E’ inutile suonare qui non vi aprirà nessuno
il mondo l’abbiam chiuso fuori
con il suo casino.
Avrei voluto scrivere un articolo ironico sul Comune di Agrigento prendendo spunto dal testo della canzone “Soli” di Adriano Celentano.
Purtroppo la notizia di un tentato suicidio me ne ha tolto la voglia.
Al di là del flop di uno spettacolo – la cui responsabilità sarebbe comunque di ben altri soggetti e certamente non del protagonista dell’insano gesto – l’ennesimo fallimento non fa altro che dimostrare l’inconcludenza e l’incapacità di chi amministra questa città.
Un’Amministrazione assente, arrogante a tal punto da non rispondere ai cittadini (e se lo fa, la risposta la comprende soltanto chi la scrive) e neppure a quei pochi giornalisti che hanno il coraggio di porre delle domande.
Giorni fa avevo scritto di un Municipio-Teatro nel quale, differenza dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello, lo spettacolo-farsa di questo circo sarebbe finita senza annegamenti né suicidi.
E ancora oggi voglio sperare che sia così, che quanto avvenuto non abbia nulla a che vedere con il flop di uno spettacolo le cui cause andrebbero ricercate nell’incapacità di chi non è stato in grado di portare un solo spettatore al Teatro Pirandello.
Non c’era neppure il sindaco, né un solo assessore della giunta consiliare.
Tra i quesiti posti al sindaco, quelli de “L’Amico del Popolo” in merito ai parcheggi a pagamento in città.
Una vicenda che aveva suscitato un vivace dibattito nell’opinione pubblica agrigentina, rispetto la quale il sindaco si era riservato di rispondere al giornalista una settimana dopo, ovvero entro il 22 ottobre, salvo poi chiedere un’altra settimana di “tempo supplementare”.
Ad oggi, di settimane ne sono passate ancora altre, senza che il dott. Francesco Miccichè, sindaco di Agrigento, abbia trovato il tempo per rispondere.
Lo stesso tempo che è mancato per evitare che il 43°Premio Paladino D’Oro Premio Cinematografica Internazionale “Sportfilmfestival” si trasformasse in un gigantesco flop, nonostante il Comune di Agrigento avesse investito per l’evento un bel po’ di denaro.
Lo stesso tempo che non si trova per rispondere in merito all’utilizzo di ex percettori di reddito di cittadinanza per lo spazzamento di vie cittadine, il cui servizio doveva essere reso dalle ditte che avevano vinto l’appalto?
Se per tutto ciò il tempo non si trova, non si comprende come per la piantumazione di un ulivo in una piazzetta, o per la “inaugurazione” di qualche giochino per bambini in una villa comunale, gli amministratori agrigentini trovino tutto il tempo necessario.
Una partecipazione “folkloristica” che ricorda le tante inaugurazioni di parchi (rimasti sempre incompleti e abbandonati), o di strade ed edifici già fatiscenti prima ancora che se ne potesse usufruire, con il solito codazzo di personalità e giornalisti.
E mentre Agrigento dal quintultimo posto passa al quartultimo posto nella classifica annuale nell’indagine sulla qualità della vita del 2023, il circo, con i suoi spettacoli, va avanti.
“Duas tantum res anxius optat panem et circenses” avrebbero detto gli antichi romani riferendosi al popolo.
Ma ad Agrigento non c’è più pane, e questo triste circo da farsa si è trasformato in dramma e non fa più ridere nessuno, come una triste canzone di Renato Zero e del carrozzone che va avanti da sé…
Gian J. Morici