La separazione mamma-neonato è associata a sensazione di angoscia materna e a maggiori difficoltà nell’allattamento. Le prime evidenze dal COVID Mothers Study, uno studio internazionale multicentrico
Il campione era composto da 357 madri provenienti da 31 paesi, 129 delle quali erano madri di neonati di età ≤30 giorni.
Quasi il 60% delle madri che, a causa della loro positività al SARS-CoV-2, sono state separate dai loro neonati, ha riferito di essersi sentita molto angosciata; uno stato emotivo che, in misura più lieve, ha comunque riguardato il 78% delle mamme che hanno sperimentato la separazione. Inoltre, quasi 1/3 di esse (il 29%) non è stato in grado di allattare una volta riunite con i loro bambini, nonostante innumerevoli tentativi. Di contro, fra i bambini allattati le cui mamme COVID positive hanno praticato il contatto pelle-a-pelle e il rooming-in è stato riscontrato un rischio ridotto, non significativo, di ospedalizzazione. Solamente il 7,4% dei neonati di età ≤3 giorni è risultato a sua volta positivo.
Sono questi i dati salienti che emergono dal COVID Mothers Study, un’indagine internazionale che ha coinvolto centinaia di mamme, pubblicata sulla rivista Breastfeeding Medicine, coordinata dall’ Harvard Medical School di Boston (Massachusetts – USA) e alla cui realizzazione hanno collaborato, tra gli altri, ISS e UNICEF Italia.
“Come già confermato dai dati italiani della sorveglianza ItOSS, le madri positive al virus SARS-CoV-2 potrebbero allattare in sicurezza e mantenere il contatto stretto con i loro bambini, secondo quanto raccomandato. Separare le madri dai propri bambini e bambine causa alle madri stesse una condizione di stress e può compromettere l’allattamento – dichiara Angela Giusti, ricercatrice dell’ISS e co-autrice dello studio – Infatti, per i neonati che non sono stati allattati direttamente al seno e che non hanno avuto un contatto pelle-a-pelle, è risultato meno probabile l’allattamento esclusivo nei primi tre mesi. La nostra ricerca rafforza, quindi, la raccomandazione che l’allattamento dovrebbe continuare ad essere incoraggiato e sostenuto anche in questa era pandemica e che esso è indicato anche per le madri infettate dal SARS-CoV-2″.
“Quanto riscontrato nello studio concorda con le raccomandazioni dell’OMS e dell’UNICEF su allattamento nelle madri SARS-CoV-2 positive, e sottolinea il diritto di ogni bambino e ogni bambina di stare con i propri genitori, anche se affetti da COVID-19, per non incorrere in stress ulteriore. Il Programma OMS/UNICEF degli Ospedali Amici delle Bambine e dei Bambini promuove queste buone pratiche basate sulle prove di efficacia da tempo e siamo lieti che i risultati di questa ricerca e di altre condotte dall’UNICEF e dall’ISS rafforzino queste basi scientifiche”, ha sottolineato la Presidente dell’UNICEF Italia Carmela Pace.
Lo studio
Il COVID Mothers Study è stato uno studio condotto a livello mondiale che mirava a rispondere alle seguenti domande sulle esperienze di maternità delle madri affette da COVID-19: c’è stata separazione dal bambino alla nascita? Le è stato permesso di avere un contatto pelle-a-pelle nella prima ora dopo il parto? Le è stato permesso di allattare direttamente al seno il suo bambino? Le è stato proposto il lavaggio del seno? Ha avuto difficoltà ad allattare? Il suo bambino è risultato positivo all’infezione da COVID-19? In tal caso, qual è stato il decorso della malattia del bambino?
Il campione era composto da 357 madri provenienti da 31 paesi, 129 delle cui erano madri di neonati di età ≤30 giorni. La maggior parte di chi ha risposto proveniva dagli Stati Uniti, dall’Europa o dall’America Latina.
Hanno potuto partecipare solo le madri con un’infezione da COVID-19 sospetta o confermata prima del primo compleanno del bambino. Il questionario, anonimo e da compilare a partire dal compimento del primo mese di vita del neonato, è stato disponibile esclusivamente online dal 4 maggio 2020 al 30 settembre 2020 in 10 lingue diverse. Alle madri è stato inoltre chiesto di descrivere l’impatto psicologico della separazione dal bambino per poter stimare l’eventuale effetto di questa pratica molto diffusa nei primi mesi della pandemia.
I risultati preliminari sono stati presentati durante il seminario dell’Associazione Italiana di Epidemiologia “La pandemia, la salute delle donne e il percorso nascita. Le risposte dall’epidemiologia” del 3 novembre 2020, al convegno internazionale dell’Academy of Breastfeeding Medicine il 6 novembre 2020, e durante la riunione del 3 dicembre 2020 del World Health Organization COVID Infant Feeding-Research Interest Group (CIF-RIG).