Il Presidente della categoria scrive a Speranza e ai presidenti delle Regioni: “Noi in prima linea come altre categorie professionali che possono già prenotare il vaccino”
Roma, 25 febbraio 2020 – Prevedere l’inserimento prioritario dei Commercialisti per le prenotazioni vaccinali, alla stregua di altre categorie professionali, classificando il rischio pendente alla pari di quello previsto per altre fasce già invitate a fruire del vaccino. E’ la richiesta del presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, contenuta in una missiva inviata oggi al Ministro della Salute, Roberto Speranza e a tutti i presidenti di Regione.
“Con l’avvio delle campagne di vaccinazione nelle diverse Regioni italiane e le comprensibili esigenze di definire linee di prioritarizzazione rispetto alle diverse fasce della popolazione a livello nazionale”, scrive Miani, “desidero porre alla vostra attenzione la presenza dei commercialisti, fin dai primissimi giorni della pandemia, al costante servizio delle imprese e delle persone, tanto che la nostra categoria fu inclusa nel DPCM 22 marzo 2020 tra i servizi essenziali”.
Nella lettera Miani ricorda come “gli studi professionali, per la natura delle attività di supporto tecnico professionale svolte su molteplici aspetti relativi alla gestione dell’emergenza e le correlate scadenze perentorie, non hanno mai chiuso, né hanno interrotto servizi essenziali, né hanno potuto commutare il supporto fornito in attività da remoto, assicurando la presenza anche negli uffici giudiziari e nelle amministrazioni di riferimento in tutto questo lungo e faticosissimo anno. Le molteplici attività ininterrotte generano ancora oggi, inevitabilmente, una costante esposizione e un continuativo rapporto le persone interessate, aumentando esponenzialmente il rischio di contagio da virus Covid 19 e le varianti ora in crescente circolazione”.
Ribadendo la “ferma volontà di proseguire con massimo senso di responsabilità l’attività quotidiana al servizio dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche”, Miani chiede di considerare “la grave e crescente preoccupazione per il contagio” dovuta all’attività degli iscritti alla categoria.