Secondo l’accusa a capo del sodalizio criminale dedito al riciclaggio di denaro, ci sarebbe stato l’imprenditore di Asti Francesco Mura.
L’inchiesta nel 2020 aveva portato a indagare ventinove persone, delle quali tredici erano finite in manette.
Per la procura la ’ndrangheta tramite Mura nel corso di cinque anni, tra il 2014 e il 2019, avrebbe riciclato almeno 500mila euro e messo le mani su diverse attività commerciali.
L’accusa di associazione delinquere di stampo mafioso si è sgretolata in aula, tant’è che lo stesso pm Teodoro Catananti nella sua requisitoria non lo ha portato avanti contestando solo alcuni dei reati iniziali e ritenendo insussistenti alcuni altri capi d’accusa.
Mura – difeso dall’avvocato Maurizio La Matina – ha riportato una condanna a cinque anni a fronte dei dodici chiesti dal pm, essendo venuta meno l’aggravante dell’associazione a delinquere di stampo mafioso.
Pena ridotta anche per gli altri quattro imputati condannati: Mario Mura, padre dell’imprenditore, l’ex moglie Gabriella Corsini, le due socie di Francesco Mura Maria Alda Emilia Dizioli ed Elisa Salerno.
Sono stati invece assolti con formula piena la compagna di Francesco Mura Sabrina Ferchichi – difesa dall’avvocato Jacopo Evangelista -, Cristiano Barbi, Attilio Barbi, Nicholas Corsini, Massimo D’Anna, Andrea Ottaviani di Chiari, Francesco Cantale e Jinjie Xu.