Testo e foto di Diego Romeo
Una decina di anni fa quando Ficarra e Picone iniziarono un nuovo tour di spettacoli scelsero per l’anteprima il Teatro della Posta Vecchia di Agrigento, perché, rivelarono al pubblico presente quella sera, il “Posta Vecchia” portava loro fortuna. Memore di quel felice esorcismo o scaramanzia, chiamatela come volete, Rossella Leone, moglie di Salvo Ficarra, cresciuti diligentemente i due rampolli di famiglia (Vincenzo e Tommaso) si è decisa a calcare le tavole del palcoscenico agrigentino. Già attrice cinematografica in diversi film della premiata ditta “Ficarra e Picone”, Rossella Leone ha scelto l’interpretazione di un testo scritto (e diretto) da Giulia Galati, nota per avere messo in scena qualche mese fa al Posta Vecchia una deliziosa favola postnatalizia. Col risultato di un “one woman show” che trascolora in quadretti di vita quotidiana alternando ironia, sarcasmo e accenti drammatici che ruotano intorno ad una aspirante attrice “allorquando-scrive Giulia Galati—“dopo tante attese e speranze, si trova ad affrontare il provino della sua vita e per giunta col suo regista preferito e raccontando i mille salti mortali di una donna che vuole realizzarsi nel suo lavoro alle prese con il ritmo incessante della sua giornata tipo, tra lavoro, organizzazione della casa e gestione della famiglia”.Una autentica prova d’attrice dove la Leone impiega una variegata gestualità narrando i pericoli degli appuntamenti odierni e l’idea sconvolgente della cattiveria dei social media e delle combinazioni che creano una esperienza disorientante. Tutto sommato per la Leone questi 75 minuti di one woman show potrebbero rappresentare l’inizio di un personale, diciamo, riscatto? O una critica e autocritica della narrazione dei nostri referenti culturali di successo. O più probabilmente l’impennata teatrale di un orgoglio di attrice consapevole che il teatro è un fiore all’occhiello e che il cinema, soprattutto quello di Ficarra e Picone è più redditizio. Di “picciuli” soprattutto.