«Il giorno di fermo della vendemmia indetto oggi dai viticoltori trapanesi e la manifestazione di Marsala per chiedere un aiuto al governo nazionale e a quello regionale sono la rappresentazione plastica di quanto la categoria sia alle corde davanti ad una crisi climatica e una congiuntura economica negativa senza precedenti». La deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, solidarizza con gli operatori del settore e commenta con amarezza l’esito dell’incontro tra il Governo regionale e i soli rappresentanti delle cantine sociali avvenuto 48 ore fa.
«Davanti a questa grave situazione – incalza Ciminnisi – il Governo Regionale getta la maschera e mostra di non avere ancora alcuna strategia per fronteggiare la crisi senza precedenti della viticoltura siciliana. Alla tardiva riunione dell’altro ieri, chiesta con urgenza al Governo Schifani da una più ampia platea quasi tre mesi fa, non erano presenti i rappresentanti dei viticoltori, i sindacati e altre organizzazioni di categoria. Questo pone un problema di metodo».
«Nel merito – aggiunge Ciminnisi – il Governo regionale non è stato in grado di presentare alcun piano di sostegno al settore. Solo una fumosa indicazione su alcuni non meglio precisati strumenti di aiuto attraverso il sistema bancario, come per esempio la moratoria sulle cambiali agrarie, che richiedono comunque tempi tecnici incompatibili con l’emergenza attuale» dice Ciminnisi.
«È evidente – continua la deputata trapanese che ha seguito da vicino la vicenda – che l’unica speranza per il comparto sia un intervento di Roma, attraverso un fondo di solidarietà nazionale, considerato che tutto il settore della viticoltura, dai colli Euganei alle Langhe, dal Chianti ai Castelli romani è in piena crisi. Ma non mi pare ci siano segnali che indichino la disponibilità di risorse economiche da destinare alla viticoltura siciliana, né di altre regioni».
«Se non si interviene subito con misure straordinarie, la vitivinicoltura siciliana subirà una pesantissima contrazione dei redditi aziendali e individuali. La crisi del settore – conclude Ciminnisi – sarà avvertita concretamente sulle famiglie, con riduzione dei consumi e difficoltà a far fronte alle spese quotidiane. Siamo di fronte ad una bomba sociale pronta ad esplodere ed ho la concreta preoccupazione che né il Governo regionale, né quello nazionale abbiano compreso la profondità della crisi che rischia di divenire strutturale».