“Il tema è delicato e merita chiarezza. I fatti sono accaduti nell’aprile del 2020 sotto un altro governo, con un’altra organizzazione della filiera penitenziaria, parare di responsabilità altri non è mai gradevole. Ieri c’è stata una riunione al Ministero per fare un’analisi immediata, spietata, chiara dei fatti. Posso annunciare che la Procura di Santa Maria Capua a Vetere ha dato il via libera ad un’indagine ispettiva che ieri stesso è stata disposta dalla Ministra Cartabia con il consenso di tutti, per cui vi sarà, in affiancamento alle indagini penali, un’immediata indagine del ministero sui fatti, è già partita”. Lo ha detto il sottosegretario alla giustizia, Francesco Paolo Sisto, a 24 Mattino su Radio 24.
“Rivedere procedure filiera comando”
“E’ evidente che è necessario rivedere talune procedure della filiera di comando, è ovvio che quello che è accaduto ha comunque una sua strutturazione nei rapporti tra chi decide e chi opera, questo è uno dei punti. Si è pensato di restituire maggiore formalismo a determinate procedure, non più autorizzazioni che possono essere anche verbali o non codificate, ma restituire alle procedure, soprattutto per le ispezioni straordinarie una controllabilità documentale più rigorosa. Questi sono provvedimenti che vanno verso il futuro ma che non possono sanare quanto accaduto”.
“Videosorveglianza in tutti i corridoi carceri”
“Videosorveglianza di tutti i corridoi delle carceri a livello nazionale a tappeto. C’è la necessità di dare tranquillità a chi sta negli istituti, parlo sia dei detenuti, sia della Polizia Penitenziaria. Un controllo di videosorveglianza nei corridoi permette di verificare che non vi siano aggressioni e rischi tra i detenuti e la buona, la ottima Polizia Penitenziaria, questo va detto al di là dei fatti. Nella gran parte dei casi stiamo parlando di coraggiosi difensori dello Stato, è chiaro che le eccezioni ci sono in tutte le categorie e quando si sbaglia bisogna intervenire a piedi uniti, sia noi del Ministero sia le associazioni sindacali”.
C’era esasperazione, ma non ci sono giustificazioni
“Il messaggio che voglio far arrivare è che la polizia penitenziaria non è quella dei video. Bisogna capire nel sistema e nella catena di comando cosa è sfuggito, non trovo giustificazioni perché non ce ne sono di giustificazioni.” Così Donato Capece segretario del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) a 24 Mattino su Radio 24 sui fatti di Santa Maria Capua Vetere. Sulle condizioni dell’epoca nel carcere ha poi aggiunto: “Posso dire che abbiamo attraversato un momento particolare che è quello delle rivolte in carcere, a Santa Maria Capua Vetere i nostri colleghi sono rimasti contusi e feriti nella rivolta. In un settore particolare di quel carcere un padiglione era in mano ai delinquenti, a detenuti di alta sicurezza non di detenuti comuni. Può darsi l’esasperazione, ma non voglio trovare una giustificazione perché noi dobbiamo avere un self control al 100% non possiamo cadere in queste cose qui”.