Da Francesco Messina Denaro, morto da latitante il 30 novembre 1998, e il cui cadavere venne fatto ritrovare, già vestito di tutto punto per il funerale, nelle campagne tra Castelvetrano e Mazara del Vallo, a Matteo, arrestato il 16 gennaio 2023, dopo quasi trent’anni di latitanza, fino ad arrivare a Salvatore, fratello dell’ex primula rossa (attualmente detenuto), e alla sorella Anna Patrizia (in carcere, condannata in via definitva a 16 anni per associazione mafiosa con il marito Vincenzo Panicola), senza considerare tutti gli altri parenti del boss, pare che i Messina Denaro abbiano due sole passioni: la famiglia e la “famigghia”.
Ultimo arresto in ordine di tempo quello di Rosalia (Rosetta, come la chiamano in famiglia), prima delle quattro sorelle del capomafia di Castelvetrano, alla quale la Dda di Palermo contesta l’accusa di associazione mafiosa per aver provveduto ai soldi necessari alla latitanza del fratello Matteo, tenendo le relazioni con gli altri mafiosi.
A custodire i segreti della latitanza di Matteo sarebbe stata proprio Rosalia (68 anni), arrestata dai carabinieri del Ros nella storica abitazione di famiglia, in via Alberto Mario, a Castelvetrano.
La donna, in passato mai coinvolta direttamente nelle indagini, oltre a tenere la “cassa” della famiglia, avrebbe gestito la rete di trasmissione dei “pizzini”, consentendo così al fratello di mantenere i rapporti con gli altri mafiosi durante la latitanza.
A tradire il boss e consentirne l’arresto, pare che sia stato proprio un pizzino che conteneva le informazioni sulla sua salute, custodito dalla sorella.
Diceva Lev Tolstoj, “Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro. Ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.
Questo sembra valga anche per i Messina Denaro, che tra famiglia e “famigghia”, non hanno certo di che essere allegri.
Gian J. Morici