“La ragione insieme all’intuizione, sentire questa voce sottile e trovare la direzione…”
(Ervin László)
Leggendo il titolo penserete che mi sono bevuto il cervello.
Bene. Avete centrato il punto di questa breve riflessione sulla cosa più importante che possediamo: il cervello.
Cercando qualcosa che mi aiutasse a capire come mai la natura abbia dotato gli esseri viventi di uno strumento così sofisticato (e così poco usato, soprattutto dall’uomo), mi sono imbattuto in un libro che tutti dovrebbero conoscere:
“La scienza e il piano akashico”.
La parola deriva dal sanscrito vedico (Akasha) e significa spazio.
Nella religione induista quella parola indica la base e l’essenza di tutte le cose del mondo materiale.
Il libro è stato scritto da uno scienziato di origini ungheresi il cui nome si fa difficoltà a pronunciare: Ervin László.
Se avrete la buona volontà di scoprire la sua biografia (ne troverete una aggiornata su wikipedia) resterete colpiti non tanto dalle sue due candidature al Premio Nobel per la Pace e neppure dalla sua infinita sapienza scientifica.
Quello che colpisce in lui sono le doti umanistiche che lo connotano come filosofo ed eccellente pianista, pur provenendo da assai umili origini (il padre era un ciabattino di Budapest).
Ebbene, questo Uomo di Ingegno ha scoperto e raccontato ciò che si fa difficoltà ad intuire.
Secondo lui – ma qualcosa mi dice che bisogna credergli – il principio del cosmo “è un campo di informazione”, una energia fondamentale che dà un ordine, non solo all’universo presente ma a tutti gli universi passati.
Vedo i vostri occhi stropicciarsi alla lettura di queste parole, ma aspettate a trarre conclusioni.
Secondo László, dalle informazioni contenute nel campo nascono tutte le cose: dalle galassie agli esseri viventi e vi nasce anche la coscienza.
In questo scenario l’evoluzione non è un processo casuale.
La memoria di tutto quello che è nato nel tempo e nello spazio, di tutto ciò che è avvenuto, contiene anche le informazioni su ciò che potenzialmente avverrà.
E, così, la memoria del modo in cui una pianta è divenuta tale l’aiuta a realizzarsi nel suo divenire.
Questo campo universale di energia è iscritto con le nostre azioni e con i nostri pensieri e tutti possono accedervi per trarre informazioni perchè l’energia si muove in forma di onde che viaggiano nello spazio.
Lo strumento per accedere a tutto questo – se volete chiamatelo hot-spot, wi-fi, bluetooth – è il nostro cervello.
Il cervello umano che noi usiamo (per chi ancora lo usa…) come recettore di sensi è, in realtà, qualcosa di molto più elaborato ed “in grado di ricevere onde quantiche dell’universo”.
Solo coloro che usano il cervello in armonia con il campo akashico – che siano scienziati, poeti, artisti, profeti o sciamani – sono in grado di percepire la grandezza del mondo.
Sono coloro che riescono a raccontarlo…
Lorenzo Matassa