I Carabinieri del R.O.S., coadiuvati da quelli del Comando Provinciale di Trapani, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro di beni del valore di circa 1 milione di euro, emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta della Procura Distrettuale di Palermo, nei confronti di G.C. e della di lui moglie V.N. e del prestanome S.R..
Figura centrale risulta essere G.C.,, imputato nell’ambito del processo “EDEN II”, tra gli altri, per la partecipazione a cosa nostra (in primo e secondo grado è stato assolto dagli addebiti contestati). Questo – attualmente imputato innanzi al Tribunale di Marsala nel processo “ANNO ZERO” per una tentata estorsione aggravata dall’aver commesso il fatto al fine di agevolare le attività della citata organizzazione mafiosa – è stato condannato dal Tribunale di Trapani nel settembre 2020 per il medesimo delitto. L’interessato è poi emerso nell’ambito delle indagine “SCRIGNO” che aveva approfondito i legami tra politica e cosa nostra trapanese, mettendone in evidenza il particolare attivismo nel corso delle elezioni politiche del febbraio 2013. In tale contesto, si inseriscono le dichiarazioni del defunto collaboratore di giustizia L.C., legato da rapporti di parentela con il latitante Matteo Messina Denaro, il quale lo indicava come incaricato di tenere i rapporti tra le famiglie di Castelvetrano e Castellammare del Golfo. Condotte quelle indicate che hanno messo in evidenza i legami dell’interessato con cosa nostra trapanese e conseguentemente la propria pericolosità sociale. Il provvedimento si fonda sulle risultanza dell’indagine “EDEN II” del ROS che hanno documentato varie attività illecite del mandamento mafioso di Castelvetrano, accertando il ruolo di vertice al tempo assunto da G.F., dopo gli arresti di Salvatore Messina Denaro e G.F.. In tale quadro, emergeva pure come il G.C., ricevuta l’autorizzazione di Matteo Messina Denaro, aveva avviato la riorganizzazione della struttura criminale, attraverso nuove affiliazioni e l’esercizio di un pervasivo e rigido controllo del territorio attuato con metodi violenti e intimidatori. L’odierna attività ha consentito di individuare e colpire il patrimonio riconducibile ai menzionati G., V. e S.. I beni sequestrati, localizzati a Castelvetrano, sono costituiti da 1 azienda, 1 abitazione, 1 capannone industriale, 3 autovetture, numerosi rapporti bancari e 1 polizza assicurativa. In tale quadro, S.R. è risultato, in favore di G., intestatario fittizio di una azienda alla quale nel 2019 era stata affidata la somministrazione di bevande in occasione del “Torneo della Legalità”, tenutosi a Castelvetrano in memoria del presidente dell’Associazione Civitas.
Le indagini patrimoniali condotte dal ROS e dal Comando Provinciale di Trapani, si inseriscono in una più ampia attività di contrasto condotta dall’Arma dei Carabinieri nei confronti del mandamento mafioso di Castelvetrano, depotenziato negli ultimi anni dai numerosi arresti e provvedimenti patrimoniali eseguiti a carico di affiliati e soggetti contigui alla locale famiglia.
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