Testo e foto di Diego Romeo
E’ l’Agrigento “felix” quella che è venuta fuori dagli entusiasti reporter per l’inaugurazione della “buca” nel teatro Pirandello. In realtà si è trattato della inaugurazione dello spazio tra scena e platea dedicato agli elementi orchestrali e che più opportunamente è chiamato “golfo mistico”. Sicuramente a forza di parlare delle enormi buche amministrative del nostro comune la piccola “buca” inaugurata per “La Traviata” è sembrata un miracolo di efficienza. E sempre per stare in tema la verdiana opera non si è rivelata una bucatura ma riteniamo sia andata in scena ottenendo un doveroso consenso di pubblico che, certo, è stato pochissimo abituato alla lirica e alla musica classica. Per fortuna una supplenza di comunicazione oggi viene offerta da RAI5 e dal canale”Classica” di Sky. Dunque un pubblico privilegiato quello che ha assistito l’altra sera ad una incisiva messa in scena per la regia di Lorenzo Lenzi e del direttore d’orchestra Francesco Di Mauro. A ricoprire il ruolo di Violetta una deliziosa Claudia Urru ; e diciamo “deliziosa” perché la sua voce e la sua interpretazione non sarebbe utile, ma ingrato, rapportarla a passate interpreti che sono state croce e delizia dei loggionisti (e non solo di Parma). Diciamo semplicemente che “teatralità e canto” vengono assolti dalla Urru con equilibrio mentre è stato appannaggio della coreografa Stefania Cotroneo “erotizzare” la scena con efebiche fanciulle stilizzate in un ralenti avvolgente dove la regia gioca le sue migliori carte con una Violetta in lingerie da alcova e azzardando un threesome che manco un Zeffirelli si sarebbe sognato.. Ma tutto l’ensemble agevola l’incedere narrativo e canoro con Claudio Cardile (Alfredo), Cesare Know (padre), Gabriella Aleo (Flora), Francesco Ciprì (Gastone) Francesco Cascione( Douphol) Maria Mellace (Annina) Gianluca Failla (D’Obigny), Angelo Sapienza (Grenvil). I costumi di Fabrizio Buttiglieri , il “Coro lirico del Mediterraneo” diretto da Alistair Sorley e la “Catania Philharmonic Orchestra” hanno completato il successo di questa “prima” opera lirica della Fondazione Teatro Pirandello.
Dalle arie di Parigi e dalla “Provenza il mare e il suon” ci vuole poco per precipitare nelle corrusche e arcaiche contrade sicule. Ci ha pensato il regista Camillo Mascolino che da anni insegue una messinscena del teatro dialettale e del passato classico. L’anno scorso al Teatro della Posta Vecchia aveva messo in scena il “Miles gloriosus” (quest’anno al Teatro greco di Siracusa) con il nostro grande Giugiù Gramaglia mentre l’altra sera sempre il teatro della Posta Vecchia ha ospitato la “A’ Vilanza” scritta a quattro mani da Martoglio e Pirandello.. La bilancia nei tribunali di solito è lo spartiacque tra bene e male, tra chi ha torto e chi ha ragione e Mascolino ne fa una rivisitazione rigorosa coadiuvato da interpreti credibili sempre in bilico tra expertise martogliana e dialettica raziocinante pirandelliana. Protagonisti ben caratterizzati nel loro ruolo che portano a compimento l’esplodere della tragicità di due famiglie legate dal comparaggio tutto siculo messo in crisi da un tradimento coniugale che ne devasta i rapporti. Il risarcimento esigerà un contrappasso, un “occhio per occhio” dove la farsa tragica fa capolino imperiosamente. Inevitabile la “sparatina” che ribalta i piatti di una bilancia “sbilanciata” dalla moglie tentatrice del compare Saro e dalla moglie “santa” dell’altro compare Orazio. Si ripetono vecchi schemi che riflettono istinti arcaici dove la Ragione ( con “voce-megafono” fuori campo) e il concetto di Persona fanno fatica a imporsi. Gli attori tutti molto applauditi: Ilaria Bordenca, Lia Cipolla, Paolo Di Noto, Anna Grazia Montalbano, Rosa Maria Montalbano, Francesco Maria Naccari. Costumi e impianto scenografico di Donatella Giannettino, fonica e luci di Tony Bruccoleri.