pieno.
Dall’analisi svolta da Save the Children sui 975 interventi del PNRR (presenti sulla piattaforma ReGIS a giugno 2024[4]) avviati per ampliare l’offerta di mense scolastiche, emerge che alle regioni del Sud e delle Isole è stato destinato il 38,1% delle risorse[5], sebbene queste risorse finanzino circa il 50% del totale dei progetti. Dall’analisi provinciale dei fondi del PNRR investiti sino ad oggi, si rileva che queste risorse, senz’altro utili per ampliare l’offerta complessiva, stanno producendo un impatto disomogeneo nella riduzione delle disuguaglianze territoriali. Le sei province (di cui 5 in Sicilia) dove gli studenti che usufruiscono della mensa sono meno del 10% – ovvero Agrigento, Foggia, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa – hanno ricevuto finanziamenti per 49 interventi di costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di spazi mensa per un valore di circa 21 milioni 500 mila euro, pari a 2,1 progetti ogni 10 mila studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Di contro, le sei province con le più alte percentuali di alunni che usufruiscono del servizio mensa a livello nazionale (oltre il 65%) – ovvero Trento, Biella, Monza e della Brianza, Verbano-Cusio-Ossola, Udine e Milano – hanno ricevuto 30 milioni di euro per 34 progetti, pari a 1,8 progetti ogni 10 mila studenti.
Nelle province più svantaggiate per l’offerta del servizio mensa e del tempo pieno si concentra anche la percentuale più alta di studenti provenienti da famiglie con un livello socioeconomico basso[6]: sono il 26,4% nelle province dove meno del 10% degli studenti usufruisce della mensa (contro il 17,2% di quelle dove oltre il 65% degli alunni accede alla mensa).
Dall’analisi di Save the Children emerge, inoltre, che anche tra le stesse province più svantaggiate – perfino nella stessa Regione – la distribuzione degli interventi per l’accesso al servizio mensa è disomogenea. Ad esempio, Palermo ha ricevuto circa 2 milioni di euro per la realizzazione di 6 interventi[7] mentre Foggia – dove gli studenti che usufruiscono del servizio mensa è simile (8,7% contro il 6,7% di Palermo) – ha ricevuto quasi 6 milioni e mezzo di euro per 18 interventi[8]. E anche all’interno della Regione siciliana, la distribuzione risulta disomogenea. La provincia di Messina, che ha la percentuale maggiore della di studenti della scuola primaria e secondaria di I grado che accedono al servizio mensa (20,1%) è quella che attiva più progetti (13 per un valore di oltre 3,2 milioni), pari a 3,3 interventi ogni 10mila studenti. Meno della metà (sei) invece i progetti delle quattro province con la percentuale più bassa: Ragusa (5,7%) con risorse pari a oltre 3,1 milioni e 2,5 interventi ogni 10mila studenti, Siracusa (6,2%) con risorse pari a più di 2,9 milioni e 2,2 interventi ogni 10mila studenti, Palermo che con una percentuale del 6,7% riceve poco più di 2 milioni ed è la provincia che attiva il minor numero di interventi ogni 10mila studenti (0,7). La provincia di Catania, che ha una percentuale di accesso del 7,1%, attiva soltanto 0,8 interventi ogni 10mila studenti, con 7 progetti del valore complessivo di oltre 3,7 milioni. Sei i progetti e 2,1 interventi ogni 10mila studenti per Agrigento (poco più di 3 milioni di euro il valore), con una percentuale di accesso alle mense dell’8,9%; 4 i progetti autorizzati nelle province di Trapani pari a 1,4 interventi ogni 10mila studenti (nonostante solo l’11,2% acceda alla mensa), per un valore di meno di un milione di euro, e Caltanissetta (15%), per un valore di quasi 1,5 milioni e una densità progettuale di 2,2 interventi ogni 10mila alunni. La provincia di Enna registra una percentuale di accesso alle mense del 19,5% e ha attivato 3 progetti, per 563mila euro di valore, pari a 2,9 interventi ogni 10mila alunni.
La mensa scolastica è fondamentale per garantire a studentesse e studenti, soprattutto quelli in condizioni di maggior bisogno, il consumo di almeno un pasto sano ed equilibrato al giorno. È, inoltre, un servizio indispensabile nell’ottica di incentivare l’estensione del tempo pieno e quindi di potenziare l’offerta formativa, con benefici sia per i ragazzi, sia per le famiglie con effetti positivi in particolare per l’occupazione femminile[9]. Eppure solo due alunni della scuola primaria su cinque beneficiano del tempo pieno – con le percentuali più basse in Molise (9,4%), Sicilia (11,1%) e Puglia (18,4%), le più alte nel Lazio (58,4%), in Toscana (55,5%) e in Lombardia (55,1%) – e solo poco più di un quarto delle scuole (il 28,1% delle classi della primaria e secondaria di I grado) offrono il tempo prolungato.
Anche la possibilità di praticare attività sportiva a scuola in una palestra rappresenta una grande opportunità per la crescita di bambine, bambini e adolescenti. Ma, ad oggi, In Sicilia solo il 32,4% delle scuole statali primarie e secondarie (I e II grado) ha una palestra, contro il dato nazionale del 46,4%. Dall’analisi di Save the Children sui 433 interventi del PNRR registrati sul ReGIS per costruire o riqualificare le palestre a scuola[10] emerge che il 62,8% è stato avviato nelle regioni del Sud e delle Isole, a cui sono stati destinati il 52,7% dei fondi complessivi. La Sicilia ha ricevuto quasi 40 milioni di euro per 52 progetti di potenziamento delle strutture sportive a scuola. La provincia di Messina, dove le scuole con la palestra sono solo il 30,3% ha ricevuto più di 7 milioni di euro per il finanziamento di 9 progetti, ovvero 2 progetti ogni 100 scuole. Catania, la provincia siciliana con la percentuale più bassa di scuole con palestre (23,1%) ha avviato 12 progetti per un valore di più di 6,7 milioni), ovvero 2,6 ogni 100 scuole. Palermo invece, tra le meno virtuose per presenza di palestre negli istituti scolastici (28,3%) ha ricevuto quasi 4,2 milioni attivando 6 progetti, ovvero solo 1,1 ogni 100 scuole. 1,3 progetti ogni 100 scuole li attivano anche Enna, Agrigento e Trapani rispettivamente con il 45,7%, 37,8% e 37,1% di scuole con palestre, che hanno ricevuto rispettivamente circa 3,8 milioni per 5 progetti, 1,7 milioni per 3 progetti e 3 milioni per 3 progetti. La provincia che attiva più progetti ogni 100 scuole (3,6) è Siracusa (47,7% di scuole con palestra), che ha ottenuto il via libera per 7 progetti del valore di quasi 4,6 milioni. Caltanissetta – 43% di scuole con palestre – ha ricevuto più di 2 milioni di euro di finanziamenti per 3 interventi, ovvero 1,9 progetti ogni 100 scuole, mentre Ragusa (34,3%) ha ottenuto più di 6,5 milioni per 4 progetti, 2,8 ogni 100 scuole.
In generale, i 433 interventi sulle strutture sportive scolastiche avviati con il PNRR – sebbene rappresentino un passo importante per promuovere l’educazione motoria a scuola – sono insufficienti a garantire la copertura di palestre su tutto il territorio nazionale e a ridurre i divari tra le province[11], soprattutto nei territori dove la scuola spesso rappresenta l’unica opportunità per bambini e adolescenti di praticare attività sportiva. In Italia, un minorenne su tre (31,5%) che proviene da famiglie con scarse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportive[12] e tra gli adolescenti di 15-16 anni il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso[13].
“Il problema che abbiamo davanti come Paese non è solo riuscire a garantire la tabella di marcia della spesa, ma fare in modo che le risorse del PNRR raggiungano effettivamente i territori dove i bambini e le bambine scontano le maggiori difficoltà nel percorso educativo. Il PNRR rappresenta un’occasione unica per superare le disuguaglianze di offerta educativa tra nord e sud, tra centri urbani e aree interne. Ma dall’analisi della distribuzione delle risorse e degli interventi ad oggi avviati, l’obiettivo di riequilibrio sembra raggiunto solo parzialmente. È un campanello di allarme che deve spingere a realizzare al più presto un’analisi di impatto sulla povertà educativa di tutti gli investimenti della missione 4 del PNRR, dedicati all’istruzione, in corso ed in programma. Nei territori più svantaggiati, è necessario integrare le risorse del PNRR con altri fondi disponibili, per garantire un’offerta di servizi educativi a tutti i minori. Allo stesso tempo, giunti a questa fase del percorso, le istituzioni tutte, per i diversi livelli di responsabilità, devono attrezzarsi per garantire la copertura dei costi di funzionamento dei nuovi servizi in via di attivazione grazie al PNRR – le mense così come gli asili nido – senza che l’aggravio di spesa corrente vada a ricadere solo sui comuni più virtuosi o sulle famiglie, e senza correre il rischio che i nuovi spazi, una volta pronti, restino chiusi per mancanza di risorse umane ed economiche, come purtroppo già tante volte è accaduto in passato” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Ricerca di Save the Children Italia.
“La scuola rappresenta uno spazio essenziale in cui dare a bambini, bambine e adolescenti uguali opportunità di crescita, contrastando la povertà educativa che oggi rappresenta più che mai un’emergenza. Eppure, esistono ancora profondi divari territoriali nell’accesso ai servizi e alle infrastrutture educative, che gli investimenti e gli interventi del PNRR fino ad ora attivati non sono riusciti a colmare del tutto. I dati della Sicilia, ad esempio quelli sul tempo pieno al quale poco più di un bambino su 10 della scuola primaria ha accesso, preoccupano. Prolungare l’orario scolastico può infatti aiutare a migliorare i livelli di apprendimento degli alunni e delle alunne e a consentire la fruizione di attività extra-curricolari gratuite prevenendo così la dispersione scolastica. Ci auguriamo dunque che l’Osservatorio Regionale per il contrasto alla dispersione scolastica, istituito recentemente dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia[14], tenga conto anche di queste evidenze per il suo lavoro di analisi e intervento sulla dispersione scolastica in regione”, ha dichiarato Giorgia D’Errico, Direttrice Affari pubblici e Relazioni istituzionali di Save the Children Italia.
La presenza di servizi e infrastrutture a scuola, come il tempo pieno, la mensa e le palestre, sono fondamentali per contrastare la dispersione scolastica – che in alcune regioni italiane, nonostante il trend in diminuzione, resta tra i più alti d’Europa con un tasso di Early School Leavers in Sardegna del 17,3%, in Sicilia del 17,1% e in Campania del 16%[15] – perché offrono a bambini e adolescenti l’opportunità di partecipare ad attività educative, ricreative, culturali e sportive e influenzano positivamente i percorsi di apprendimento. A questo proposito, nel 2012 Save the Children con il progetto Fuoriclasse avvia un intervento integrato rivolto a studenti, docenti e famiglie, attraverso attività a supporto della motivazione e dell’apprendimento – dai laboratori ai campi scuola, dall’accompagnamento allo studio ai percorsi di inclusione e alla promozione di spazi di dialogo tra docenti e studenti –, al fine di contrastare la dispersione scolastica. Nel 2017 nasce Fuoriclasse in Movimento, la rete di scuole promosse da Save the Children – presente anche a Catania, Messina, Bagheria e Partinico (PA), Palermo – impegnata nella promozione della partecipazione studentesca e nel potenziamento delle competenze dei docenti sui temi della didattica inclusiva, oltre che nel sostegno dell’alleanza con le famiglie e le comunità educanti del territorio e la promozione di buone pratiche tra le scuole. Ad oggi, la rete di Fuoriclasse in Movimento coinvolge 250 scuole primarie e secondarie di I grado e circa 29.500 studenti e studentesse, 2.600 docenti e dirigenti[16].
[1] La Sardegna registra un tasso di Early School Leavers del 17,3%, la Sicilia del 17,1% e la Campania del 16%. Anche la Provincia Autonoma di Bolzano registra un tasso di ESL superiore alla media europea (16,2%). Fonte: Istat, Rapporto BES 2023, 2024
[2] A seguito della rimodulazione degli stanziamenti avvenuta a dicembre 2023, al Ministero per l’Istruzione e il Merito sono assegnate (nell’ambito della Missione 4 e di altre Missioni) risorse per 17,059 miliardi di euro (erano 17,594) (fonte: Servizio Studi Camera e Senato, Dossier sul Monitoraggio attuazione del PNRR – I traguardi e gli obiettivi al 30 giugno 2024, 24 luglio 2024, Tabella pag. 8, https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01425597.pdf). Se consideriamo solo la Missione 4 (che include anche l’Università), sono 19,08 i miliardi assegnati dopo la rimodulazione (fonte: ASTRID/Fondazione Agnelli, Il PNRR per scuola e università: a che punto siamo?, 2024)
[3] Elaborazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito per Save the Children (Open Data Istruzione, in riferimento all’anno scolastico 2021-22). Il numero di scuole che non hanno comunicato i dati relativi al servizio mensa e al tempo pieno è limitato e non inficia la validità del dato aggregato a livello provinciale.
[4] La piattaforma ReGIS è la piattaforma unica attraverso cui le Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, gli Enti Locali ed i soggetti attuatori, possono compiere tutta una serie di operazioni per rispettare gli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal PNRR. Fonte: https://area.rgs.mef.gov.it/canali/230/bacheca/news/666665/regis:_la_piattaforma_e_le_iniziative_per_il_pnrr; Cfr. anche https://www.italiadomani.gov.it/content/sogei-ng/it/it/Interventi/regis—il-sistema-gestionale-unico-del-pnrr.html
[5] La percentuale del 38,1% del totale delle risorse al sud e Isole, si riferisce ai progetti relativi alle mense caricati a giugno 2024 sulla piattaforma Regis, e fotografa quindi esclusivamente gli stanziamenti destinati ai progetti avviati a quella data, e non il totale delle risorse. Quindi non se ne può trarre un giudizio definitivo circa la percentuale di destinazione al Sud e alle Isole.
[6] Si fa riferimento all’indicatore ESCS – Economic Social and Cultural Status – misurato dall’INVALSI, che definisce lo status sociale, economico e culturale di studenti e studentesse che partecipano alle prove INVALSI (scuola primaria e secondaria di I e II grado), calcolato tenendo conto dello status occupazionale e del livello di istruzione dei genitori, oltre che del possesso di alcuni beni materiali. Si considerano come maggiormente svantaggiati gli studenti i quali si collocano nel 20% più basso (I quintile) di tale distribuzione. Il dato fa riferimento alla media della percentuale di studenti che si collocano nel primo quintile nella scuola primaria, secondaria di I grado e di II grado. Si è preferito utilizzare la media relativa ai diversi gradi d’istruzione perché rappresenta meglio la condizione socioeconomica del territorio di riferimento (in questo caso le province) degli studenti.
[7] Ovvero meno di 1 intervento ogni 10.000 studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado
[8] Ovvero 4,2 interventi ogni 10.000 studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado
[9] Sulla condizione lavorativa delle madri cfr. Save the Children, Le equilibriste. La maternità in Italia, 2024: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/le-equilibriste-la-maternita-italia-nel-2024
[10] Presenti sulla piattaforma ReGIS, la piattaforma unica attraverso cui le Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, gli Enti Locali ed i soggetti attuatori, possono compiere tutta una serie di operazioni per rispettare gli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal PNRR. Fonte: https://area.rgs.mef.gov.it/canali/230/bacheca/news/666665/regis:_la_piattaforma_e_le_iniziative_per_il_pnrr; Cfr. anche https://www.italiadomani.gov.it/content/sogei-ng/it/it/Interventi/regis—il-sistema-gestionale-unico-del-pnrr.html
[11] Alla scadenza del bando per l’assegnazione dei finanziamenti, le domande pervenute erano 2.859 per un totale di quasi 3 miliardi, ben più numerose di quelle effettivamente finanziabili con un plafond iniziale di 300 milioni.
[12] Dati relativi alla fascia d’età 3-17 anni elaborati da Istat 2022. Fonte: Save the Children, Atlante dell’infanzia a rischio. Tempi digitali, 2023
[13] Save the Children, Domani (im)possibili. Indagine nazionale su povertà minorile e aspirazioni, 2024
[14] Si veda Decreto Direttoriale “istituzione Osservatorio Regionale per il contrasto alla dispersione scolastica” del 13/08/2024: https://www.usr.sicilia.it/decreto-istituzione-osservatorio-regionale-per-il-contrasto-alla-dispersione-scolastica/
[15] Cfr. Eurostat, https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/sdg_04_10/default/table?lang=en&category=t_educ.t_educ_outc e Istat, Rapporto BES 2023, 2024
[16] Nelle città di Milano, Torino, Aprilia, Bari e Rosarno, Save the Children ha attivato Centri Educativi Fuoriclasse all’interno delle scuole per rafforzare le competenze di base e trasversali degli studenti a rischio dispersione attraverso attività di accompagnamento allo studio e laboratori didattici e con il supporto di strumenti sviluppati in collaborazione con l’Università di Milano Bicocca. Tra questi c’è, ad esempio, il taccuino digitale, che consente un racconto dell’esperienza di ogni studente, a partire dalle aspettative di ciascuno fino ai risultati raggiunti. Per approfondire: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/progetti/centri-educativi-fuoriclasse