I monaci irlandesi hanno predicato il Vangelo in un’Europa devastata da invasioni barbariche, carestia, decadenza e assenza di valori morali nei secoli successivi al crollo dell’Impero Romano (476).
La pandemia dei nostri giorni sta sconvolgendo di nuovo la nostra Europa.
Allora come oggi echeggiano le parole del Vangelo: “Ama il tuo vicino come te stesso”. Tale comandamento, che S. Agostino predilesse e i monaci medievali irlandesi proclamarono – fatto suo da Pascal e da gran parte della filosofia moderna, rivisitato da Jaspers che ha sognato l’”Europa dello spirito”, aperta ad altre culture -, è sempre attuale. Purtroppo, come ha evidenziato profeticamente Heidegger, “la decadenza spirituale del mondo – incluso il nostro – è talmente avanzata che i suoi abitanti rischiano di perdere la forza estrema dello spirito, quella che potrebbe per lo meno permetterci di scoprire come tale questa decadenza” (Heidegger in „Introduzione alla Metafisica”).
L’invito di S. Agostino a ritrovare noi stessi con tutta la nostra ricchezza esistenziale: “In interiore hominis habitat Veritas” – all’interno dell’uomo abita la Verità – che, a sua volta, è “intimior intinmo meo” – più intima della mia personale intimità – e “superior summo meo” – superiore alla mia più alta aspirazione -, è un passo essenziale per la riscoperta dell’altro.
Questa scoperta dove l’”altro” è qualcuno da amare, porta a penetrare nella sacralità del vicino. Aprirsi agli altri o all’”altro”, vicino, rifugiato o straniero che sia, prendersi cura di lui, difenderlo e promuovere la sua ricchezza spirituale, culturale e storica, è un dovere morale. Il pluralismo dovrebbe arricchire e non impoverire il nostro habitat e il nostro modo di pensare ed agire. Chiunque predica l’isolamento o si chiude in formule populiste, è condannato a scomparire nel nulla, come si è visto in tante politiche che hanno sottoscritto una tale visione.
I monaci irlandesi hanno iniziato la loro “Peregrinatio pro Christo” quasi fosse un vero viaggio esistenziale alla scoperta di loro stessi e dell’”altro”.
Persone consapevoli della dignità fondamentale e trascendente dell’essere umano dovrebbero tener presente questa sua intima dinamica realtà nella nuova Europa. La sfida odierna, quindi, è quella di lavorare tutti insieme in solidarietà nel costruire la “Casa Comune Europea”, il progetto politico più importante, coraggioso e affascinante, che si sia mai visto nel nostro continente!
Questa visione di cultura\stile di vita, quale fondamento di tutti i valori, che pone in primo piano il diritto alla vita della persona, dovuto alla sua profonda dignità e alla sua vocazione escatologica, è stata predicata dai monaci irlandesi quale patrimonio antropologico, culturale ed etico comune per rinnovare il mondo.
Essa è l’unica che possa garantire ed esaltare il pluralismo, valorizzare la ricchezza delle varie identità culturali e religiose e porre le basi per un viaggio comune e solidale verso benefici sociali, civili, politici, spirituali e culturali nella nostra Europa. Essa implica il senso profondo di appartenere a una tradizione intellettuale e spirituale comune e di condividere la stessa fonte di rispetto per i valori.
“Il tempo è venuto per lavorare insieme nel costruire un’Europa non sull’economia, ma sulla sacralità della persona umana, su valori inalienabili”, ha dichiarato Papa Francesco dinanzi all’Assemblea del Parlamento Europeo a Strasburgo, il 25 Novembre 2014. Il Pontefice ha aggiunto: “Un’Europa non aperta alla dimensione trascendente della vita, è un’Europa che rischia di perdere poco a poco la propria anima e quello ‘spirito umanistico’ che ancora ama e difende”.
L’Irlanda, una piccola nazione, posta „alla fine del mondo”, può vantare un certo credito per aver diffuso cultura e valori in Italia, Inghilterra, Scozia, Svizzera, Austria, Germania, Francia, Belgio e in altre nazioni. Tramite i suoi centri monastici, le sue cittadelle universitarie, le sue scuole, i suoi scriptoria, i suoi monaci e i suoi studiosi, quest’isola ha avuto un ruolo di prim’ordine nel reintrodurre una nuova visione della vita in Europa.
St. John H. Newman disse che i monasteri irlandesi sono divenuti “il granaio del passato e il luogo di rinascita del futuro”.
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Gli insegnamenti della storia e, in particolare, quelli dei monaci medievali irlandesi rappresentano, ai nostri giorni, un punto fondamentale di riflessione, mentre ci accingiamo a costruire un’Europa, purificata dalla pandemia e rinnovata nel suo volto più bello.
Il mondo della pace, la giustizia, la solidarietà e l’uguaglianza sono a nostra portata, se riusciamo a cogliere il significato profondo della nostra esistenza umana.