L’8 febbraio ricorre l’anniversario della strage del Collegino (1944), situato nella frazione Colonnata presso Sesto Fiorentino. Un evento drammatico, causato dalle bombe lanciate dagli aerei alleati, in cui persero la vita 23 bambini di età compresa tra i 7 e i 12 anni e Teofilo Tezze, un giovane religioso che li accompagnava. Il Collegino, una struttura istituita nel settembre 1943 da una nobildonna, dava rifugio ai bimbi bisognosi e desiderosi di apprendere.
I nomi dei bambini sono scolpiti su una lapida in via delle Porcellane e nel sacrario del cimitero maggiore di Sesto Fiorentino: Giacomo Arrighetti, Gaetano Balsamo, Littorio Barinci, Romano Baroni, Oscar Bellò, Aldo Colletti, Brunellesco Cantini, Fabio Capaccioli, Marcello Cappellini, Romano Innocenti, Valdemaro Mastreucci, Piero Marconi, Piero Moretti, Silvano Mazzanti, Raffaele Oleandro, Gino Orvieto, Giuseppe Parigi, Marcello Ragionieri, Remo Tani, Romano Tarli, Athos Toccafondi, Luciano Toccafondi, Simone Vannella. Insieme ai loro nomi sulla lapide è impresso un messaggio simbolico: “Perché non sia soltanto un ricordo ma un impegno costante per la pace”.
La pace è fondamentale per il progresso e la serenità di tutti gli esseri umani. Rievocare i fatti luttuosi e orrendi degli eventi bellici deve spingere le future generazioni ad intraprendere percorsi di solidarietà e dialogo. La scuola è luogo d’incontro e diffusione degli ideali umanitari.
La lettera scritta da Silvia Parigi sorella del piccolo Giuseppe Parigi, morto nell’evento, riporta fedelmente i momenti drammatici di quel giorno e commuove ancora per l’intatto sdegno con cui si ripercorre una tragedia ingiustificabile e disumana.
“[…] Si salvarono solo due bimbi, uno perché si era fermato ad allacciarsi una scarpa, l‘altro era ancora più lontano.
Con questi bimbi muore pure il sacerdote Tezze Teofilo di appena 21 anni, era molto giovane.
Dopo giorni e giorni di ricerche affannose, di disperazione, raccolti tutti i resti, riuscirono a ricomporre qualcosa, ma ci volle molto tempo e alla fine furono riconosciuti tutti.
E poi la cerimonia in chiesa, madri che svenivano, urla strazianti, una madre ne aveva perduti due insieme.
Delle scene da non potersi descrivere tanto erano veramente strazianti, nessuno può capire se non chi le ha vissute.
Mentre i bimbi tornavano da scuola e gli aeroplani già ronzavano sopra, una bomba è caduta e non è esplosa.
Tutti i bimbi urlavano forte, un’altra bomba li ha portati alla morte.
Il fratellino mio, che amavo tanto, l’hò perso e non lo posso più vedere.
So che è morto e mi si spezza il cuore.
Oh gente, anche se avete il cuore di pietra ma questo fatto muove a compassione.
24 innocenti morti nell’ incursione.
Questi bimbi ed un giovane sacerdote di soli 21 anni hanno perduto la vita per causa della guerra e di odio fra gli uomini”. (Lettera di Silvia Parigi sorella del piccolo Giuseppe Parigi, biblioteca Ragionieri)
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani propone di istituire una Giornata nazionale in memoria dei bambini vittime dei due conflitti mondiali. Invitiamo il Ministero dell’Istruzione, le autorità competenti e i giovani a condividere tale proposta in modo da enfatizzare il valore profondo dei diritti civili.