Luca Palamara parla della sua vicenda giudiziaria e del rapporto con il mondo della politica intevistato a lachirico.it
Palamara, lei è caduto vittima del circo mediatico con le sue conversazioni telefoniche, anche privatissime, squadernate sui giornali.
“Non me ne sono accorto oggi, già agli inizi della carriera ricordavo che una delle libertà fondamentali è la segretezza della corrispondenza. Se vogliono usare le mie chat, io dico: giochiamo come nel film Perfetti sconosciuti e mettiamo sul tavolo i telefoni, condividiamo le chat degli attuali consiglieri, che so io, le conversazioni risalenti ai giorni in cui si decideva il procuratore capo di Roma o qualcuno si autocandidava come procuratore aggiunto o procuratore generale della corte di cassazione. Il responsabile del ‘sistema’ non sono soltanto io”.
Le piacerebbe ricucire con l’ex procuratore Giuseppe Pignatone?
“Con lui avevo un rapporto non solo professionale ma anche umano, la nostra vicinanza si è rotta quando un trojan ha portato all’esterno le mie conversazioni private, frutto di un momento di tensione personale e di rabbia, chiaramente lui ci è rimasto male, forse offeso, ma quelle conversazioni erano figlie di alcune confidenze che mi erano state fatte da un magistrato, Stefano Fava, a proposito di un fascicolo che riguardava alcuni familiari dello stesso Pignatone. Io però non riesco a covare sentimenti negativi o di vendetta, ho anche io pregi e difetti come tutti, mi piacerebbe avere un confronto con lui, de visu, gli direi che bisogna raccontare verità dei fatti”.
E’ stato un acerrimo avversario di Silvio Berlusconi ma oggi, a leggere il suo libro, si direbbe che su intercettazioni e toghe politicizzate il Cavaliere ci aveva visto giusto.
“Sì, aveva ragione. Io non rinnego le mie posizioni in difesa dell’autonomia della magistratura né nascondo il fatto che negli anni dei governi di centrodestra toccava anche a noi fare opposizione a causa della debolezza del Pd, il ruolo di opposizione ricadeva tutto sulle spalle dell’Anm. Tuttavia chi pensava di poter risolvere il problema processando una sola persona ha fallito”.
Lei sembra anche aver ricucito con Matteo Salvini dopo qualche sms non proprio garbato nei confronti del leader leghista.
“Mi ha fatto piacere ristabilire la correttezza del linguaggio istituzionale. Dopo il provvedimento di rimozione dall’ordine giudiziario, ho iniziato una esperienza nella commissione giustizia nel Partito radicale mettendo a disposizione il mio vissuto. Sono pronto a dare una mano nella materia”.
Insomma, potremmo incontrare, tra qualche tempo, un Palamara politico?
“Potrebbe accadere, perché no?”.