
Ricomincio a scrivere dopo più di un mese di silenzio.
Comprendo che, forse, le mie parole non saranno mancate a molti di voi.
Mi farò ragione anche di questo.
Pertanto scriverò per quei pochi ai quali sono mancato e anche per uno solo di loro.
D’altronde aveva ragione il protagonista del racconto “Novecento” allorché assumeva che nella vita non sei fregato veramente finchè hai da parte una buona storia e qualcuno (anche uno solo) a cui raccontarla…
Però, prima di continuare il mio percorso, dovrò spiegare per quale motivo il silenzio ha reso inservibili le parole.
All’inizio di quest’anno – ed in corrispondenza con l’evolversi drammatico della guerra in Ucraina – ritenni di pubblicare alcuni articoli di commento su colui che indicherò con il nome di “IDDU”.
Capirete subito il perchè di questo nickname che i siciliani danno al vulcano Etna per evitare di svegliarlo ed urtare la sua focosa suscettibilità.
In questi articoli (i cui titoli troverete trascritti in basso e che, forse, un giorno, potranno nuovamente leggersi…) cercavo di mettere in rilievo la natura perversamente criminale di un uomo (“IDDU) a capo di uno Stato che, in pochi mesi, aveva distrutto un paese uccidendo migliaia di civili e mandato all’inutile martirio più di centomila suoi soldati.
Non che la mia voce fosse più importante di tante altre che pure hanno scritto e più influente di fonti giornalistiche ben più attrezzate della nostra.
Ma ciò che, forse, ha disturbato “IDDU” più di tante altre voci è stata un’idea che altri non hanno avuto.
Decidemmo di tradurre quegli articoli in inglese, in cirillico ed ucraino perché fossero fruibili anche dai diretti interessati.
Questa decisione deve avere scatenato le reazioni irate dei tanti amici di “IDDU” e attivato le adeguate contromisure.
Al tempo di internet – è oramai arcinoto – le guerre non si fanno più (solo) con la polvere da sparo.
I famigerati droni – che piombano dall’alto sopra i carri armati – sono diretti, con precisione millimetrica, dal web.
Allo stesso modo, almeno tremila droni informatici sono piombati in poche ore sopra il nostro sito distruggendolo.
La cosa che fa anche sorridere è quella che i distruttori hanno pure firmato la loro azione in modo davvero originale.
Da una parte hanno azzerato gli articoli tradotti in cirillico in cui si faceva riferimento alla guerra, dall’altra hanno tradotto in cirillico ogni altro articolo (anche quelli in cui si parlava di cose che nulla avevano a che fare con il noto paese produttore di caviale e vodka).
Un modo per dire che nella terra di Dostoevskij anche la vendetta ha una sua originale eleganza.
Cosa questa non nuova nello scenario degli ultimi tempi in cui tanti oppositori del regime erano stati annientati nei modi più strani. Uno tra loro, addirittura, cosparso di un raro veleno di rana da uno sciamano che dapprima ne aveva scorticato i tessuti cutanei.
D’altronde si sa che l’unica cosa che non manca ai compaesani di Tchaikovskij è la sublime arte dell’invenzione fantastica.
Ebbene, abbiamo cercato di ricostruire il sito e sopratutto di farvi leggere, ancora, ciò che in passato vi era scritto.
Ma – da subito – si è compreso che i danni inflitti dall’azione “bellica” degli amici di “IDDU” era di quelle che non faceva feriti. Molto simile a ciò che, in questo momento, accade nella terra del Caucaso dove “IDDU” ed i suoi sodali vogliono cancellare non solo l’esistenza fisica di un paese ma anche la sua memoria storica.
Come rispondere al terrorismo guerrafondaio di “IDDU” e dei suoi ciechi alleati?
Potrebbe sembrare semplice (se non semplicistica) la risposta: RESISTENZA e RESILIENZA.
Torniamo a pubblicare, resistendo alla violenza e riedificando quanto è stato distrutto in modo più solido di prima…
Lorenzo Matassa
Qui di seguito i titoli degli articoli tradotti in cirillico:
“Una certa idea di Vlad”
“La guerra spiegata da una madre”
“I senza Dio”
“Vladimir l’ateniese”
“Il crimine di Vladimir”
“Il poeta ed il dittatore”
“Non sprecate il tempo della Giustizia”
“Questo gransilenzio quasi fa rumore…”
“Zeta, l’orgia del potere”
“Il carnefice nel suo labirinto”
“Il primo giorno di primavera”
“Il male assoluto”