Claudia Porchietto, deputata di Forza Italia, difende il presidente del Consiglio sulla bocciatura della tassa sull’eredità e chiede al segretario del Pd, di cui apprezza comunque intelligenza e capacità, di non rincorrere più la sinistra. La dirigente nazionale di Fi fa poi un punto rispetto alle amministrative e in modo particolare sulla sua Torino, dove rimarca il proprio sostegno a Damilano: «E’ stata un’ottima scelta. Il mio nome è circolato inizialmente perché in precedenza si era deciso di optare per un profilo politico». Rispetto al tema della giustizia, invece, chiede una commissione d’inchiesta sulla magistratura: «E’ giusto che i primi a dare trasparenza siano proprio i magistrati».
Il sostegno al governo Draghi, nei fatti, sta consentendo a Forza Italia di risalire nei sondaggi. Tale scelta potrebbe allontanarvi dai sovranisti e magari immaginare un nuovo asse moderato?
«Se per sovranisti intendiamo Fratelli d’Italia e Lega ritengo che l’alleanza sia assolutamente salda. Dopodiché è chiaro che ci sono sempre state delle caratterizzazioni all’interno della coalizione. Altrimenti saremo un unico partito».
Berlusconi, da pochi giorni, è uscito dall’ospedale. Pur restando indiscutibile la sua leadership, è venuto il momento di una riorganizzazione o meglio ancora di un restyling della forza del 1994?
«Ritengo che faremmo onore a Berlusconi nel momento in cui saremo in grado di camminare, in modo attento e seguendo la linea del presidente, con le nostre gambe. Dobbiamo iniziare a muoverci, anche quando non possiamo contare sulla presenza fisica del nostro leader ed è quello che stiamo già facendo. Non a caso, infatti, grazie al nostro sforzo e alla nostra unità, stiamo risalendo nei sondaggi. E’ in corso un’evoluzione all’interno di Forza Italia».
Nelle principali città italiane, il centrodestra propone quasi un candidato al giorno. Condivide la strategia?
«Non stiamo presentando un nome ogni ventiquattro ore. E’ in corso, invece, una discussione trasparente con gli alleati. I candidati saranno condivisi da una coalizione. L’obiettivo è offrire ai cittadini la possibilità di scegliere tra profili molto validi e competitivi. I nomi, a disposizione, sono tanti. Parlando delle città più importanti del Paese, la valutazione non può non tener conto di più alternative. Solo per tale ragione si sentono parecchie ipotesi, non certamente per confusione. Serve individuare i profili migliori per governare».
Nella sua Torino, questa volta, ci sono reali possibilità di vittoria?
«Paolo Demilano ritengo sia una persona capace, un caro amico, un imprenditore, che può dare un contributo alla città. Stiamo parlando di chi ha visione e soprattutto di chi ha realmente la possibilità di traghettarci fuori dal triste declino degli ultimi 5 anni. Avrà Forza Italia e Claudia Porchietto al suo fianco».
In un primo momento è stata indicata come possibile fascia tricolore per la città della Mole. E’ cambiato, poi, qualcosa?
«Berlusconi mi ha chiesto una disponibilità perché in precedenza si stava optando per un profilo politico. In quel caso, certamente non mi sarei tirata indietro. Per la mia città faccio questo e altro. Nel momento, però, in cui c’è stata la disponibilità di Damilano, sono stata contentissima perché ritengo sia stata presa un’ottima scelta. Posso dare un contributo anche lavorando da Roma e rappresentando Torino a livello nazionale».
Argomento del giorno, il Pd chiede un prelievo sulle successioni da distribuire ai 18enni, ma Draghi non è d’accordo. Si tratta di una bocciatura per Letta?
«Il premier, che ha ben chiara la situazione italiana, sa in modo garbato, rispedire al mittente le superficialità, che ogni tanto, caratterizzano il segretario del Pd. Ritengo che Letta, considerando la sua intelligenza, debba smettere di rincorrere la sinistra. Draghi ha dato la migliore risposta possibile. In questo momento non bisogna prendere, ma dare. Non può sembrare un delitto avere proprietà guadagnate con sacrifici e risparmi. Il segnale del presidente del Consiglio, inoltre, interpreta quello che è da sempre il pensiero di Forza Italia: smettiamola di mettere le mani nelle tasche degli italiani».
Considerando le diversità su molte vedute, ritiene che l’attuale esecutivo possa avere vita lunga?
«Questo governo ha come obiettivo fare uscire dalla pandemia sanitaria ed economica il Paese. Se mettiamo, invece, al primo posto gli egoismi di parte, difficilmente potrebbe reggere, considerando le differenze importanti presenti al suo interno. C’è un’agenda su cui si è basata la formazione dell’esecutivo. Se i partiti non deragliano, si può andare avanti. Ritengo, comunque, che finito il Covid, si debba tornare a votare, dando la possibilità ai cittadini di scegliere».